Eu Chat Control, proposta europea sul controllo di chat contro la pedofilia: cosa sappiamo

Mondo
©Ansa

Introduzione

Conto alla rovescia per il voto, da parte dei 27, sul regolamento comunitario che darà il via libera o meno al meccanismo di controllo sulle chat con l'obiettivo di stanare in rete i contenuti legati a pedofilia e pedopornografia. Entro domani, 12 settembre, gli Stati dell'Unione Europea sono chiamati a esprimersi sulla proposta che apre all'uso di un algoritmo sulle piattaforme. Ma non tutti sono d'accordo, ecco perché.

Quello che devi sapere

A cosa serve il chat control

In caso di approvazione dell'EU Chat Control da parte di Parlamento e Commissione Europea, le società che forniscono software crittografati saranno obbligate a consentire una verifica preventiva sui contenuti alla ricerca di materiale dove si menzionano abusi su soggetti con meno di 18 anni di età. Spetta ad un algoritmo bypassare la crittografia e intercettare l'eventuale illecito prima che dal mittente il messaggio giunga al destinatario.

 

Per approfondire: Giornata contro la pedofilia e la pedopornografia: casi aumentati del 6% dal 2023

A cosa serve il chat control

L'obiettivo del regolamento

Scopo dichiarato del Regolamento per la prevenzione e la lotta contro l'abuso sessuale su minori è il contrasto al fenomeno che coinvolge un numero crescente di vittime adolescenti in rete, a partire dalla definizione di un quadro normativo applicabile in tutta l'Unione. La proposta mira inoltre alla creazione di un Centro Europeo sugli abusi che funga da punto di raccolta unico per tutte le segnalazioni.

pubblicità

Quali contenuti verrebbero bloccati

Ma cosa succede se un messaggio a rischio viene intercettato? Il contenuto viene caricato su un database incaricato di verificare la presenza o meno di materiale illegale. Dalle immagini a video, note vocali e link esterni: ogni contenuto audiovisivo condiviso dagli utenti in chat su piattaforme social come WhatsApp, Telegram, Signal - anche in presenza di cifratura end-to-end - viene scansionata. L'eventuale riscontro tra il materiale con il database apre al blocco della diffusione e alla segnalazione presso le autorità competenti.

I dubbi sulla sicurezza delle comunicazioni

Il possibile grado di penetrazione dell'algoritmo nelle piattaforme di comunicazione in rete ha messo in allarme diversi esperti di cybersicurezza, preoccupati dal venir meno del velo di riservatezza che copre la corrispondenza tra messaggi privati.

pubblicità

Divisione nell'Ue sul regolamento

A farsi promotrice tra i Paesi membri del regolamento è stata soprattutto la Danimarca che detiene la presidenza semestrale del Consiglio dell'Unione Europea. Come riporta la piattaforma online Fightchatcontrol.ue, contraria al provvedimento, l'annunciata stretta su chat e foto private ha incontrato l'opposizione ufficiale di 8 Stati: Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Finlandia, Paesi Bassi e Polonia. Dopo alcune titubanze, il governo tedesco guidato dal cancelliere Merz ha confermato l'opposizione espressa con forza dal precedente esecutivo Spd-Verdi-Liberali.

Italia, Francia, Spagna per il sì, 4 Stati indecisi

Allo stato attuale oltre la metà dei Paesi appoggia la proposta, avanzata per la prima volta nel maggio 2022 dall'allora Commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson. Dall'Italia a Francia e Spagna, 15 governi hanno annunciato il disco verde al nuovo regolamento comunitario. Alla vigilia del voto rimane tuttavia una quota di Stati "indecisi": Estonia, Grecia, Romania e Slovenia. A Tallinn in particolare il confronto su un tema così delicato è a tutto campo. "L'Estonia è sempre stata una fervente sostenitrice della crittografia end-to-end. Ora siamo indecisi? Cosa succede?", ha scritto su LinkedIn Luukas Ilves, ex sottosegretario per l'Editoria e l'Innovazione Digitale.

pubblicità

Opposizioni nel Parlamento Ue

Non solo tra i Paesi membri. Il regolamento sull'Eu Chat Control spacca anche i gruppi al Parlamento Europeo con un'inedita opposizione che vede sulla stessa linea i partiti verdi e social-liberali e la destra dei Patrioti per l'Europa. Per gli europarlamentari del gruppo di sinistra Verdi/Alleanza Libera Europea "proteggere i bambini online è possibile senza una sorveglianza di massa". Sulla stessa linea è la posizione dell'eurodeputato populista ceco Filip Turek. "La mia posizione ufficiale sul voto per il Chat Control è chiara. Voterò contro!", ha dichiarato Turek promotore di una petizione insieme al collega Nikola Bartusek contro la proposta bollata come una "ingerenza di Bruxelles". Sul fronte dei Popolari, si sfila la finlandese Aura Salla secondo la quale il regolamento "pone un rischio enorme di esporre le nostre comunicazioni e foto private".

Lo studio commissionato dal Parlamento Ue

Secondo uno studio disposto dal Parlamento Europeo e presentato alla Commissione su Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni, il regolamento rischia di avere un impatto negativo per l'elevato tasso di errore sul rilevamento degli abusi nei messaggi e nei file, a partire dai contenuti diffusi dagli utenti in modo consensuale. Viene inoltre messa in guardia la potenziale erosione della crittografia end-to-end, della privacy e della sicurezza nelle comunicazioni digitali.

pubblicità

Pedopornografia e adescamento online, dati in crescita

Come ricordato dall'associazione Save The Children in occasione dell'ultima Giornata internazionale contro la pedofilia e la pedopornografia celebrata il 5 maggio scorso, nel 2024 le vittime in Italia sono quasi raddoppiate passando in un anno da 75 a 137, il 66% dei quali under 14 anni. A crescere è anche la pedopornografia e l'adescamento online che ha visto la Polizia Postale impegnata a gestire 2.809 casi, il 6% in più rispetto allo stesso periodo 2023.

Revenge porn e sextortion

A questi si aggiungono i casi di revenge porn, la diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti, balzati in un anno a 42 rispetto ai 29 del 2023. Di questi circa tre vittime su quattro hanno tra i 14 e 17 anni. Calano leggermente invece i casi di estorsione sessuale (sextortion) con vittime minorenni: 127, sei in meno in confronto all'anno precedente. "Gli abusi sessuali nei confronti dei minori sono reati gravissimi, che comportano conseguenze traumatiche indelebili. Va compiuto ogni sforzo, da parte delle istituzioni nazionali e territoriali e degli attori privati, responsabili di luoghi frequentati da minori, affinché ogni rischio sia tempestivamente intercettato e adeguatamente segnalato e contrastato, per evitare che gli abusi si verifichino", ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.

 

Per approfondire: Francia, condannato a 20 anni medico chirurgo pedofilo: 299 le vittime

pubblicità