Terremoto in Kamchatka e tsunami, la mappa delle zone a rischio onde anomale

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Introduzione

Quello che ha colpito l'Estremo Oriente russo, causando anche un allarme tsunami per onde fino a quattro metri in tutto il Pacifico, viene già considerato come uno dei terremoti più forti mai registrati in assoluto. La scossa di magnitudo 8.8 ha colpito in particolare al largo di Petropavlovsk, nella remota penisola russa della Kamchatka ed ha costretto ad evacuare anche le coste dalle Hawaii al Giappone.

Quello che devi sapere

L’anello di Fuoco del Pacifico

  • Le zone a rischio sono diverse, anche considerando che il cosiddetto “anello di Fuoco del Pacifico” è una cintura geologica che circonda l'Oceano Pacifico per oltre 40.000 Km ed è contraddistinto da una evidente attività sismica e vulcanica causata da numerose placche tettoniche in costante movimento. Questa cintura attraversa le coste orientali dell'Asia riguardando Giappone, Filippine, Indonesia, ma anche l'Oceania con Papua Nuova Guinea e Nuova Zelanda e si estende lungo le coste occidentali delle Americhe, partendo dall'Alaska e fino al Cile. Proprio in questa area si registra la gran parte dell'attività sismica mondiale e il 75% dei vulcani attivi del pianeta.

 

PER APROFONDIRETerremoto magnitudo 8.8 in Kamchatka. Allerta tsunami sulla costa Pacifica. LIVE

La penisola di Kamchatka

  • La penisola di Kamchatka si trova proprio lungo la zona che si estende tra la placca pacifica e quella dell'Okhotsk. Il movimento delle due placche può generare terremoti anche di intensità molto forte. Senza contare che la zona è caratterizzata dalla presenza di oltre 160 vulcani, di cui 29 attivi, come il Klyuchevskaya Sopka, uno dei più grandi al mondo.

 

PER APPROFONDIRETerremoti, i più forti di sempre nel mondo, per magnitudo e numero di vittime. FOTO

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Le città russe colpite

  • Dopo il terremoto odierno, uno tsunami ha colpito la città portuale di Severo-Kurilsk, mentre onde anomale hanno investito anche Elizovsky, in Kamchatka. Ma sono anche altre e diverse le zone a rischio di essere investite da questo fenomeno. Infatti le autorità dei Paesi che si affacciano sul Pacifico in Nord e Sud America, tra cui proprio Stati Uniti, Messico ed Ecuador, hanno già segnalato alle popolazioni locali di evitare di recarsi sulle spiagge. In Giappone, le persone sono state evacuate verso zone più elevate, come a Hokkaido, dove è stata anche registrata una prima onda anomala. 

Le città russe colpite

Il terremoto più forte dal disastro di Fukushima

  • Dunque, come detto, l’allerta tsunami è stata attivata in Giappone, Russia e in aree degli Stati Uniti dopo il terremoto al largo della Kamchatka, registrato a circa 136 chilometri a sudest della penisola di Kamchatka, nel mare di Bering, ad una profondità di circa 20 chilometri, secondo quanto riferito dallo Us Geological Survey (Usgs) secondo cui si è trattato del terremoto più forte mai registrato nel mondo dal disastro di Fukushima del marzo 2011. Il rischio per le zone che si affacciano sul Pacifico è che le onde arrivino fino a tre metri, secondo gli esperti e, come accennato, in diverse aree la popolazione è stata invitata a lasciare le zone interessate da potenziali onde anomale.

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Altri Paesi a rischio tsunami

  • I Centri di Allerta Tsunami statunitensi hanno anche avvertito che onde di oltre tre metri sono possibili lungo alcune coste dell'Ecuador, come detto, delle isole Hawaii nordoccidentali e ovviamente della Russia. Onde tra uno e tre metri sono possibili lungo alcune coste di Cile, Costa Rica, Polinesia Francese, Guam, Hawaii, Giappone e altre isole e gruppi di isole del Pacifico. Onde fino a un metro sono possibili in Paesi tra cui Australia, Colombia, Messico, Nuova Zelanda, Tonga e Taiwan.

