Guerra Ucraina, Merkel: "Da Polonia e Paesi Baltici nel 2021 no a colloqui con Putin"

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L’ex Cancelliera tedesca, in un’intervista al quotidiano ungherese Partizán, ha affermato che la resistenza ai negoziati guidati dall’Ue con Vladimir Putin nel 2021 potrebbe aver contribuito indirettamente alla successiva aggressione

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La resistenza di Polonia e Paesi Baltici ai negoziati guidati dall’Ue con Vladimir Putin nel 2021 potrebbe aver contribuito indirettamente alla successiva aggressione in Ucraina. A dirlo l’ex Cancelliera tedesca Angela Merkel, in un’intervista al quotidiano ungherese Partizán. Merkel ha spiegato che, nel giugno 2021, avvertì che il presidente russo non prendeva più seriamente gli Accordi di Minsk e che per questo propose un nuovo formato di dialogo diretto tra l’Unione Europea e la Russia. “Non tutti erano d’accordo, soprattutto gli Stati baltici, ma anche la Polonia era contraria”, ha dichiarato l’ex leader. "Oggi non saremo più in grado di chiarire cosa sarebbe successo se..."  ha concluso la ex cancelliera.

La reazione di Varsavia

Le politiche di Angela Merkel verso la Russia sono state “un totale fallimento”. Premesso che forse alcune sue parole sono state “equivocate”, il governo di Varsavia non fa sconti all’ex cancelliera tedesca. Il vice ministro della Difesa polacco Pawel Zawlesky, pur sottolineando che l’ex cancelliera non ha mai detto che Polonia e Paesi baltici sono responsabili della guerra in Ucraina come emerso dai rilanci dell’intervista, commenta che "le sue politiche” hanno contribuito “a chiudere gli occhi” sulle intenzioni di Vladimir Putin, sulle “minacce per i tedeschi e gli europei”, sulla “dipendenza che hanno creato dal petrolio e dal gas russi”. Merkel, prosegue il vice ministro polacco, “ha detto giustamente che Polonia e Baltici si sono opposti ad una nuova piattaforma di dialogo con la Russia, perché quello era il momento in cui Mosca si preparava all’invasione su larga scala dell’Ucraina, mentre gli americani ci stavano informando, e ci siamo opposti perché avevamo capito che la sua proposta era di appeasament con la Russia, non di ostacolo” ai suoi piani.

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Il commento del Cremlino

L'Unione europea è "ostaggio" della linea politica dei Paesi baltici e della Polonia, e quindi Angela Merkel sembra "avere ragione" ha detto invece il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Sfortunatamente - ha commentato Peskov, citato dall'agenzia Interfax - in molti aspetti della politica estera l'Unione europea, Bruxelles, è ostaggio della politica sfrenata degli Stati baltici e della Polonia. E' veramente così, e si può vedere a occhio nudo, per così dire". "Quindi possiamo immaginare che la signora Merkel abbia veramente ragione su questo", ha aggiunto il portavoce.

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