Terremoto in Kamchatka, cos'è l'Anello di Fuoco: le zone sismiche più pericolose
MondoIntroduzione
Kamchatka, dove si è verificato il terremoto di magnitudo 8.8 che ha poi generato un’allerta tsunami (ora rientrata), si trova lungo la “cintura circumpacifica”, in inglese Pacific rim. Viene considerata una delle zone più sismiche al mondo e più soggetta all’insorgere di maremoti e tsunami. Lo spiega il Centro allerta tsunami dell'Istituto nazionale di geofisica vulcanologia (Ingv)
Quello che devi sapere
452 vulcani attivi
La Pacific rim è conosciuta anche come “Anello di fuoco”, per la presenza di 452 vulcani attivi o dormienti. Alcuni di questi sono fra i più grandi al mondo: il Saint Helens in USA, il Popocatepetl in Messico, il Cotopaxi in Ecuador e il Monte Fuji in Giappone sono alcuni esempi
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40mila km, otto placche tettoniche
Sotto questo anello, lungo 40mila km, si trovano otto placche tettoniche si incontrano con quella del Pacifico, di Nazca e di Cocos. È in questa porzione di mondo, infatti, che si verificano spesso fenomeni come sismi o eruzioni vulcaniche
Per approfondire: I terremoti più forti o con più vittime
Tre continenti
Questa cintura si estende dalle coste orientali dell'Asia (comprendendo Giappone, Filippine, Indonesia) fino all'Oceania (Papua Nuova Guinea, Nuova Zelanda), e alle coste occidentali del continente americano (dall'Alaska fino al Cile)
Quattro dei cinque terremoti più forti degli ultimi 100 anni
Negli ultimi cento anni, quattro dei cinque terremoti più forti – che hanno generato altrettanti tsunami – si sono verificati in zone dell’anello di fuoco (in Cile, in Giappone, in Alaska e nella stessa Kamchatka nel 1952). Fa eccezione lo tsnunami di Sumatra, avvenuto nel 2004 nell’Oceano Indiano. Anche il sisma del 30 luglio nella Kamchatka è tra i 10 più forti di sempre
Il sisma del 1952
Nel 1952 si verificò un altro terremoto sempre al largo la penisola della Kamchatka, non distante dall’isola di Paramushir, con magnitudo di 9.0. Provocò gravi danni e generò un maremoto con onde alte fino a 18 metri. L’Ingv spiega che fu colpita soprattutto la città di Severo – Kurilsk. Il numero di vittime stimato è di circa 10.000-15.000, e si contano 2336 civili dispersi. Non ci sono però informazioni precise su questo evento, perché l’Unione Sovietica all’epoca teneva segreti disastri naturali e tecnologici. Le prime notizie iniziarono a circolare alcuni anni dopo. Ancora oggi questo tsunami viene definito come "silenzioso"
Cile, 22 maggio 1960
Nel maggio del 1960 avvenne il terremoto di Valdivia, noto come il più forte del XX secolo. La magnitudo registrata fu di 9.5, e poco dopo si generò un maremoto con onde di 15-20 metri sulle coste vicine all’epicentro. Nelle 15 ore successive furono raggiunte le Hawaii, con onde alte oltre 10 metri. In seguito fu colpito anche il Giappone, che si trova a 10mila km di distanza, con onde alte fino a sei metri
Alaska, 1964
Quattro anni dopo un sisma di magnitudo 9.2 colpì l’Alaska, il 27 marzo del 1964. Anche in questo caso provocò uno tsunami, le cui onde, di nuovo, raggiunsero le Hawaii. Si propagarono anche lungo tutte le coste americane del Pacifico, raggiungendole con altezze comprese tra i 2 e i 6 metri
Giappone, 2011
Nel 2011 il Giappone fu colpito da un terremoto di magnitudo 9.1. L’epicentro si trovava a 70 km dalla costa nord orientale dell’Isola di Honshu, in Giappone. Poco dopo è scattato un tsunami con onde alte più di 40 metri: si sono infrante nella prefettura di Iwate e in quella di Miyagi. In seguito furono raggiunti diversi territori, fra cui l’Alaska, le isole Hawaii, le coste del Nord e Centro America. Anche in Cile: l’Ingv specifica che in questo caso le onde sulle coste erano alte due metri, a 17mila di distanza dal Giappone. Morirono in totale 15.704 persone. In questa occasione si verificò anche il disastro nucleare della centrale di Fukushima, situata nei comuni di Ōkuma e Futaba lungo la costa orientale del Giappone. È l’unico caso, insieme a Chernobyl (26 aprile 1986), classificato al livello 7 della scala INES, il livello più alto di gravità previsto per eventi nucleari
Isola di Sumatra, 2004
Come detto, uno dei più gravi terremoti di sempre si verificò al di fuori dell’anello di fuoco, nell’Oceano Indiano. L’epicentro fu trovato al largo dell’Isola di Sumatra, con magnitudo 9.1. Era il 26 dicembre 2004. Il sisma provocò quello che l’Ingv definisce come “il più distruttivo tsunami del secolo, sia come effetti prodotti che come area interessata”. Nessun altro caso del passato ha generato un numero così alto di vittime – 230mila – e danni così diffusi. Le onde hanno infatti raggiunto diversi Paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano: Somalia, Kenya, Tanzania, Madagascar, Mozambico, Mauritius, Sud Africa e Australia. Lo tsunami attraversò anche gli altri due oceani - Atlantico e Pacifico - ed è stato anche rilevato (in modo più debole) anche in Nuova Zelanda, Antartide e lungo le coste dell’America del Sud e del Nord
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