Venezuela, Trentini riceve per la prima volta visita dell'ambasciatore italiano in carcere
MondoIl cooperante Alberto Trentini si trova nel penitenziario venezuelano da 312 giorni. Lui e un altro connazionale in prigione, Mario Burlò, hanno riferito al diplomatico Giovanni de Vito di essere in buona salute e trattati bene. Federica Onori, deputata di Azione e segretaria della Commissione Esteri: "Visita positiva" ma il "governo venezuelano deve assumersi la piena responsabilità delle sue azioni e restituire ai loro familiari i nostri connazionali ingiustamente detenuti"
Ha ricevuto la prima visita in carcere da parte dell'ambasciatore italiano Alberto Trentini, il connazionale che da quasi un anno è detenuto in Venezuela. Il diplomatico italiano Giovanni de Vito ieri si è recato nel penitenziario venezuelano dove ha potuto fare visita non solo al cooperante Trentini ma anche a un altro detenuto italiano, Mario Burlò. I due, come si apprende, sono apparsi in buone condizioni di salute. Hanno riferito che vengono fatti mangiare regolarmente, che hanno quotidianamente accesso all'ora d'aria e che sono trattati bene dalle guardie penitenziarie. Entrambi hanno riferito di essere stati presentati all'autorità giudiziaria venezuelana insieme ad altri, tutti a vario titolo accusati degli stessi reati, in particolare terrorismo e cospirazione. L'ambasciatore è riuscito a consegnare ad entrambi lettere da parte dei familiari e beni di prima necessità.
Onori (Azione): “Visita positiva, ora a casa”
"È positivo che l'ambasciatore De Vito sia riuscito a visitare Alberto Trentini e Mario Burlò dopo quasi un anno di detenzione in Venezuela”. Questo il commento di Federica Onori, deputata di Azione e segretaria della Commissione Esteri. “Il colloquio, avvenuto ieri dopo 312 giorni di prigionia, è un passo importante, ma arriva con un ritardo inaccettabile, in violazione dei diritti fondamentali dei nostri connazionali. Siamo ancora in attesa della formalizzazione dei capi d'accusa, anche se entrambi riferiscono di essere stati presentati con presunti legami a 'terrorismo' e 'cospirazione': contestazioni generiche e spesso ingiustificate, utilizzate dal regime di Nicolás Maduro per perpetuare la repressione e il controllo sociale. In Venezuela ci sono oltre 800 prigionieri politici, molti dei quali detenuti senza processo". Si tratta, ha aggiunto la deputata, di “pratiche tipiche dei regimi autoritari e risultano inaccettabili. Trentini e Burlò devono poter tornare immediatamente in Italia. Il governo venezuelano deve assumersi la piena responsabilità delle sue azioni e restituire ai loro familiari i nostri connazionali ingiustamente detenuti”.
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L'arresto a ottobre 2024
Alberto Trentini, 45 anni, cooperante di una ong, è stato arrestato lo scorso ottobre con accuse apparse fin da subito poco chiare. La Farnesina si è subito attivata cercando di risolvere la questione per vie diplomatiche. Trentini, originario di Venezia, era arrivato in Venezuela a ottobre 2024, lo stesso mese dell'arresto, insieme a Humanity & Inclusion, ong internazionale che si occupa di assistenza alle persone con disabilità. Quando è stato arrestato, l’italiano era in viaggio da Caracas a Guasdualito, nel nordovest del paese, per motivi di lavoro.