Onu: nel mondo oltre 122 milioni di sfollati, il doppio rispetto al 2015

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©IPA/Fotogramma

Introduzione

Nel 2025 oltre 122 milioni di persone vivranno lontano dalle proprie case a causa di guerre, violenze e persecuzioni: un dato che rappresenta quasi il doppio rispetto a dieci anni fa. A segnalarlo è il nuovo rapporto annuale “Global Trends” dell'Unhcr, che fotografa l’andamento degli sfollamenti forzati tra le persone assistite dall’agenzia Onu per i rifugiati. Nel 2024, il numero di persone sradicate da persecuzioni e conflitti ha raggiunto la cifra di 123,2 milioni, con un incremento di 7 milioni in un solo anno, pari al 6% rispetto al 2023. "Il numero di persone costrette a fuggire a causa di guerre, violenze e persecuzioni in tutto il mondo è insostenibilmente alto", ha avvertito l'Unhcr, "soprattutto a causa dell'evaporazione dei finanziamenti umanitari”. Tagli che “rischiano di provocare ulteriori movimenti forzati, anche verso l'Europa e l'Italia", sottolinea l'Agenzia Onu”. Ecco nel dettaglio i dati emersi dal nuovo rapporto.

Quello che devi sapere

Le grandi crisi: Sudan, Siria, Afghanistan e Ucraina

Il “Global Trends” 2024 segnala che il 67% delle persone in fuga resta nei Paesi limitrofi ai conflitti. Poco più di un terzo di tutte le persone costrette a lasciare le proprie case a livello globale sono sudanesi (14,3 milioni), siriani (13,5 milioni), afghani (10,3 milioni) o ucraini (8,8 milioni). “L’unico elemento positivo è rappresentato dalla ripresa dei ritorni a casa, in particolare in Siria”. Anche sulla scia di questi rientri, un aggiornamento dell'Unhcr a fine aprile 2025 registra un calo del dato a livello globale che porta a 122,1 milioni il numero di sfollati forzati

Conflitti e instabilità politica tra le cause principali

Secondo l’agenzia delle Nazioni Uniti, i principali fattori che spingono milioni di persone alla fuga “rimangono i grandi conflitti come quello in Sudan, Myanmar e Ucraina e la continua incapacità della politica di fermare” le ostilità.
"Viviamo in un periodo di intensa volatilità nelle relazioni internazionali, con la guerra moderna che crea un panorama fragile e straziante, segnato da un'acuta sofferenza umana", ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, rivolgendo un appello alla comunità globale affinché vengano raddoppiati “gli sforzi per cercare la pace e trovare soluzioni durature per i rifugiati e le altre persone costrette a fuggire dalle loro case"

Conflitti e instabilità politica tra le cause principali
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Sudan, la crisi più grave al mondo per numero di sfollati

Alla fine del 2024, le persone costrette alla fuga all’interno del proprio Paese a causa di conflitti hanno raggiunto quota 73,5 milioni, con un aumento di 6,3 milioni rispetto all’anno precedente. A queste si aggiungono 42,7 milioni di rifugiati costretti a lasciare il proprio Paese.  Il 40% di questi sono minori e il 7% ha più di 60 anni. Con un totale di 14,3 milioni di sfollati interni e rifugiati, il Sudan rappresenta ora la maggiore crisi di sfollati e rifugiati al mondo, prendendo il posto della Siria (13,5 milioni), seguita da Afghanistan (10,3 milioni) e Ucraina (8,8 milioni)

I Paesi che ospitano più rifugiati

Per quanto riguarda i Paesi ospitanti, nel 2024 l’Iran è stato il Paese che ha accolto il maggior numero di rifugiati, con 3,8 milioni di persone presenti sul proprio territorio, in gran parte di origine afghana. Seguono la Turchia con 3,1 milioni di rifugiati siriani, la Colombia con 2,8 milioni (principalmente venezuelani), la Germania con 2,7 milioni e l’Uganda con 1,7 milioni. Se si guarda al numero di rifugiati in rapporto alla popolazione, il Libano è in cima alla lista, con un rifugiato su otto dei suoi abitanti, seguito da Ciad e Giordania, dove la proporzione è di uno su 16

 

I Paesi che ospitano più rifugiati
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Le destinazioni più richieste per l'asilo