Altri Paesi a rischio tsunami

Allarme anche alla Galapagos

  • Come misura precauzionale è stata disposta l'evacuazione delle persone dalle spiagge, dai moli e da altre aree considerate a rischio sulle isole Galapagos. "Un'allerta tsunami è stata diramata per la regione insulare, che comporta la sospensione immediata delle attività marittime, l'evacuazione, a scopo precauzionale, di spiagge, moli e aree basse", si legge in una nota del segretario per la gestione dei rischi dell'Ecuador. Il Centro Nazionale di Allerta Tsunami dell'Ecuador ha emesso un avviso riguardante l'"alta probabilità" che uno tsunami colpisca le Isole. L'avviso di allerta raccomanda di sospendere le attività marittime costiere, di sgomberare spiagge, moli e zone basse, e di seguire le istruzioni delle autorità nazionali e locali sulle coste minacciate.

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Le autorità di Los Angeles

  • Vista la situazione anche le autorità di Los Angeles sono pronte a rispondere ad eventuali conseguenze dello tsunami di magnitudo 8.8 registrato in Kamchatka, come annunciato dal sindaco della città, Karen Bass. "Sebbene il Servizio Meteorologico Nazionale preveda attualmente che l'ondata del terremoto sarà inferiore a un piede, la città di Los Angeles sta facendo i preparativi essenziali per rispondere, nel caso in cui le previsioni dovessero cambiare le condizioni a Los Angeles, in particolare nel porto di Los Angeles e nelle comunità costiere", ha affermato l'ufficio di Bass, come riporta anche la Cnn. Un'allerta tsunami è in vigore nelle regioni costiere della California meridionale, e il Servizio meteorologico nazionale ha dichiarato che Port San Luis, vicino ad Avila Beach, rimane la zona più a rischio con onde alte fino a 3,7 piedi (poco più di un metro) più alte del normale per 24 ore. Allo stesso tempo, a Crescent City si prevedono onde fino a 4,8 piedi (circa 1,5 metri) più alte del solito. 

Il caso delle Hawaii

  • In un primo momento anche alle Hawaii era scattata l'allerta: qui il sindaco di Honolulu, Rick Blangiardi, aveva dichiarato che i residenti e le migliaia di turisti avrebbero dovuto cercare riparo ai piani superiori degli edifici o su terreni più elevati. Poi, con il passare delle ore, il Centro di allerta tsunami del Pacifico ha declassato ad "avviso" l'allarme tsunami per le isole, come riporta la Bbc. Il "peggio è passato", ha detto il direttore del Centro, Chip McCreery. Da parte sua, il direttore dell'Agenzia per la gestione delle emergenze delle Hawaii, Stephen Logan, ha affermato che le persone evacuate possono tornare nelle loro case. Logan ha inoltre raccomandato agli automobilisti di mantenete una velocità contenuta a causa delle inondazioni in alcune aree. Un "avviso" prevede la possibilità di forti onde, piccole inondazioni e forti correnti, ma non un violento tsunami. 

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La Polinesia francese

  • Tensione anche nella Polinesia francese dove le autorità locali hanno diramato un'allerta tsunami per l'arcipelago delle Isole Marchesi, affermando che onde alte fino a 2,2 metri potrebbero raggiungere le isole di Ua Huka, Nuku Hiva e Hiva Oa. Anche altri arcipelaghi della Polinesia francese potrebbero essere colpiti da onde molto più piccole, ma in queste aree non è richiesta ancora alcuna evacuazione. 

Allarme parzialmente rientrato in Giappone

  • In Giappone, a oltre 2 milioni di persone era stato intimato di evacuare le proprie abitazioni a causa delle onde che hanno colpito gran parte delle coste settentrionali e orientali. Nelle ultime ore, però, gli allarmi tsunami in alcune parti del Giappone sono stati trasformati in avvisi, ma sono rimasti attivi nelle regioni di Hokkaido e Tohoku.

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Filippine e l'Indonesia

  • Sia le Filippine che l'Indonesia hanno emesso allerte tsunami. Le Filippine hanno poi annullato il loro iniziale avviso. L'allerta tsunami emessa per Guam e le Isole Marianne Settentrionali è stata annullata allo stesso modo dopo che secondo il servizio meteorologico nazionale statunitense di Guam, è stato accertato che diverse località della Micronesia sono al sicuro.

La minaccia in Sud America

  • In Cile, il Sistema Nazionale di Allarme Tsunami ha dichiarato che esiste una minaccia di tsunami per tutte le coste del Paese. La Marina Militare peruviana ha annunciato che sta monitorando attentamente la situazione. Anche il Sistema integrato di allerta tsunami del Messico e dell'America Centrale ha emesso un avviso di tsunami che si estende da Ensenada, sulla costa nord-occidentale del Messico, fino al paese centroamericano di Panama.

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