Jerry Greenfield, il co-fondatore dell'iconica fabbrica di gelati, ha deciso di fare un passo indietro. L'accusa mossa nei confronti della multinazionale britannica è quella di non aver rispettato la garanzia, definita nei termini di acquisto, di perseguire i valori originari dell'azienda
Non si placano i toni tra uno dei fondatori di Ben & Jerry's e Unilever - multinazionale britannica di beni di consumo - che dal 2000 è la proprietaria dello storico marchio di gelati. Questa volta però, a causa delle costanti censure legate alla questione palestinese, Jerry Greenfield ha deciso di presentare le sue dimissioni. Ben Cohen, storico socio, ha condiviso una lettera aperta su X del suo collega in cui affermava che dimettersi era stata "una delle decisioni più difficili e dolorose" che avesse mai preso. L'accusa mossa ad Unilever è quella di aver limitato la capacità del produttore di gelati di parlare di cause sociali.
Ben & Jerry's VS Unilever, le divergenze di vedute e la censura
"È con il cuore spezzato che ho deciso che non posso più, in tutta coscienza, e dopo 47 anni, rimanere un dipendente di Ben & Jerry's" si legge nella lettera pubblicata sui social. Per capire cosa sta succedendo in questi giorni però, bisogna fare un passo indietro e tornare a quando i due fondatori decisero nel 2000 di vendere Ben & Jerry's alla multinazionalle britannica. Le ragioni furono svariate, tra queste la garanzia di mantenere una totale "indipendenza per perseguire i (loro) valori originari". La scorsa settimana Choen e Greenfield, stanchi di dover subire ripercussioni a causa delle loro posizioni, hanno scritto una lettera indirizzata al consiglio di amministrazione della Magnum Ice Cream Company affinché l'iconica fabbrica di gelati venisse "liberata" dalla multinazionale. L'obiettivo? Operare in modo indipendente in seguito alle controversie sorte nel corso degli anni per divergenze di vedute su certe questioni tra cui: le critiche alle politiche del presidente Donald Trump e la guerra di Israele a Gaza. La lettera è stata inviata proprio mentre Unilever si prepara a scorporare la sua divisione gelati (la Magnum Ice Cream Company pwe l'appunto) che comprende anche Wall's, con una quotazione principale ad Amsterdam e quote secondarie a Londra e New York. La risposta della Unilever ai due è stata molto chiara: "Ben & Jerry's non è in vendita". Dopo l'annuncio di Cohen, un portavoce della Magnum Ice Cream Company ha dichiarato alla Reuters di non essere d'accordo "con il punto di vista di Jerry e di aver cercato di coinvolgere entrambi i co-fondatori in un dialogo costruttivo".
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Dopo il 2021, una crisi sempre più evidente
Negli utlimi anni il rapporto tra l'iconico marchio dei gelati e la multinazionale inglese si è incrinato in modo irreversibile. Nel 2021, dopo aver interrotto le vendite nei territori palestinesi occupati perché reputato "incoerente con i valori sociali di Ben & Jerry's", la contrariata reazione dello Stato ebraico spinse la Unilever a vendere la divisione israeliana ad un'attività locale. Il produttore di gelati fece causa alla società madre e i due trovarono un accordo solo nel 2022. Verso la fine dell'anno scorso, Ben & Jerry ha intentato una nuova causa contro l'azienda britannica che ha accusato di aver censurato le sue dichiarazioni pubbliche a sostegno dei rifugiati palestinesi e le risoluzioni per porre fine agli aiuti militari a Israele. A gennaio, l' azienda produttrice di gelati ha affermato che Unilever aveva "bloccato unilateralmente" un post che faceva riferimento all'aborto, al cambiamento climatico e all'assistenza sanitaria universale perché menzionava il presidente Donald Trump. E ancora. A marzo, sempre di quest'anno, una nuova accusa: "l'azienda ha violato l'accordo di fusione per l'estromissione della CEO David Stever a causa dei commenti pubblici del marchio su temi progressisti".