L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha confermato che 42 persone sono disperse e presumibilmente morte in un naufragio avvenuto il 3 novembre al largo della Libia. Solo sette migranti, tra i 49 partiti a bordo di un gommone, sono sopravvissuti. L’Oim ricorda che la rotta del Mediterraneo centrale resta estremamente pericolosa e che le vittime dall’inizio dell'anno hanno già superato quota mille
Quarantadue persone sono presumibilmente morte in un naufragio al largo delle coste libiche avvenuto il 3 novembre scorso. A comunicarlo è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite (Oim), che riferisce come solo sette persone siano sopravvissute all’affondamento dell’imbarcazione, un gommone partito dalla Libia cinque giorni prima con a bordo 49 migranti.
Onu: “Evento tragico, rotta del Mediterraneo centrale resta pericolosa”
Secondo quanto comunicato dall’Oim, l’8 novembre le autorità libiche hanno avviato un’operazione di ricerca e soccorso dopo la segnalazione del naufragio. A bordo del gommone viaggiavano 47 uomini e 2 donne. I soccorritori hanno trovato sette superstiti, mentre gli altri passeggeri risultano dispersi. “Questo tragico evento, che si è verificato poche settimane dopo altri incidenti mortali al largo di Surman e Lampedusa, sottolinea i persistenti pericoli che migranti e rifugiati affrontano lungo la rotta del Mediterraneo centrale”, ha sottolineato l’organizzazione. Secondo gli ultimi dati del Progetto Migranti Scomparsi dell'Oim, il bilancio delle vittime nel Mediterraneo centrale ha già superato quota mille dall’inizio dell’anno. Con quest'ultimo naufragio, "il totale è ulteriormente aumentato rafforzando l'urgente necessità di una cooperazione regionale rafforzata, di percorsi migratori sicuri e regolari e di operazioni di ricerca e soccorso più efficaci per prevenire ulteriori perdite di vite umane”, ha concluso l'Oim.