Wimbledon: fragole, panna e resistenza

Giunto ormai quasi alla conclusione, già sale la nostalgia: Wimbledon, il torneo di tennis più antico al mondo, anima le due settimane di inizio luglio a Londra come nessun’altra cosa. Non è solo sport: è un rito collettivo, fatto di fragole e panna mangiate sulla collinetta davanti al Campo Centrale, di Pimm’s bevuto dalle 11 del mattino fino a sera, di bottiglie di champagne stappate tra un punto e l’altro , di networking ad alto livello condotto sorseggiando tè. E, naturalmente, è anche un imponente business. Wimbledon, infatti, è uno degli eventi sportivi più profittevoli al mondo, insieme al Super Bowl, la Champions League e le Olimpiadi. Il suo giro d'affari, durante le due settimane, può essere stimato in circa 350-400 milioni di sterline , includendo tutte le principali fonti di ricavo: diritti tv, sponsorizzazioni, biglietti, vendita di prodotti ufficiali e ristorazione . E qui nasce, almeno per gli abitanti della zona e per gli ambientalisti, il problema. Perché esiste l’ambizioso progetto, noto come Wimbledon Park Project, di ampliare l’area del torneo esistente. L’area coinvolta è quella del vecchio Wimbledon Park Golf Club, acquistata dalla AELTC per circa 65 milioni di sterline tra il 2018 e il 2021. Tra le nuove istallazioni allo studio, un grande stadio da 8.000 posti, con tetto retrattile, che diventerebbe il terzo campo per capienza dopo il Campo Centrale e Campo 1, e 39 nuovi campi in erba per un totale di circa 79 campi. In questo modo anche il torneo di qualificazione si svolgerebbe direttamente a SW19, piuttosto che a Roehampton, già a partire dal 2028. La capacità di pubblico giornaliera, inevitabilmente, aumenterebbe: da 42.000 a circa 50.000 spettatori. Per indorare la pillola a chi attualmente storce il naso è stato anche promesso di creare 27 acri di parco pubblico e offrire fino a 10.000 biglietti gratuiti ai bambini delle zone vicine. L’operazione si stima abbia un costo di 200 milioni di sterline, con lavori che dovrebbero durare 8 anni. Il Merton Council nel 2023 e la Greater London Authority nel settembre 2024, hanno dato luce verde. Il Wansdsworth Council si è però messo di traverso e ha respinto il progetto per danni all’“open land”. Di cosa si tratta? L’area interessata dall'espansione è parte del cosiddetto “Metropolitan Open Land”, una categoria protetta che impone severe restrizioni urbanistiche. Secondo i piani attuali, verranno abbattuti fino a 2.000 alberi per far spazio ai nuovi impianti. Di questi, circa 270 sono classificati come “di alto valore ecologico”. AELTC ha promesso di piantare più alberi di quanti ne verranno rimossi, e ha previsto un'estensione di 27 acri destinati a parco pubblico accessibile tutto l'anno. Tuttavia, le associazioni ambientaliste come Save Wimbledon Park denunciano un'operazione di greenwashing, accusando il club di mascherare una cementificazione di fatto sotto la copertura della riqualificazione ambientale. A rendere ancora più spinosa la questione sono i vincoli del Wimbledon Park Lake, un lago ottocentesco oggi classificato come sito di interesse storico e naturalistico. Alcuni degli impianti previsti sorgerebbero nelle immediate vicinanze dello specchio d'acqua, sollevando interrogativi su possibili danni alla biodiversità locale. Il Wansdsworth Council si è però messo di traverso e ha respinto il progetto per danni all’“open land”. Di cosa si tratta? L’area interessata dall'espansione è parte del cosiddetto “Metropolitan Open Land”, una categoria protetta che impone severe restrizioni urbanistiche. Secondo i piani attuali, verranno abbattuti fino a 2.000 alberi per far spazio ai nuovi impianti. Di questi, circa 270 sono classificati come “di alto valore ecologico”. AELTC ha promesso di piantare più alberi di quanti ne verranno rimossi, e ha previsto un'estensione di 27 acri destinati a parco pubblico accessibile tutto l'anno. Tuttavia, le associazioni ambientaliste come Save Wimbledon Park denunciano un'operazione di greenwashing, accusando il club di mascherare una cementificazione di fatto sotto la copertura della riqualificazione ambientale. A rendere ancora più spinosa la questione sono i vincoli del Wimbledon Park Lake, un lago ottocentesco oggi classificato come sito di interesse storico e naturalistico. Alcuni degli impianti previsti sorgerebbero nelle immediate vicinanze dello specchio d'acqua, sollevando interrogativi su possibili danni alla biodiversità locale. Thelma Ruby ha cent’anni, una carriera teatrale lunga una vita e una determinazione che non si è affievolita con l’età. Oggi non è sulle scene, ma al centro di questa battaglia. Dalla sua abitazione con vista su Wimbledon Park, Ruby osserva con preoccupazione quello che potrebbe essere l’inizio della fine per il verde paesaggio che la circonda. Se necessario – ha dichiarato pubblicamente – è pronta a incatenarsi a un albero per fermare i lavori. “Lasciateli arrestarmi”, ha detto. Non è solo una provocazione: è il simbolo di una resistenza che coinvolge una comunità intera. Al fianco di Ruby ci sono infatti comitati di residenti, ambientalisti, giardinieri, comici, e cittadini comuni. Il comico e autore televisivo Andy Hamilton ha parlato di una “industrializzazione del tennis”, accusando l’AELTC di voler costruire un “mega-complesso sportivo” in una zona che dovrebbe rimanere verde e accessibile alla cittadinanza. “Voglio vivere abbastanza a lungo da vedere questo piano respinto,” ha dichiarato Ruby in una delle tante interviste rilasciate negli ultimi mesi. L’attrice ha partecipato a manifestazioni, ha parlato a nome del quartiere durante le consultazioni pubbliche, ha prestato il suo volto — segnato dal tempo ma vivissimo — alla battaglia che ha unito la popolazione residente nell’area. A vederla camminare lungo i viali del parco, appoggiata al suo bastone ma con lo sguardo dritto, si ha la sensazione che Ruby non stia semplicemente difendendo degli alberi, ma un modo di vivere. In un tempo in cui la partecipazione civica sembra appannata e la voce dei cittadini spesso ignorata, la sua ostinazione gentile è diventata un simbolo. Non solo per Wimbledon, ma per chiunque creda che la difesa del bene comune sia un dovere che non conosce età. Campioni come Novak Djokovic e Carlos Alcaraz la pensano diversamente e hanno abbracciato con entusiasmo il progetto di espansione. L’Alta Corte si pronuncerà sulla questione entro l’autunno.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Wimbledon: fragole, panna e resistenza