Russia: "Pronta a produrre droni Shahed in massa". Cosa sono e perché vengono utilizzati
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Secondo l'intelligence ucraina, Mosca sarebbe pronta a produrre fino a 2.700 droni Shahed al mese da lanciare su Kiev. Di brevetto iraniano, queste armi sono ritenute economiche ed efficaci, capaci di colpire bersagli a terra, eludendo le difese aeree, in un raggio di circa 2.500 chilometri dal sito di lancio
Quello che devi sapere
La produzione di droni Shahed
La Russia potrebbe essere in grado di produrre ogni mese fino a 2.700 droni d'attacco Shahed, di brevetto iraniano, gli stessi che piovono ogni notte a centinaia sul territorio ucraino. A dichiararlo è Andrii Yusov, rappresentante dell'Intelligence del ministero della Difesa ucraino (Hur), in un'intervista a Novyny.live, citata da Ukrinform. Ma cosa sono questo tipo di droni e perché Mosca ne usa in quantità?
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Cos'è il drone Shahed
L'Hesa Shahed 136 (che letteralmente significa "testimone") è un "drone suicida" progettato dall'azienda aeronautica iraniana Shahed e costruito dall'Iran Aircraft Manufacturing Industries Corporation (Hesa). In servizio dal 2021, quest'arma nota anche con il nome russo Geran-2 è ritenuta economica e soprattutto efficace. È stata progettata per colpire bersagli a terra, eludendo le difese aeree, in un raggio di circa 2.500 chilometri dal sito di lancio. È una delle armi usate dall'Iran nell’attacco a Israele.
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Le caratteristiche tecniche
Il velivolo è lungo circa 3,5 metri, mentre la sua apertura alare arriva a 2,5 metri nella parte posteriore. Pesante circa 200 chili, di cui 50 costituiti dall'esplosivo trasportato, lo Shahed 136 è in grado di volare per 2.500 chilometri a una velocità massima di 185 chilometri orari.
Dove è già stato impiegato
Si ritiene che gli Shahed 136 siano stati schierati per la prima volta in un teatro di guerra nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi. Tuttavia, il loro impiego più massiccio - oltre a quello da parte dell'Iran nell'attacco a Israele - è stato quello effettuato dalle forze terrestri russe proprio durante l'invasione dell'Ucraina, cominciata il 24 febbraio 2022.
Mosca punta sullo Geran-2
"I russi hanno intensificato la produzione del Geran-2, che è lo Shahed standard" e "con alcune modifiche ora possono produrne fino a 2.700 al mese", ha affermato l'ucraino Yusov. "Gli attacchi massicci rappresentano una seria sfida per le nostre forze di difesa aerea e missilistica. Rappresentano anche una sfida per i nostri partner, che devono aiutarci a proteggere i cieli ucraini", ha sottolineato Yusov. Secondo l'intelligence ucraina, la Russia mira a produrre 79.000 droni nel 2025.
A luglio il record di lancio di droni
"Solo nel mese di luglio i russi hanno utilizzato contro l'Ucraina oltre 5.100 bombe teleguidate, più di 3.800 droni kamikaze Shahed e quasi 260 missili di vario tipo, di cui 128 balistici", ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si tratta di un record assoluto nella guerra in Ucraina. "Solo insieme possiamo fermare tutto questo: America, Europa, altri attori globali. Ogni nostra interazione è importante. Ogni giorno è importante. Grazie a tutti coloro che aiutano l'Ucraina", ha aggiunto il capo di Stato.
Usati anche con le mine anticarro
La Russia sta utilizzando i droni Shahed per lanciare anche mine anticarro su obiettivi ucraini, ha reso noto il sito specializzato nel settore della difesa The War Zone (Twz). Secondo il portale, un nuovo video è apparso sui social media che mostra almeno uno dei velivoli senza pilota ad ala delta che sgancia una mina anticarro PTM-3 da un contenitore posto sotto la fusoliera. Ogni contenitore contiene una mina, scrive Twz, che viene sganciata da una piccola carica esplosiva, visibile nel video, in cui almeno due veicoli ucraini vengono colpiti.
Kiev sa neutralizzare i droni
Se la produzione massiccia di Shahed preoccupa, è anche vero che Kiev ha dimostrato di essere in grado di neutralizzare questo tipo di droni. Come riportato da Ukrinform, che cita l'Aeronautica militare dell'Ucraina, a metà agosto le forze militari russe hanno lanciato 49 droni d'attacco Shahed e vari tipi di droni esca da diverse direzioni, tra cui Kursk, Primorsko-Akhtarsk e Shatalovo. In quell'occasione, anche due missili Iskander-M/KN-23 sono stati lanciati dal Kursk. I droni d'attacco hanno preso di mira le regioni di Donetsk, Sumy e Chernihiv, mentre i missili balistici erano puntati sulla regione di Poltava. L'attacco è stato tuttavia respinto da una risposta coordinata ucraina che ha coinvolto aviazione, unità missilistiche antiaeree, squadre di guerra elettronica, sistemi senza pilota e gruppi di fuoco mobili. Secondo i dati preliminari, le forze di difesa aerea hanno abbattuto 34 obiettivi aerei: i due missili Iskander e 32 droni.
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Il contrattacco ucraino
L'Ucraina non solo neutralizza i droni, ma passa al contrattacco cercando di colpire presunti siti di produzione collegati a tali velivoli. Le forze armate di Kiev hanno dichiarato a inizio luglio di aver colpito con droni un impianto chimico a Krasnozavodsk, nella regione di Mosca, che produce esplosivi, munizioni e testate termobariche per i droni Shahed. Alcuni canali Telegram militari russi, in quell'occasione, hanno pubblicato video riferiti a un attacco ucraino in quella zona, dove risiede appunto un impianto chimico, senza però specificare se fosse stato colpito o meno.
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