Norvegia al voto, l'instabilità può favorire il premier laburista

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Dopo la chiusura dei seggi, si avrà chiarezza del quadro politico nazionale in quella che si prospetta essere una tornata elettorale piuttosto incerta, dominata da questioni geopolitiche che potrebbero anche favorire il premier laburista uscente. Jonas Gahr Store, secondo i sondaggi, appare infatti in leggero vantaggio rispetto agli altri esponenti politici in corsa

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Urne aperte in Norvegia. Il Paese è chiamato, infatti, al voto in una tornata elettorale che si preannuncia piuttosto incerta, dominata da questioni geopolitiche che potrebbero anche favorire il premier laburista uscente. Jonas Gahr Store, secondo i sondaggi, appare in leggero vantaggio e secondo gli osservatori potrebbe pure approfittare dell'incertezza globale che spinge gli elettori a sostenere la stabilità percepita di un governo già in carica. Gran parte della campagna elettorale, in generale, si è basata su questioni interne come il costo della vita, l'assistenza sanitaria, le disuguaglianze, l'istruzione e l'idea di abolire l'imposta sul patrimonio, che ha sostanzialmente i due schieramenti in campo. Per conoscere i primi risultati servirà attendere la chiusura dei seggi elettorali, prevista alle 19. 

Il contesto politico in Norvegia

La Norvegia, che è membro della Nato, confina con la Russia nell'Artico e la sua economia dipende in gran parte dalle esportazioni. Il politologo Johannes Bergh ha proprio evidenziato la significativa esperienza di Store negli affari globali ed il suo primo incarico come ministro degli Esteri, iniziato ormai 20 anni fa. "Il fatto che Donald Trump sia stato eletto presidente negli Stati Uniti, le discussioni sui dazi doganali e sul fatto che il commercio internazionale sia molto più incerto, oltre alla guerra in Ucraina sono questioni che spingono gli elettori a schierarsi a favore del governo in carica", ha evidenziato l'esperto. L'attuale primo ministro, comunque, potrebbe aver bisogno del sostegno di tutti gli altri quattro partiti di sinistra per restare al potere. Questo blococ politico, però, resta diviso su questioni come le trivellazioni petrolifere, che il partito laburista vuole continuare e che i Verdi ostacolano. Ed entrambi gli schieramenti appoggiano  stretti rapporti con l'Unione Europea e, inoltre, spingono per l'adesione della Norvegia, un obiettivo mal visto dal centro e dai partiti di estrema sinistra, così come dalla maggior parte dei norvegesi. Per quanto concerne la politica estera, l'estrema sinistra vorrebbe che il fondo sovrano del Paese, uno dei più importanti al mondo, disinvestisse da Israele, una prospettiva cui però il partito laburista si oppone. In tutto ciò anche l'area di destra appare non coesa: i Conservatori dell'ex primo ministro Erna Solberg sono stati superati dal Partito del Progresso, contrario all'immigrazione.

Gli esponenti principali

Dunque, se Store resta la scelta consolidata per il ruolo di primo ministro tra i partiti di sinistra, Solberg deve vedersela con Sylvi Listhaug del Partito del Progresso per il ruolo di figura leader nell'opposizione. Listhaug ha ottenuto risultati migliori nei sondaggi, ma risulta essere una candidata maggiormente divisiva, soprattutto per gli elettori moderati. Il blocco di destra comprende anche due piccoli partiti di centro-destra, tra cui i Liberali, che sono in contrasto con il Partito del Progresso su una serie di questioni, tra cui il clima, l'Ue ed ancora l'immigrazione.

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