Introduzione
Stando a quanto riferito in Parlamento dal ministro degli Esteri Antonio Tajani i nostri connazionali fermati dalla marina militare israeliana a largo delle coste di Gaza sono stati trasferiti nel porto di Ashdod. "Secondo le informazioni disponibili, raccolte attraverso l'Unità di Crisi, che sta seguendo passo dopo passo la situazione, tutti i nostri connazionali sono in buone condizioni di salute", ha detto il vicepremier che fa sapere di aver chiesto al Consolato a Tel Aviv e al Console generale a Gerusalemme "di assistere gli italiani, sia al porto sia nelle procedure di rimpatrio". In serata, fonti della Farnesina, hanno confermato che stanno tutti bene i 46 italiani - compresi 4 parlamentari e 3 giornalisti - tra i più di 450 membri della Flotilla sbarcati ad Ashdod. Le attività di trasbordo e sbarco dei membri della flottiglia sono terminate. Espletate le procedure di riconoscimento, verranno tutti trasferiti in autobus al centro detentivo di Ketziot, nel sud di Israele, vicino alla città di Ber Sheva. Ecco chi sono gli italiani coinvolti.
Quello che devi sapere
Flotilla: "Attivisti a bordo nave militare israeliana"
“Dopo che le forze navali di occupazione israeliane hanno intercettato illegalmente le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, un convoglio pacifico e non violento che trasportava cibo, latte in polvere, medicine e volontari da 47 Paesi a Gaza, centinaia di partecipanti sono stati rapiti e, a quanto pare, portati a bordo della grande nave militare MSC Johannesburg”, fa sapere la Global Sumud Flotilla. Poco dopo la società svizzera della navigazione ha tuttavia smentito che gli attivisti siano stati condotti sul cargo Johannesburg.
Per approfondire: Flotilla verso Gaza, abbordate le barche: diversi italiani fermati. LIVE
Israele: "La provocazione della Flotilla si è conclusa"
"La provocazione di Hamas-Flotilla Sumud è finita. Nessuno degli yacht della Flotilla è riuscito nel suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva o di violare il legittimo blocco navale. Tutti i passeggeri sono sani e salvi. Stanno viaggiando sani e salvi verso Israele, da dove saranno espulsi in Europa. Un'ultima nave di questa provocazione rimane a distanza. Se si avvicinasse, anche il suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva e violare il blocco navale verrebbe impedito", ha scritto su X il ministero degli Esteri israeliano.
Gli italiani sulle navi intercettate
Tra le navi intercettate nel corso dell'operazione in mare avviata la notte del 2 ottobre ci sono la All Inn (Khan Yunis) con a bordo gli italiani Pietro Queirolo Palmas e la Alma con Antonio La Piccirilla e Simone Zambrin. Cinque italiani - Sara Masi, Federica Frasca, Marco Orefice, Irene Soldati, Gonzalo Nestor Fabian Di Pretoro - sono invece stati trasferiti dalla nave Aurora. Dell'equipaggio di Grande Blu fanno parte Emanuela Pala e Luca Poggi.
I connazionali fermati in mare
Nel conto degli attivisti arrestati vanno poi aggiunti Lorenzo D'Agostino che si trovava a bordo della nave Hio e la folta delegazione sulla Karma: Giacomo Migliore, Margherita Cioppi, Arturo Scotto, Annalisa Corrado, Paolo Romano e Saverio Tommasi. Altri cinque italiani - Barbara Schiavulli, Benedetta Scuderi, Carlo Alberto Biasioli, Jose Nivoi, Marco Croatti - sono stati intercettati dalla marina israeliana a bordo della nave Morgana (Nuseirat). Sei gli italiani a bordo anche di Otaria: Adriano Veneziani, Alessandro Mantovani, Cesare Tofani, Dario Crippa, Giorgio Patti e Manuel Pietrangeli.
Tutti gli attivisti della Flotilla in stato di fermo
L'operazione condotta prima che la missione umanitaria potesse raggiungere le coste di Gaza per consegnare gli aiuti ha coinvolto anche gli italiani Fabrizio De Luca, Paolo De Montis, Ruggero Zeni, Silvia Severini a bordo della Seulle (Kaysariyah) e Nicolas Calabrese che si trovava invece sull'imbarcazione Sirius. Come confermato dal ministro degli Esteri, nessun mezzo ha proseguito la navigazione e tutti i circa 200 attivisti della Flotilla si trovano in stato di fermo.
