"Ho detto loro che se non agiscono, noi europei saremo costretti, nel prossimo futuro, ad adottare misure forti come gli Stati Uniti", ha dichiarato il presidente francese, di ritorno da un viaggio ufficiale in Cina
Emmanuel Macron alza la voce nei confronti della Cina, minacciando dazi "nei prossimi mesi" se Pechino non prenderà provvedimenti per ridurre il deficit commerciale con l'Unione Europa, il quale continua crescere. "Ho detto loro che, se non reagiranno, noi europei saremo costretti, nei prossimi mesi, a prendere misure forti", ha detto il presidente francese, tornato da un viaggio ufficiale in Cina, in conversazione con Les Echos.
"Questione di vita o di morte per l'industria europea"
Washington impone dazi elevati sui prodotticinesi, che sono stati tuttavia ridotti dal 57% al 47% nell'ambito di unaccordo annunciato a fine ottobre tra i due paesi. "La Cina sta colpendo il cuore del modello industriale e di innovazione europeo, storicamente basato su macchine utensili e automobili", osserva Macron. E il protezionismo dell'amministrazione Trump non fa che peggiorare la situazione: "Sta aggravando i nostri problemi reindirizzando massicciamente i flussi commerciali cinesi verso i nostri mercati", sottolinea il presidente francese. "Oggi siamo intrappolati nel mezzo, ed èuna questione di vita o di morte per l'industria europea", aggiunge Macron, consapevole che costruire un fronte europeo unito su questo tema non è facile, poiché la Germania, con la sua significativa presenza in Cina, "non è ancora del tutto dalla nostra parte". Durante la sua visita in Cina, Emmanuel Macron ha ribadito che l'Europa, per ridurre il suo deficit commerciale con la Cina, deve accettare gli investimenti cinesi. "Non possiamo importare costantemente. Le aziende cinesi devono venire in Europa", ha sostenuto il capo dell'Eliseo su Les Echos, spiegando che gli investimenti del Dragone "non devono essere predatori, cioè fatti a fini egemonici e di dipendenza". Da parte sua, ha aggiunto Macron, l'Ue deve proteggersi nei settori piu' vulnerabili - come l'industria automobilistica, che fatica a competere con Pechino nel settore dei veicoli elettrici - e, allo stesso tempo, "riprendere una politica di competitivita'". Cio' implica "semplificazione, approfondimento del mercato unico, investimenti nell'innovazione, equa protezione delle nostre frontiere, completamento della nostra unione doganale e una politica monetaria adeguata", ha spiegato Macron.