I due avrebbero fatto parte della banda dei quattro ladri che hanno rubato i nove preziosi gioielli della collezione di Napoleone. I due uomini fermati sarebbero già noti alla polizia per furti. Sono stati arrestati dalla polizia mentre si preparavano a fuggire rispettivamente in Algeria e Mali. Si tratterebbe di ladri esperti, entrambi ora accusati di "furto in banda organizzata" e "associazione a delinquere a fini criminali"
Proseguono le indagini sul furto dei gioielli al museo del Louvre. Due persone, sospettate di essere responsabili della rapina, sono state fermate ieri sera dalla polizia francese. Come ha riferito Le Parisien, i due avrebbero fatto parte della banda dei quattro ladri che hanno rubato i nove preziosi gioielli dal valore di 88 milioni di euro appartenenti alla collezione di Napoleone, utilizzando un montacarichi. Stando alle informazioni diffuse dal quotidiano parigino, i due uomini fermati sono originari della Seine-Saint-Denis, la banlieue nord di Parigi, e sarebbero già noti alla polizia per furti: sono entrambi 30enni, uno è di nazionalità francese, l'altro possiede il doppio passaporto franco-algerino. Si tratterebbe di ladri esperti e il loro profilo è quello di esecutori di colpi su commissione. Entrambi sono ora accusati di "furto in banda organizzata" e "associazione a delinquere a fini criminali".
L'operazione della polizia
L'operazione della polizia è scattata all'improvviso, quando uno dei due arrestati era già in aeroporto pronto a salire su un aereo diretto in Algeria. Il complice, arrestato poco dopo, era invece diretto in Mali. I due arrestati sono stati trasferiti nei locali della brigata anticrimine e il fermo potrà durare fino a 96 ore. Intanto, nei locali della brigata anticrimine, l'uomo arrestato allo scalo di Charles De Gaulle è sotto interrogatorio. Si cerca di determinare il suo ruolo nel colpo, se fosse uno dei quattro che hanno direttamente portato a termine il furto di gioielli per 88 milioni di euro.
Le indagini proseguono
Intanto l'inchiesta prosegue con l'obiettivo di identificare gli altri complici e l'organizzazione che ha messo in moto l'operazione nel museo parigino. Fra le varie piste seguite dagli inquirenti, anche quella di una possibile complicità di un membro della squadra di sicurezza del museo con la banda che ha effettuato il colpo. L'ipotesi è stata avanzata ieri sera dal quotidiano inglese The Telegraph, che ha citato "fonti vicine all'inchiesta".
Ministro dell'Interno: "Congratulazioni, ora continuiamo"
Il ministro dell'Interno francese, Laurent Nuñez, ha commentato la notizia. "Invio le mie più vive congratulazioni agli inquirenti che hanno lavorato senza sosta, come avevo loro chiesto, e che hanno sempre avuto la mia completa fiducia", ha scritto su X. "Le indagini devono proseguire nel rispetto del segreto istruttorio sotto l'autorità della giurisdizione della procura di Parigi. Avanti con la stessa determinazione, continuiamo!", ha aggiunto.
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Fonte: "Ruolo determinante della polizia scientifica"
A svolgere un ruolo determinante nell'identificazione dei sospetti è stato "il lavoro della polizia scientifica". A riferirlo a Bfm Tv è stata una fonte degli inquirenti. Dopo il furto, sono stati circa 150 i prelievi di dna compiuti sul luogo della rapina e subito spediti in laboratorio per le analisi. I ladri avevano abbandonato, nella fuga, oggetti fra i quali un casco da moto, un gilet giallo, una fiamma ossidrica e una sega circolare. Alcuni di questi oggetti erano già stati cosparsi di benzina, ma i ladri non avevano fatto a tempo ad appiccare il fuoco per distruggerli.
Procuratrice: "Condanno la divulgazione della notizia dei fermi. Troppo presto"
"Condanno decisamente la divulgazione affrettata di questo elemento da parte di persone informate, senza alcun riguardo per l'inchiesta". Così la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha criticato in un comunicato la diffusione della notizia dell'arresto dei due sospetti. "Questa rivelazione può soltanto nuocere agli sforzi investigativi di un centinaio di inquirenti mobilitati sia nella ricerca dei gioielli rubati, sia dei malfattori", ha aggiunto, sottolineando che "è troppo presto per fornire qualsiasi tipo di particolare". La procuratrice ha ribadito che comunicherà su "elementi complementari solo al termine di questa fase di fermo" dei due uomini.