Amajou (ActionAid Italia): "Se vedete messaggio sono stato arrestato"
"Se vedete questo messaggio è perché sono stato rapito contro la mia volontà dalle forze israeliane", sono le parole diffuse da Abderrahmane Amajou, presidente di ActionAid Italia, a bordo della barca Paola 1 della Flotilla. Nato in Marocco e cittadino italiano dal 2011, Amajou ha ricoperto anche il ruolo di consigliere comunale a Bra (Cuneo).
Moglie deputato Pd Scotto: "Ultimo messaggio alle 6, era tranquillo"
"Come sto? Sono stanchissima, stanotte non ho dormito, con mio marito ci siamo scritti stanotte dalle 2 alle 6.05 su WhatsApp, l'ultima volta che ha letto un mio messaggio era alle 6.15", ha detto in un'intervista radiofonica Elsa Bertholet, moglie del deputato Pd Arturo Scotto. "Sono tranquilla perché anche lui lo era. Devo esserlo per i miei figli, che mi hanno vista giù, mio marito mi è mancato tantissimo", ha aggiunto.
Legali Flotilla: "In carcere anche parlamentari e reporter"
In serata, fonti dei legali della Flotilla Italia hanno fatto sapere che "secondo le informazioni finora ricevute, il piano stabilito è che tutti gli attivisti, compresi i parlamentari e i giornalisti, siano portati nel carcere di Ketziot, in attesa che vengano espletate tutte le procedure affinché avvenga il rimpatrio. A tutte le persone fermate verrà poi chiesto se intendono firmare un documento in cui si dichiarano responsabili dell'ingresso illegale in Israele e di accettare l'espulsione: in questo caso lascerebbero il Paese molto presto". La Farnesina ha fatto sapere che i detenuti non verranno interrogati né saranno sottoposti a particolari procedure giudiziarie. Verrà unicamente chiesto loro se sono disponibili ad accettare l'espulsione volontaria entro le 24/48h, oppure se intendono rifiutarla. Per coloro che rifiuteranno l'espulsione volontaria, si aprirà un breve procedimento giudiziario al termine del quale un giudice dovrebbe decretarne l'espulsione coatta. Questa di norma avviene entro le 72 ore dal Decreto d'espulsione.
Cosa succede agli italiani ad Ashdod
Ma cosa succede ora agli italiani fermati? Come riferisce Tajani che nelle ultime ore ha avuto contatti con il ministro degli esteri israeliano Sa'ar, dopo lo sbarco ad Ashdod, distante circa 400 chilometri da Gaza, l'intero equipaggio della Flotilla sarà trattenuto per due-tre giorni in appositi centri adibiti. L'allungamento dei tempi sarebbe dovuto alla sospensione delle pratiche degli uffici, chiusi in occasione dello Yom Kippur, festività religiosa celebrata dallo Stato ebraico.
Per approfondire: Yom Kippur, cos'è la festività ebraica più sacra
Tajani sente Saar per accelerare procedure rilascio italiani
In serata il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha contattato il collega israeliano Gideon Sa'ar per chiedergli informazioni e garanzie per tutti gli italiani partecipanti alla Flotilla fermati in Israele. Tajani ha confermato al ministro Saar dettagli sullo status e sulla condizione legale di immunità dei 4 parlamentari che fanno parte del gruppo. Ed ha ribadito la richiesta di accelerare ogni procedura per la liberazione immediata di tutti i cittadini italiani, dicono fonti della Farnesina.
Il trasferimento nel carcere di Ketziot
Secondo il piano approvato dal capo della polizia Dany Levi che vede coinvolti circa 600 agenti, una volta ultimate le operazioni di sbarco al porto di Ashdod, gli attivisti verranno trasferiti, su mezzi della polizia e del servizio penitenziario, nel carcere di Ketziot, non lontano dalla città di BeerSheba, nel deserto del Negev.
Verso il rimpatrio aereo
Gli attivisti saranno chiamati a scegliere o meno l'espulsione volontaria immediata, da eseguire nei tempi più rapidi possibili. La Farnesina ha già fatto sapere che gli attivisti verranno rimpatriati in Italia con degli aerei seguendo un programma d'assistenza che vede coinvolta l'ambasciata d'Italia a Tel Aviv.
In alternativa il carcere e il rimpatrio forzato
In caso di rifiuto all'espulsione immediata, per gli attivisti si profila la detenzione temporanea in carcere in attesa di lasciare il Paese tramite un rimpatrio forzato. In questo caso, i membri della Flotilla saranno processati da un tribunale speciale composto da funzionari degli Interni e dovranno attendere il decreto di respingimento emesso dall'Autorità giudiziaria con tempi stimati in 48-72 ore. Non sembrano profilarsi al momento forme di detenzione a medio lungo termine.
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