Raid Usa nel Mar dei Caraibi: lotta al narcotraffico o pressione sul Venezuela?

Dopo essere stata un leitmotiv della politica estera statunitense degli anni ‘70 e ‘80 e, in parte, ‘90, la ‘guerra alla droga’ è tornata in cima all’agenda della Casa Bianca. Donald Trump si è dato la missione di debellare il traffico e fermare gli ingressi di sostanze stupefacenti negli Stati Uniti. Un programma in teoria condivisibile da tutti e bipartisan, non fosse per il modo in cui ha deciso di attuarlo, che divide l’opinione pubblica e sta sollevando un polverone dal punto di vista giuridico. Il presidente, infatti, ha deciso di avviare una serie di missioni militari nel Mar dei Caraibi, dando ordine a navi e mezzi militari USA di bombardare le imbarcazioni sospettate di trafficare sostanze proibite. In particolare- come fa notare con una certa malizia il giornale New Yorker - navi venezuelane. Il primo di questi attacchi si è verificato il 2 settembre, al largo del Venezuela e ai danni di una barca battente bandiera venezuelana. Da allora, gli attacchi sarebbero stati almeno altri cinque e le morti almeno 30, sempre ai danni di imbarcazioni venezuelane. Questo modo di agire dell’amministrazione Trump, come è facile intuire, comporta una serie di problemi sia dal punto di vista del diritto internazionale, sia da quello del diritto interno, sia da quello dell’efficacia stessa della lotta al traffico di droga. Per quel che riguarda il diritto internazionale la questione è piuttosto evidente: si tratta di attacchi militari di un Paese verso imbarcazioni civili che battono bandiera di un altro Stato e che avvengono, per di più, in acque internazionali. Secondo Human Rights Watch gli attacchi marittimi equivalgono a "esecuzioni extragiudiziali" e, come tali, sono illegali. Ma la questione non è così semplice. Il sito di BBC prova a mettere ordine nella questione e scrive: “Gli Stati Uniti non sono firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, anche se i consulenti legali dell'esercito statunitense hanno precedentemente affermato che gli Stati Uniti dovrebbero "agire in modo coerente con le sue disposizioni". In base alla convenzione, i Paesi si impegnano a non interferire con le navi che operano in acque internazionali. Esistono limitate eccezioni che consentono a uno Stato di sequestrare una nave, come l’autodifesa”. E proprio l’autodifesa, secondo l’amministrazione, giustificherebbe gli attacchi. Questo perché lo scorso gennaio il Presidente ha firmato un ordine esecutivo nel quale si equipara il traffico di droga al terrorismo e si definiscono i trafficanti venezuelani del cartello venezuelano Tren de Aragua come “narcoterroristi”. Il problema però, come riporta il servizio di fact checking di PBS è che non esistono prove di illeciti, né potranno mai essercene dal momento che le imbarcazioni sono state affondate: “L'amministrazione Trump - scrive PBS - non ha specificato che tipo di droga o in quale quantità fosse presente sulle imbarcazioni colpite. Durante la conferenza stampa del 15 ottobre, Trump ha affermato che le imbarcazioni trasportavano fentanyl. Ma la maggior parte del fentanyl illegale negli Stati Uniti proviene dal Messico, non dal Venezuela ed è introdotto di contrabbando principalmente da cittadini statunitensi”. Anche dal punto di vista del diritto interno la questione è complessa: perché nessuno degli attacchi decisi nell’ambito di questa nuova guerra alla droga è stato concordato con il Congresso, il che li renderebbe tecnicamente illegittimi. L’ipotesi dell’illegittimità degli attacchi è stata avvalorata dal fatto che, pochi giorni fa, l'ammiraglio Alvin Holsey, responsabile del Comando Sud degli Stati Uniti, che sovrintende a tutte le operazioni militari in America Centrale e Meridionale, si è dimesso improvvisamente e senza fornire spiegazioni. Gli omicidi extragiudiziali nel Mar dei Caraibi hanno alimentato critiche anche da parte dei repubblicani. “Quando uccidi qualcuno, dovresti sapere, se non sei in guerra, non sei in una guerra dichiarata, che devi almeno conoscere il nome della persona” ha dichiarato il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul. "Devi accusarla di qualcosa. Devi presentare prove. Qui tutte queste persone sono state fatte saltare in aria senza che ne conoscessimo il nome, senza alcuna prova di un crimine".

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Raid Usa nel Mar dei Caraibi: lotta al narcotraffico o pressione sul Venezuela?

Luciana Grosso