Eurovision, anche la Spagna pronta a boicottare se parteciperà Israele

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Il Consiglio d'amministrazione della Radiotelevisione pubblica spagnola Rtve ha annunciato la decisione unendosi a Islanda, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia. Israele ha già fatto sapere di non voler rinunciare alla partecipazione

Anche la Spagna ha annunciato di non voler partecipare all'Eurovision Song Contest che si terrà a Vienna nel 2026 nel caso in cui alla competizione canora sia presente Israele. L'annuncio è stato dato dal Consiglio di amministrazione della Radiotelevisione pubblica spagnola Rtve con un comunicato. Madrid si unisce quindi agli altri quattro Paesi - Islanda, Irlanda Paesi Bassi e Slovenia - che boicotteranno la kermesse internazionale in segno di protesta per il conflitto a Gaza e la mancata esclusione di Israele, come già avvenuto per la rappresentanza della Russia per l'invasione in Ucraina.

Primo dei big 5 a boicottare

La Spagna dunque il quinto Paese ad annunciare la volontà di boicottare l'Eurovision, ma il primo dei 'Big five', i maggiori fnanziatori dell'evento che hanno il dritto all'accesso diretto alla finale (gli altri quattro sono Italia, Francia, Germania e Regno Unito).

Proposta approvata a maggioranza

La proposto dal presidente di Rtve, José Pablo Lopez, è stato approvata dal Consiglio di amministrazione con 10 voti a favore, 4 contrari e 1 astenuto. In un comunicato Rtve segnala che la decisione non altera i programmi rispetto alla celebrazione del Benidorm Fest, "un festival con propria identità, totalmente consolidato e che il prossimo anno celebra la sua quinta edizione". L'intenzione spagnola è quella di esercitare una maggiore pressione in vista dell'assemblea generale dell'Unione Europea di Radiodiffusione (Uer), prevista agli inizi di dicembre, che dovrà decidere se mantenere la tv pubblica israeliana Kan nella competizione.

La posizione dell'EBU

Già l'anno scorso diversi artisti che in passato avevano partecipato alla rassegna avevano firmato una petizione per chiedere l'esclusione di Israele dall'Eurovision. L'EBU (European Broadcasting Union), che organizza l'evento, ha in passato motivato la decisione di non escludere Israele dicendo che l'Eurovision è una competizione tra le emittenti pubbliche che vi aderiscono e che non sarebbe possibile sanzionare l'emittente pubblica Kan per punire le azioni del governo israeliano. Sull'esclusione della Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, l'EBU ha spiegato che è stata dovuta al mancato rispetto da parte dell'emittente pubblica russa dei propri obblighi nei confronti dell'organizzazione e dei valori del servizio pubblico.

La risposta di Israele

La decisione finale sulla partecipazione di Israele sarà presa a dicembre. Secondo quanto riportato dalla stampa israeliana, l'Ebu avrebbe suggerito a Kan di valutare un ritiro temporaneo o la partecipazione sotto bandiera neutrale per evitare un'esclusione, ma la notizia non è stata confermata da nessuna delle due parti. In compenso, la tv israeliana Kan ha già annunciato di non voler fare alcun passo indietro: "Non c'è motivo per cui Israele non debba continuare a essere parte di questo evento culturale, che non può diventare politico", ha dichiarato il direttore Golan Yochpaz ricordando che dalla fondazione della Israel Public Broadcasting Corporation nel 2017, Israele è stato "uno dei partecipanti di maggior successo", classificandosi negli ultimi sette anni ai primi posti.  

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