Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza decisiva dell’istruzione per il futuro di milioni di bambini rifugiati, dal 26 gennaio al 16 febbraio 2020 l’UNHCR lancia la quarta edizione della campagna “Mettiamocelo in Testa”
Un bambino rifugiato che non va a scuola non rischia di perdere l’anno, ma la vita. È questo il messaggio principale della quarta edizione della Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi dell’Agenzia ONU per i Rifugiati #mettiamocelointesta per garantire ai bambini rifugiati l’accesso all’istruzione, metterli al riparo dalla violenza e aiutarli a costruirsi un futuro migliore. Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza decisiva dell’istruzione per il futuro di milioni di bambini rifugiati, garantire loro accesso ad un’istruzione di qualità, dal 26 gennaio al 16 febbraio 2020 l’UNHCR lancia la quarta edizione della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Mettiamocelo in Testa. Un bambino rifugiato che non va a scuola non rischia di perdere l’anno, ma la vita”, che si potrà sostenere con un sms o chiamata da rete fissa al numero solidale 45588 (COME DONARE).
Scuola, luogo di pace
Quasi 4 rifugiati su 5 vivono una condizione di esilio prolungata: questo significa che i bambini rifugiati passeranno in esilio tutto il loro periodo scolare, ovvero dai 5 ai 18 anni. Ma per la sopravvivenza di un bambino rifugiato, la scuola è centrale al pari di una tenda dove ripararsi, del cibo o delle cure mediche. I tassi di povertà si ridurrebbero del 55% se tutti i bambini completassero la scuola secondaria. Per l’UNHCR l’istruzione è parte integrante della risposta umanitaria alle più gravi emergenze internazionali. La scuola è un luogo pacifico e sicuro, che mette al riparo i bambini dalla violenza e garantisce loro una rassicurante routine che gli permette di socializzare e superare il trauma della guerra. L’istruzione è il migliore antitodo a integralismi e oscurantismi ed è la premessa per un mondo più stabile e sicuro per tutti.
Obiettivo della campagna
I fondi raccolti con la campagna sosterranno il progetto “Educate a Child”, avviato dall’UNHCR nel 2012 in 12 paesi: Siria, Iran, Pakistan, Yemen, Etiopia, Malesia, Kenya, Uganda, Ruanda, Sud Sudan, Ciad, Sudan. Da quando è stato avviato il progetto, nei 12 Paesi coinvolti si è riusciti a garantire un’istruzione a 1 milione e 350 mila bambini. A tutti i bambini rifugiati l’UNHCR ha distribuito circa 256.313 libri di testo e altri materiali didattici e 66.661 uniformi scolastiche. Infine ha fornito sostegno a 2.188 bambini con disabilità, che altrimenti non avrebbero potuto frequentare la scuola. Per il prossimo biennio (2020-2021), il progetto mira ad allargare fino a 16 il numero di paesi coinvolti, includendo nuove operazioni, quali Camerun, Malawi, Mozambico e Iraq, dove negli ultimi anni i conflitti e le migrazioni forzate hanno avuto un impatto negativo sull’accesso all’istruzione primaria dei bambini rifugiati. Il nuovo obiettivo è quello di permettere a 400.000 nuovi bambini di andare a scuola entro il 2021.
I vip a sostegno di UNHCR
Sono tanti i personaggi noti che hanno deciso di aderire alla campagna, tra questi Alessandro Gassmann, Lorena Bianchetti, Nicole Grimaudo, Lino Guanciale (VEDI IL VIDEO) Francesco Pannofino, Francesca Cavallin, Carolina Crescentini, Cecilia Dazzi, Raz Degan, Irene Ferri, Maria Chiara Giannetta, Simone Montedoro, Paola Saluzzi e Greta Scarano. La campagna gode anche del sostegno di SKY per il Sociale. Anche il mondo del sport scenderà in campo per sostenere la campagna UNHCR. La Serie A dedicherà la 22ma Giornata di Campionato in programma l’1 e 2 febbraio, con iniziative dedicate in tutti gli stadi italiani. Tra i testimonial sportivi che sosterranno l’iniziativa, i campioni Demetrio Albertini, Beppe Bergomi, Alessandro Costacurta; il centrocampista dell’Inter e della Nazionale del Ghana Kwandwo Asamoah e la schiacciatrice dell’Imoco Volley e della Nazionale Miriam Sylla.