L’Ue testa i suoi nuovi droni militari in Italia: ecco come funzionano

Scontri a fuoco tra due opposte fazioni; mezzi blindati che sfrecciano tra le sterpaglie; droni che sorvolano il cielo e che avanzano sul campo di battaglia. Sembra la descrizione di ciò che accade sul fronte di uno scenario di guerra, ma tutto questo è avvenuto a pochi chilometri dal centro di Roma. Gli spari erano a salve ma i modernissimi robot, di cielo e di terra, reali . Come reali, in carne e ossa, erano i militari coinvolti: tutti italiani e appartenenti all’Esercito, il cui Centro polifunzionale di Montelibretti, lo scorso 3 luglio, ha ospitato la prima campagna europea di sperimentazione operativa di mezzi a guida autonoma. Parliamo di droni - aerei o terrestri - a pilotaggio remoto. Diciotto macchinari in tutto, programmati per rispondere a diverse esigenze strategiche: chi trasporta medicine e munizioni ai soldati in prima linea; chi è in grado all’occorrenza di trasformarsi in un’ambulanza per i feriti da evacuare. A produrli, sei ditte private di sei rispettivi paesi membri dell’UE: Portogallo, Germania, Grecia, Polonia e Spagna. Opex 2025 La sperimentazione operativa è stata organizzata dalla Direzione nazionale degli Armamenti - un'articolazione del Ministero della Difesa italiano - e dalla European Defence Agency, l’agenzia dell’Unione Europea, istituita nel 2004, che ha il compito di promuovere la cooperazione tra i paesi membri in ambito di difesa. Rispetto alle precedenti edizioni, di esclusivo ambito nazionale, quella di quest’anno ha segnato quindi un passo in avanti nella cooperazione tra Stati membri, industria e operatori della difesa. L'obiettivo specifico era quello di contribuire a far superare la fase in cui le nuove tecnologie non riescono ad evolvere in capacità operative concrete - la cosiddetta “valle della morte” - provando a colmare così il divario tra l’innovazione tecnologica e le capacità militari effettive. La nuova guerra dei droni "Ciò che vediamo in Ucraina è che i droni hanno cambiato significativamente il modo di condurre la guerra moderna”. A dirlo ai microfoni di SkyTg24 è André Denk, generale e direttore esecutivo dell’EDA, nominato due mesi fa su raccomandazione dell’Alta rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas. Secondo il capo dell’Eda, l’Unione Europea deve imparare, e starebbe già imparando, dall’esperienza dell’Ucraina. “L'Europa – ha detto Denk - deve intensificare le sue capacità in materia di droni. Molto è già stato fatto e la giornata di oggi prova perfettamente che anche l'industria della difesa e gli eserciti europei possono vantare risultati con i droni. Ma dobbiamo aumentare significativamente la quantità di quelli che utilizziamo". Mentre il riarmo è di nuovo al centro del dibattito nel Vecchio continente, a Montelibretti - dove una trentina di ingegneri dell'Esercito italiano verificano i futuri mezzi terrestri sotto la guida del Brigadier Generale Pierpaolo Dotoli - il CEPOLIPSE è diventato per un giorno il banco di prova europeo delle nuove tecnologie applicate alla logistica militare.

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