Alberto Trentini, madre lancia appello a un anno da arresto in Venezuela: "Parlate di lui"
MondoLa madre del cooperante italiano 46enne, detenuto dal 15 novembre 2024 nel carcere di El Rodeo a Caracas con accuse poco chiare, ha lanciato un nuovo appello chiedendo di “continuare a parlare di lui”. “Solo una forte pressione mediatica può convincere chi ha il potere ad agire e riportarlo finalmente a casa”, ha detto la donna. Tajani: "Sui detenuti italiani sempre al lavoro"
È trascorso un anno dall'arresto di Alberto Trentini in Venezuela. Il cooperante italiano di 46 anni, oggi detenuto nel carcere di El Rodeo a Caracas, era stato arrestato con accuse poco chiare il 15 novembre 2024 mentre si trovava nel Paese come coordinatore della ong francese Humanity and Inclusion che si occupa di assistenza alle persone con disabilità. Oggi, la madre, Armanda Colusso, ha lanciato un nuovo appello chiedendo di “continuare a parlare di lui” perché “solo una forte pressione mediatica può convincere chi ha il potere ad agire e riportarlo finalmente a casa”.
L'appello della madre di Trentini
“Alberto ha dedicato la sua vita agli altri e ora è lui ad aver bisogno di voi: scrivete, parlatene, insistete, perché chi deve decidere lo faccia senza più tentennamenti, come è successo per altri nostri connazionali”, ha riferito ancora la madre, citata da Repubblica. Al momento dell'arresto, Trentini era in viaggio da Caracas a Guasdualito, nel nordovest del paese, per motivi di lavoro.
Tajani: "Sui detenuti italiani sempre al lavoro"
"Per quanto riguarda i detenuti italiani in Venezuela noi siamo sempre al lavoro, sollecitando la liberazione dei prigionieri politici, perché sono prigionieri politici tutti gli italiani, a cominciare da Alberto Trentini", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Non sono prigionieri perché sono pericolosi criminali, trafficanti di armi o di droga, c'è sempre una scusa ma sono detenuti illegalmente", ha aggiunto. "Noi stiamo profondendo tutti gli sforzi possibili per cercare di ottenere la liberazione di Trentini e di tutti gli altri connazionali detenuti", ha ribadito Tajani, spiegando che "due sono stati liberati un mese e mezzo fa, speriamo di raggiungere l'obiettivo in tempi rapidi, vedete quale è la situazione che coinvolge il Venezuela, anche a livello internazionale, quindi c'è una tensione crescente". Ppoi ha concluso: "Noi faremo e facciamo tutto ciò che è possibile per permettere la liberazione di questi nostri connazionali".
La richiesta di "silenzio" della Farnesina
Sulla vicenda Tajani aveva chiesto tempo fa “il silenzio” per “non pregiudicare le trattative”. Mentre il viceministro della Farnesina, Edmondo Cirielli, aveva espresso "sollievo per la telefonata di Alberto Trentini ai suoi familiari”, effettuata lo scorso luglio, dopo 8 mesi dall'inizio della detenzione nel carcere venezuelano. “Registro un passo in avanti per la tutela dei diritti dei detenuti e rinnovo l'auspicio, grazie anche al lavoro diplomatico in corso, che si giunga presto alla scarcerazione del connazionale", aveva detto Cirielli.
La telefonata tra Meloni e la madre
Nei mesi scorsi, Colusso aveva parlato al telefono con la premier Giorgia Meloni. “Ho chiesto io la telefonata questa volta, perché c’era un silenzio da giorni che mi lasciava angosciata”, ha riferito, descrivendo la presidente del Consiglio come “disponibile”. “Abbiamo parlato, ha promesso il suo impegno, di aiutare e di farsi promotrice per la liberazione di Alberto. Sono stata soddisfatta, perché questa sua promessa l’ha fatta all’Italia e al mondo”, aveva detto Colusso.