Immigrazione, Gaza e sussidi. Anatomia della crisi dei Laburisti

Il 4 luglio dello scorso anno i laburisti di Keir Starmer conquistavano 411 seggi su 650 nel Parlamento del Regno Unito, assicurandosi una vittoria nettissima e tornando al potere per la prima volta dopo quindici anni. Poco più di un anno dopo, tutti i sondaggi danno i Laburisti dietro a Reform UK, l’ultima creatura di Nigel Farage, uomo immagine della Brexit che negli ultimi anni decenni ha animato la politica britannica prima con lo UKIP, poi con il Brexit Party e poi con Reform UK. Un vantaggio di 20 punti dilapidato in un anno Un anno fa Reform si era fermato al 14%, 20 punti dietro i Laburisti e dieci punti dietro i Conservatori . Per l’ultimo sondaggio di Opinium oggi il partito di Farage è davanti a quello di Starmer di 5 punti , per Yougov di due , solo per citare due istituti particolarmente celebri, ma è da aprile che non esce un sondaggio con i Laburisti primo partito. Ma come ha fatto il Partito Laburista a dilapidare un vantaggio di 20 punti in appena un anno? Una possibile risposta arriva sempre dai sondaggi. Una delusione trasversale Paragonando il report post elettorale di Yougov con l’ultimo sondaggio del medesimo istituto, notiamo che i Laburisti hanno perso terreno in tutti i segmenti demografici. Sono scesi di 8 punti fra i giovani e di 7 fra gli anziani, ma di oltre 10 punti nelle fasce d’età intermedie. Hanno perso 8 punti fra gli uomini e 12 fra le donne, 13 fra i “Remainer” e 9 fra i “Leaver”, 10 fra i benestanti e 11 fra le classi sociali più in difficoltà. Non si tratta quindi di scontentare una parte del proprio elettorato, ma di un calo diffuso che non risparmia nessuna fetta della popolazione. Un elettore laburista su nove oggi voterebbe Reform UK Secondo l’ultimo sondaggio di Opinium, uscito nel weekend sull’Observer, oggi solo il 55% di coloro che hanno votato Labour un anno fa confermerebbero la scelta, ma ben l’11% andrebbe invece proprio a Reform UK, il partito sulla carta più lontano dai Labour. Secondo un altro sondaggio di Opinium uscito a inizio mese, in occasione dell’anniversario delle elezioni, gli elettori laburisti del 2024 si dividono in due fette quasi uguali fra coloro che promuovono il primo anno di governo e coloro che lo bocciano . Addirittura il 61% di coloro che hanno votato il Labour un anno fa si dichiara deluso rispetto alle aspettative. Immigrazione, sussidi e Gaza: dove sta deludendo Starmer? Sapendo che Reform UK è un partito con una forte anima nazionalista, non stupisce che il tema su cui gli elettori laburisti si fanno più corteggiare da Farage è proprio l’immigrazione. Il 21% degli elettori laburisti di un anno fa pensa infatti che il governo che gestirebbe meglio la questione migratoria sarebbe proprio uno guidato da Reform, mentre “solo” il 37% sceglierebbe un governo a guida laburista. E questo nonostante Starmer si sia molto impegnato per apparire duro sul tema dell’immigrazione. Seppur in proporzione minore, Reform riesce ad attirare gli ex elettori Lab anche su temi come la lotta al crimine e al terrorismo, confermando il fascino della destra law and order in questa fase della politica britannica. Ma non è solo sull’immigrazione che Starmer e il suo governo hanno deluso i propri elettori. La restrizione dei sussidi agli anziani per il pagamento del riscaldamento in inverno, ad esempio, è rimasta indigesta in modo trasversale a tutto l’elettorato. Quasi la metà degli elettori Labour del 2024 dice che il governo ha gestito male la questione, così come non è piaciuta la riforma dei sussidi per la disabilità, due temi che fra l’altro riguardano il welfare, tema su cui i laburisti sono sempre stati considerati storicamente credibili dagli elettori. Ma anche su Gaza ci sono stati problemi: il 22% degli elettori Labour boccia la risposta del governo, che si è contraddistinto per essere uno dei più filo-israeliani in Europa.

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