L'Europa sceglie la destra. La conferma dai sondaggi

Il vento politico in Europa soffia verso il centrodestra e la destra. Lo confermano i sondaggi: l’autorevole testata Politico, attraverso la piattaforma Poll of Polls, elabora una media delle rilevazioni per ciascuno Stato europeo, e il quadro che emerge mostra che nei Paesi più popolosi i partiti di centrodestra e destra risultano in vantaggio. In Italia la situazione è ben nota. Fratelli d’Italia si mantiene stabilmente attorno al 30% da due anni, e risulta in crescita rispetto al 26% ottenuto alle elezioni politiche del 2022. Il Partito Democratico è secondo, al 23%, anch’esso stabile secondo la media di Politico. Il centrodestra continua quindi a dominare lo scenario politico nazionale, senza particolari segnali di cedimento, complice anche la frammentazione delle opposizioni. In Germania, Stato membro più popoloso dell’Unione, si è votato a febbraio e i socialdemocratici di Olaf Scholz hanno subito una dura sconfitta. La CDU/CSU, principale forza di centrodestra, ha ottenuto il 29%, mentre l’estrema destra di AfD ha conquistato il 21%. Oggi la CDU/CSU è data al 28%, mentre AfD ha guadagnato terreno salendo al 24%. I tre partiti della coalizione di Scholz – SPD, Verdi e FDP – totalizzano insieme appena il 29%. Nel Regno Unito si è votato il 4 luglio 2024, con una storica vittoria dei Laburisti guidati da Keir Starmer, che hanno posto fine a 14 anni consecutivi di governi conservatori . Ma la luna di miele è finita in fretta: i Laburisti sono scesi dal 35% al 23%, mentre i Conservatori – oggi guidati da Kemi Badenoch – calano dal 22% al 17%. L’exploit è di Reform UK, il partito di destra fondato da Nigel Farage erede del Brexit Party, che oggi è accreditato come prima forza del Paese. Pur non avendo, secondo l’ultima simulazione YouGov, abbastanza seggi per governare da solo, il suo balzo riflette un malcontento diffuso che i Conservatori non sono riusciti a intercettare. Anche in Francia il primo partito, il Rassemblement National, è di destra. Politico non produce medie sui partiti francesi, data la natura semipresidenziale del sistema, ma i sondaggi sulle presidenziali del 2027 parlano chiaro. Secondo Ifop e Harris, Bardella e Le Pen otterrebbero il 30-31% al primo turno, e anche se al ballottaggio la situazione potrebbe ribaltarsi con il cosiddetto barrage républicain, il dato resta significativo. Le Pen potrebbe non candidarsi a causa di una condanna, anche se spera in un ribaltamento in appello, ma in ogni caso Bardella appare altrettanto competitivo e solido nei consensi. In Spagna, la media di Politico vede il Partido Popular di Alberto Núñez Feijóo al 34%, in leggera crescita rispetto al 33% ottenuto alle elezioni generali del 2023. Il PSOE di Pedro Sánchez, pur avendo mantenuto il governo grazie a una maggioranza fragile con l’appoggio degli indipendentisti catalani e baschi, passerebbe dal 32% delle elezioni al 27% attuale. In crescita sarebbe soprattutto l’ultradestra di Vox, che salirebbe dal 12% al 15%. Feijóo ha dichiarato che non porrà un cordone sanitario intorno a Vox, aprendo così la strada a un’intesa PP-Vox anche a livello nazionale, ma già presente in diverse comunità autonome e città. In Polonia, invece, le prime due forze politiche sono di destra e centrodestra e la situazione è simile a quella emersa dalle elezioni legislative del 2023 e presidenziali del 2025. KO esprime l’attuale primo ministro Donald Tusk, mentre PiS ha in Karol Nawrocki il presidente della Repubblica. Considerando questi Paesi UE con oltre 30 milioni di abitanti – più il Regno Unito – il quadro è quindi chiaro: in tutti la prima forza è di centrodestra o di destra. E lo stesso vale per gran parte degli altri 23 Stati membri dell’Unione: secondo le medie dei sondaggi di Politico, in 16 Stati è in testa un partito conservatore o di destra. Solo in 7 Paesi – Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Malta, Svezia e Slovacchia – il primo partito nelle rilevazioni al momento è di centrosinistra.

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Alessio Vernetti