Cosa ne pensano gli americani delle proteste di questi giorni

Ormai da quasi due settimane i cittadini di Los Angeles stanno occupando le strade della città per protestare contro i rastrellamenti dell’Immigration and Customs Enforcement , l’agenzia federale degli Stati Uniti responsabile per il controllo dell'immigrazione. Le proteste sono state per lo più pacifiche e limitate ad alcuni quartieri della città, ma già nelle prime ore si sono verificati alcuni scontri tra manifestanti e agenti dell’ICE che tentavano di arrestare presunti immigrati irregolari. Il presidente Trump ha colto la palla al balzo, ordinando immediatamente lo schieramento della Guardia Nazionale oltre a circa 700 marines. Gavin Newsom, il governatore democratico della California, ha descritto la mossa come una strumentalizzazione a fini politici, prematura, provocatoria e autoritaria, criticando l’utilizzo dei militari invece che della polizia per contenere le proteste. Nei giorni successivi, le manifestazioni contro le politiche di Trump sull’immigrazione si sono diffuse in altre grandi città americane, mentre sabato scorso, in concomitanza con la parata militare a Washington per i 250 anni dell’esercito americano , si sono tenute le manifestazioni del “No Kings Day” in oltre 2.100 città americane, per protestare contro il crescente autoritarismo dell’amministrazione repubblicana. Secondo gli organizzatori, a scendere in strada sarebbero stati oltre 5 milioni di americani, tra i quali circa 200 mila a Los Angeles, 100 mila a Filadelfia, 70 mila a Seattle e oltre 50 mila a New York. Sebbene questi numeri siano da prendere con le pinze, ci sono pochi dubbi sul fatto che il secondo mandato di Trump stia attirando un numero record di proteste. Secondo il Crowd Counting Consortium, un progetto congiunto della Harvard Kennedy School e dell'Università del Connecticut che monitora le manifestazioni a sfondo politico negli Stati Uniti, da gennaio a oggi se ne sono tenute già oltre 15.000: nello stesso periodo del 2017 – durante i primi mesi del primo mandato di Trump – le proteste erano state poco più di 5.000. Cosa pensano gli americani delle manifestazioni? Sebbene manifestazioni di piazza così ampie e numerose siano già di per sé un segnale di malcontento diffuso nei confronti delle politiche di Trump, i 5 milioni di persone che hanno partecipato al No Kings Day rappresentano solo l’1,5% della popolazione americana, e non sono dunque per forza rappresentativi dell’opinione pubblica generale. Due sondaggi hanno allora provato a raccogliere il sentimento di quest’ultima sulle manifestazioni dei giorni scorsi a Los Angeles. Secondo gli istituti che hanno condotto le rilevazioni – la George Mason University per il Washington Post e YouGov – la maggioranza relativa degli americani disapprova le manifestazioni contro le azioni dell’ICE. Se tuttavia dal sondaggio di YouGov emerge un quadro abbastanza netto, con una discrepanza di 9 punti percentuali in favore delle opinioni negative , quello del Washington Post mostra un pubblico diviso a metà . Pubblico che con tutta probabilità è stato influenzato dalla percezione delle manifestazioni: il 37% degli intervistati dal Washington Post le ritiene per lo più violente, il 35% per lo più pacifiche, mentre il 27% non ha un’idea chiara a riguardo. Più netta invece l’opinione degli statunitensi riguardo lo schieramento dei militari per contrastare le proteste: secondo il Washington Post il 44% disapprova in toto la decisione del presidente Trump e il 41% la approva, mentre secondo YouGov il 45% è contrario allo schieramento della Guardia Nazionale e il 47% allo schieramento dei marines . La maggioranza degli americani interpellati da YouGov – il 56% – pensa infatti che dovrebbe essere lo Stato della California a gestire le proteste, mentre solo il 25% ritiene debba occuparsene il governo federale.

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