Il documento ha rischiato di saltare per la prima volta nella storia della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. I Paesi si sono spaccati sul piano per affrancarsi da gas, petrolio e carbone, che alla fine non è stato inserito nel testo. Ci sono invece misure per accelerare l’azione climatica, la rivisitazione delle barriere commerciali correlate e l'impegno a triplicare i fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a resistere a eventi meteorologici estremi
Ha rischiato di saltare, ma alla fine si è trovato un compromesso: l’accordo politico di chiusura della Cop30 di Belem - il Global mutirao - c'è, approvato all'unanimità dai circa 200 Stati che hanno partecipato alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Nonostante le molte proteste in tal senso, è però saltato un riferimento esplicito alla tabella di marcia di uscita dalle fonti fossili, come carbone, petrolio e gas. La proposta non è però andata perduta ed è possibile che ci si lavorerà in parallelo nei mesi a venire, ha detto il presidente della conferenza, André Correa do Lago. Tra i punti principali dell’accordo ci sono invece misure per accelerare l’azione climatica, la rivisitazione delle barriere commerciali correlate e l'impegno a triplicare (fino a 120 miliardi di dollari nel 2035) i fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a resistere a eventi meteorologici estremi.
I combustili fossili spaccano la Cop30
Il tema dei combustili fossili ha rischiato di far passare la Cop30 dell'Amazzonia — la prima a tenersi dopo che gli scienziati hanno dimostrato che sarà superato il limite di 1,5 gradi di riscaldamento globale indicato dall'Accordo di Parigi — come l'unica a concludersi senza un’intesa. Nelle bozze circolate già ieri, 21 novembre, il termine "fonti fossili" era infatti sparito del tutto, sotto le pressioni di Russia, India e Arabia Saudita, ha accusato la ministra dell'ambiente francese, Monique Barbut. Oltre 30 Paesi, tra cui Colombia, Francia, Regno Unito e Germania, avevano quindi minacciato di porre il loro veto, portando i lavori ad allungarsi oltre la fine del summit.
Pichetto Fratin: “Bozza d'intesa Cop30 era l'unica possibile”
Per il ministro dell’Ambiente italiano, Gilberto Pichetto Fratin, l’accordo trovato era anche l’unico davvero possibile: “In un momento geopolitico quale quello attuale, dove è finita un'epoca e gli interessi e gli equilibri politici mondiali e quindi automaticamente le alleanze sono molto diverse rispetto al passato, devo dire che era l'unica soluzione fattibile, quindi deve essere vista con positivamente, con soddisfazione". La tabella di marcia sulla transizione dai combustibili fossili, ha aggiunto, "non è parte del documento della Cop30 perché in metà dei paesi sinceramente non condividevano questa posizione”.
La Cina e il commercio internazionale
Il testo dell'accordo include un riferimento al commercio internazionale e, come richiesto dalla Cina, "riafferma che le misure per combattere il cambiamento climatico, incluse quelle multilaterali, non dovrebbero costituire uno strumento arbitrario o ingiustificabile di discriminazione o una restrizione al commercio internazionale mascherata".