Il rapporto analizza anche i Paesi che ricevono il maggior numero di richieste di asilo: al primo posto ci sono gli Stati Uniti, con 729.000 domande solo nella prima metà del 2024, seguiti da Egitto (433.000), Germania (229.000), Canada (174.000) e Spagna (167.000), quest’ultima con un alto numero di richieste da parte di colombiani, venezuelani e ucraini

I Paesi più poveri accolgono la maggior parte dei rifugiati

Il rapporto rileva inoltre che, contrariamente alla percezione diffusa nelle regioni più ricche, il 67% dei rifugiati rimane nei Paesi confinanti con le aree di crisi e che il 73% di tutti i rifugiati nel mondo è ospitato da Paesi a basso e medio reddito.
I Paesi a basso reddito, in particolare, sopportano un peso sproporzionato rispetto alle proprie possibilità: pur rappresentando solo il 9% della popolazione mondiale e lo 0,6% del Pil globale, accolgono il 19% dei rifugiati a livello globale. Tra questi, troviamo Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Sudan e Uganda, che ospitano grandi comunità di rifugiati

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Fondi fermi al 2015, mentre le emergenze raddoppiano

Negli ultimi dieci anni, il numero di persone in fuga è quasi raddoppiato, ma i fondi destinati agli aiuti umanitari sono rimasti ai livelli del 2015, in un contesto di tagli e continui tagli aiuti umanitari. "Questa situazione è insostenibile", denuncia l'Unhcr, "e lascia i rifugiati e le persone in fuga dal pericolo ancora più vulnerabili, le donne senza protezione, i bambini senza scuole, intere comunità senza acqua e cibo"

Fondi fermi al 2015, mentre le emergenze raddoppiano

Milioni di ritorni, ma in condizioni precarie

Nel corso del 2024, 9,8 milioni di persone sono tornate nei propri luoghi di origine. Di queste, 1,6 milioni erano rifugiati – il numero più alto registrato negli ultimi vent’anni – e 8,2 milioni erano sfollati interni, un dato ai massimi storici. 
Tuttavia, segnala l’agenzia Onu, molti di questi ritorni, sono avvenuti in un clima politico o di sicurezza sfavorevole. Un esempio significativo riguarda l’Afghanistan, dove numerosi cittadini sono stati costretti a tornare in condizioni drammatiche

 

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In Italia accolti 163mila ucraini

Alla fine del 2024, in Italia erano presenti circa 150mila beneficiari di protezione internazionale, 207mila richiedenti asilo e oltre 163mila cittadini ucraini con protezione temporanea; mentre il numero di apolidi è stimato intorno ai 3mila.
L’Unhcr ha lodato il ruolo dell’Italia
, “uno dei principali Paesi donatori dell’agenzia delle Nazioni Unite”, che “continua a sostenere l'Unhcr nelle emergenze umanitarie, nel fornire protezione e nel promuovere iniziative di sviluppo con l'obiettivo di proteggere e stabilizzare le popolazioni lungo le rotte migratorie in Africa e in altre regioni colpite da crisi", ha sottolineato l'Onu, che parla di "collaborazione molto forte anche per la tutela dei gruppi più vulnerabili, lo sviluppo di canali legali d'ingresso e per l'integrazione dei rifugiati"

In Italia accolti 163mila ucraini

“Un circolo vizioso da spezzare”: l’appello dell’Unhcr

"Viviamo in un mondo dove ciò che accade altrove ha conseguenze anche su di noi", ha riferito Chiara Cardoletti, rappresentante dell'Unhcr in Italia, Santa Sede e San Marino. "Quando le emergenze umanitarie ricevono risposte inadeguate, le conseguenze non si limitano ad aumentare le sofferenze umane, ma generano anche una maggiore instabilità. Tagliare gli aiuti rischia di spingere più persone alla disperazione, innescando ulteriori fughe - anche verso l'Europa e l'Italia - e aggravando crisi che diventeranno ancora più difficili da affrontare in futuro. Si tratta di un circolo vizioso che dobbiamo urgentemente cercare di spezzare". Il rapporto chiede di continuare a finanziare i programmi umanitari che salvano vite umane, assistono i rifugiati e gli sfollati interni che tornano a casa e rafforzano le infrastrutture di base e i servizi sociali nelle comunità ospitanti, come investimento essenziale per la sicurezza regionale e globale

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