Agli americani la sala da ballo di Trump piace o no?

Qualche giorno fa l’amministrazione Trump ha confermato che l’intera ala est della Casa Bianca è stata demolita per fare spazio alla nuova sala da ballo da 300 milioni di dollari voluta da Donald Trump. La notizia ha smentito quanto promesso dallo stesso Trump nel luglio scorso, quando aveva garantito che nessuna parte della struttura esistente sarebbe stata abbattuta durante i lavori. L’ala est, nella sua forma precedente alla demolizione, era stata aggiunta nel 1942 dal presidente Franklin Roosevelt per ampliare gli spazi a disposizione dell’esecutivo durante la Seconda guerra mondiale e nascondervi anche un bunker sotterraneo. In seguito, divenne la sede della First Lady e del suo staff, oltre che del Jacqueline Kennedy Garden. La rapidità con cui è avvenuta la demolizione e le immagini delle macerie hanno generato una diffusa indignazione non solo tra storici e membri delle precedenti amministrazioni, ma anche tra l’opinione pubblica americana. Due recenti sondaggi mettono infatti in luce che la maggior parte degli statunitensi si dice contraria alla demolizione. Da una rilevazione condotta da Ipsos per il Washington Post e ABC News emerge che il 56% degli intervistati si dichiara contrario al progetto, mentre solo il 28% lo approva. Come ormai ci hanno abituati i sondaggi statunitensi, si registra tuttavia una spaccatura su linee partitiche: il 62% degli elettori repubblicani sostiene l’iniziativa, contro l’88% dei democratici che la boccia. Tra gli indipendenti prevale l’opposizione, con il 61% di contrari e solo il 17% di favorevoli. YouGov Un altro sondaggio condotto da YouGov mostra dati in linea con quello di Ipsos: il 54% degli intervistati disapprova la demolizione dell’ala est, contro solo il 28% che la approva . Anche YouGov rileva una profonda frattura politica: tra i repubblicani prevale il sostegno all’iniziativa , mentre i democratici si oppongono con decisione . Anche secondo YouGov gli indipendenti tendono a schierarsi contro: il 56% si dice contrario e il 19% favorevole. Approccio impulsivo Secondo lo storico americano Tevi Troy, intervistato da Politico, i lavori di ristrutturazione della Casa Bianca tendono a risultare controversi nel momento in cui vengono annunciati, ma di solito vengono accettati col tempo. Tuttavia, l’approccio impulsivo di Trump, che ha fatto partire il cantiere senza l’autorizzazione formale dell’agenzia che decide le modifiche agli edifici federali, è in contrasto con quello di altri presidenti del passato. Harry Truman, ad esempio, negli anni ’40 intraprese lavori solo dopo aver ottenuto l’approvazione del Congresso e il sostegno di una commissione bipartisan, giustificando la necessità dell’intervento con problemi strutturali reali. "Intervento necessario" La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha descritto l’intervento come necessario per dotare la residenza presidenziale di uno spazio adeguato agli eventi ufficiali, sottolineando che non verranno utilizzati fondi pubblici. Trump ha infatti annunciato di aver già raccolto 350 milioni di dollari in donazioni private provenienti da grandi aziende tecnologiche come Apple, Amazon, Meta, Microsoft e Google, oltre che da colossi della difesa come Lockheed Martin e Palantir. La nuova sala da ballo avrà una superficie di circa 8.400 metri quadrati, quasi il doppio della Casa Bianca stessa, e potrà ospitare fino a mille persone rispetto ai 200 posti dell’attuale East Room.

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Gianluca De Feo