La coalizione di Maduro si è aggiudicata 23 dei 24 governatorati e una probabile maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale. Il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) ha vinto in tutti gli stati tranne quello centroccidentale di Cojedes. "Oggi la rivoluzione bolivariana ha dimostrato di essere più viva e forte che mai", ha detto il presidente venezuelano. Alcuni dei principali leader dell'opposizione venezuelani avevano chiesto agli elettori di astenersi dal voto per il timore di brogli
Il partito del presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ottenuto una schiacciante vittoria alle elezioni legislative e regionali del Paese che, boicottate dall'opposizione, si sono tenute il 25 maggio. Con l'82,68% dei voti nelle liste nazionali delle legislative, la coalizione di Maduro si è aggiudicata 23 dei 24 governatorati e una probabile maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale, come rivelano i risultati annunciati dal Consiglio elettorale nazionale (Cne) del Venezuela. Il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) ha vinto in tutti gli stati tranne quello centroccidentale di Cojedes.
Maduro: “Chavismo e bolivarismo più forti che mai”
"Dopo blocchi, sanzioni penali, fascismo e violenza, oggi la rivoluzione bolivariana ha dimostrato di essere più viva e forte che mai”, ha detto il presidente Maduro dopo la vittoria. “Oggi abbiamo dimostrato la potenza del chavismo, del bolivarismo del XXI secolo", ha aggiunto.
Le elezioni in Venezuela
Alcuni dei principali leader dell'opposizione venezuelani avevano chiesto agli elettori di astenersi dal voto per protestare contro i risultati delle elezioni presidenziali del luglio 2024, che l'opposizione sostiene di aver vinto, ma che le autorità affermano essere state vinte da Maduro. Il Partito socialista del presidente venezuelano ha trionfato in 23 delle 24 regioni del Paese, tra cui la Guyana Esequiba, una regione che si estende per quasi 160mila chilometri quadrati e che Caracas considera il suo 24° Stato, sebbene sia amministrata dalla Guyana.
Le elezioni nel territorio petrolifero conteso con il Guyana
Per la prima volta, infatti, si è votato per nominare anche i rappresentanti dell'Essequibo, il territorio ricco di petrolio che Caracas rivendica alla vicina Guyana in una disputa che dura da un secolo. La votazione ha avuto luogo in una micro-circoscrizione di 21.403 elettori, al confine con la Guyana, creata da Caracas per le elezioni legislative e regionali. Con queste elezioni verranno eletti un governatore, otto deputati e consiglieri regionali. Le elezioni rappresentano un ulteriore passo avanti verso il raggiungimento della "piena sovranità" del territorio, ha dichiarato all'Afp Neil Villamizar, candidato del governo a governatore della Guyana Esequiba (nome dato dalle autorità all'Essequibo).
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Opposizione Venezuela: "Oltre l'85% si è astenuto dal voto"
Le elezioni sono state caratterizzate anche da una massiccia astensione, come hanno testimoniato anche le immagini di strade deserte e seggi elettorali vuoti. Secondo i dati divulgati dall'opposizione (che ha boicottato il voto), l'affluenza alle urne è stata di appena il 12,56%. Una percentuale confermata anche dalla società di statistiche locale Meganalisis, secondo cui la quota ha superato di poco il 12%. Mentre per il Consiglio nazionale elettorale, controllato dal 'chavismo' al potere, l'affluenza alle urne è stata del 42,63%. "Oltre l'85% dei venezuelani ha disobbedito a questo regime criminale", ha commentato la leader dell'opposizione, María Corina Machado. Da parte sua, Edmundo Gonzalez Urrutia, considerato dall'Occidente il vero presidente eletto alle presidenziali del 28 luglio 2024, ha dichiarato che i venezuelani che hanno deciso di non presentarsi alle urne hanno dato vita a "un atto di coraggio civico... Una dichiarazione silenziosa ma potente. Il desiderio di cambiamento, dignità e futuro rimane intatto".
Maduro: "La riforma costituzionale rinviata a gennaio 2026"
Consapevole della forte astensione popolare, Maduro ha annunciato il rinvio a gennaio 2026 della sua proposta di riforma della Costituzione, precisando che presenterà un disegno di legge per un nuovo sistema di voto. Dopo essere entrato in carica a gennaio, al termine delle controversie presidenziali del 28 luglio 2024, Maduro ha presentato all'Assemblea nazionale a maggioranza chavista una proposta per riformare almeno 80 articoli costituzionali. Ogni modifica alla Magna Carta richiede l'approvazione di un referendum popolare. "Ho parlato con la Commissione per la riforma costituzionale e abbiamo concordato di preparare un processo di consultazione e dibattito più inclusivo, più aperto, più dialogico e più tempestivo", ha detto ai media locali. "E ho anche un'idea su cui sto riflettendo, che è quella di perfezionare il sistema elettorale generale, creando il sistema elettorale per i circuiti comunali", ha aggiunto Maduro, che ha poi concluso: "Dobbiamo riprogettare tutto, dove le persone votano, come votano, per aggiornare ogni cosa".