Il primo ministro laburista Starmer ha deciso di rimuovere con effetto immediato dal suo incarico l’ambasciatore britannico negli Stati Uniti Peter Mandelson, a causa dei suoi legami con Jeffrey Epstein. Tra gli artefici della trasformazione del Labour a fine anni ’90, Mandelson ha ricoperto il ruolo di ministro sotto il governo Brown ed è stato anche commissario europeo
Dopo diverse polemiche, alla fine il primo ministro Keir Starmer ha deciso di rimuovere Peter Mandelson dal ruolo di ambasciatore britannico negli Stati Uniti con effetto immediato. Ad annunciarlo è stato il Foreign Office alla vigilia della prima visita di Stato di Donald Trump nel Paese: troppo grave, infatti, la scoperta del legame tra il 71enne politico laburista e Jeffrey Epstein, morto suicida nel 2019 in carcere a New York mentre attendeva il processo per traffico sessuale di minorenni. Le email tra i due “mostrano che la profondità e l'ampiezza della relazione di Peter Mandelson con Jeffrey Epstein è materialmente diversa da quella nota al momento della sua nomina”, si legge in una nota del ministero degli Esteri britannico. Una scelta quindi doverosa, anche “per rispetto alle vittime dei crimini di Epstein”. Il provvedimento di Starmer segue la pubblicazione di un messaggio di sostegno che Mandelson inviò ad Epstein malgrado il finanziere rischiasse il carcere per reati sessuali. "Il mio migliore amico, un uomo intelligente e perspicace, paracadutato nella mia vita", lo definiva in una lettera contenuta nel libro degli auguri per il 50esimo compleanno di Jeffrey Epstein nel 2003 e pubblicata dai legislatori americani.
Chi è Peter Mandelson
Mandelson ha servito per 12 anni come deputato laburista nella Camera dei Comuni britannica, rappresentando il collegio di Hartlepool. È stato uno degli artefici dietro il cambiamento del partito che a fine anni ’90 è diventato il "New Labour" ed è tornato a Downing Street con Tony Blair. Proprio sotto Blair Mandelson ha servito come consigliere in due periodi distinti durante il suo mandato da Primo ministro, attirandosi critiche per il suo stile spregiudicato nella gestione della comunicazione politica. Successivamente, ha assunto la carica di commissario europeo per il commercio, prima di rientrare a Londra e ricevere il titolo nobiliare di barone. Ministro delle attività produttive sotto il governo Brown, nel 2010 era uno dei candidati per la leadership del partito, ma la nomina a barone lo ha costretto a rinunciare, essendo il ruolo incompatibile con la “Lordship”.