Furto al Louvre, il valore dei gioielli rubati e ricostruzione della rapina. Cosa sappiamo
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Il Louvre riapre oggi le sue porte al pubblico. Dopo tre giorni di chiusura a seguito del furto dei gioielli della collezione di Napoleone, per un valore stimato di 88 milioni di euro, l'istituzione parigina torna ad accogliere oggi i visitatori. La galleria di Apollo, dove si trovavano i gioielli, è rimasta chiusa.
Nel frattempo, proseguono le indagini e la caccia ai quattro ladri che lo scorso 19 ottobre si sono introdotti nel primo piano della struttura con un montacarichi e hanno portato via nove gioielli della Corona francese custoditi in due teche. Le indagini sono affidate alla Brigata di repressione del banditismo (BRB) e all'Ufficio centrale di lotta contro il traffico di beni culturali (OBC), con una mobilitazione di oltre 100 inquirenti. Intanto, la presidente-direttrice del Louvre, Laurence des Cars, è attesa oggi per le spiegazioni sulla vicenda alla Commissione cultura del Senato.
Quello che devi sapere
Le indagini
Sul fronte delle indagini, gli inquirenti hanno a disposizione il gilet giallo abbandonato a terra nella fuga da uno dei ladri, su cui ci sarebbero tracce di Dna, e il montacarichi, di cui sembra essere stata rintracciata l'origine: era stato rubato alcuni giorni prima in una banlieue di Parigi al proprietario che l'aveva messo in vendita su una piattaforma di commercio tra privati. Anche su quel mezzo, che ha portato i ladri indisturbati fino al primo piano e alla finestra della Galleria di Apollo, ci sarebbero impronte e tracce degli ultimi utilizzatori che avevano tentato, invano, di incendiarlo prima di fuggire.
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Il valore del bottino
Parlando del valore del bottino, stimato a 88 milioni di euro, la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha riferito che "non è nemmeno paragonabile con il danno storico". Mentre i ladri "non l'avranno vinta". Sessanta poliziotti e gendarmi sono stati mobilitati per dare la caccia ai responsabili dell'operazione su tutto il territorio francese.
La ricostruzione del furto
- Secondo il primo resoconto del neoministro dell'Interno, Laurent Nuñez, "i 4 ladri, forse stranieri, si sono introdotti nel museo tra le 9:30 e le 9:40". Giunti dal Lungosenna, due a bordo di grossi scooter e due sul furgone con il montacarichi, hanno agito in prossimità di un cantiere che da mesi ostruisce la circolazione con camion, gru e furgoni.
- I ladri, che indossavano gilet gialli come quelli dei lavoratori del cantiere, sono saliti sul montacarichi e si sono introdotti nella Galleria di Apollo, al primo piano dell'ala Denon del museo.
- Hanno forzato la finestra utilizzando una sega circolare e, all'interno della galleria, hanno infranto due teche ed estratto i gioielli.
Il nodo sugli allarmi
- Stando alle informazioni ufficiali diffuse dal ministero della Cultura, "gli allarmi sulla finestra esterna della galleria di Apollo e sulle due vetrine" infrante "sono scattati". "Al momento dell'effrazione particolarmente rapida, i cinque agenti del museo presenti nella sala e negli spazi adiacenti sono immediatamente intervenuti per applicare il protocollo di sicurezza: stabilire il contatto con le forze dell'ordine e proteggere prioritariamente le persone", spiega il ministero diretto da Rachida Dati.
- Secondo il bilancio del ministero, i responsabili "sono stati messi in fuga e hanno lasciato dietro di loro attrezzature e oggetti che stavano rubando, come appunto la corona dell'imperatrice". I rapinatori sono rimasti all'interno della sala "3 minuti e 57 secondi o 3 minuti e 52 secondi".
Le polemiche sulla sicurezza
- Continua la polemica sulla sicurezza dei musei francesi. Le Figaro ha svelato che la presidente del Museo Laurence des Cars, “molto scossa” dopo il colpo, aveva presentato le dimissioni. Ma il presidente francese Emmanuel Macron, suo grande sostenitore che le ha affidato il futuro cantiere del "Grand Louvre", le ha respinte, invitandola a "tenere duro".
- Anche Rachida Dati, ministra della Cultura, non cede alle polemiche e davanti all'Assemblée Nationale ha ripetuto che gli allarmi del Louvre sono scattati, negando ogni "disfunzione" nel dispositivo di protezione.
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- Smentita secca anche da parte della direzione del Louvre che ha reagito alle informazioni del settimanale satirico Le Canard Enchainé, secondo cui le teche in cui erano esposti i gioielli sarebbero state meno robuste di quelle che c'erano diversi anni fa, in grado di "scomparire" all'interno di una cassaforte alla prima allerta.
- Per i responsabili del museo, è tutto il contrario: quelli vecchi erano sistemi "obsoleti" che mettevano in pericolo i gioielli con i loro meccanismi, mentre con i nuovi sistemi ci sono "tutte le garanzie necessarie".