I 50 anni di David

“Il mio sogno era giocare per il Manchester United e per l’Inghilterra. Tutto il resto è stato un regalo”. È pieno di riconoscenza, David Beckham, quando gli chiedono di tirare un po’ le somme dei suoi primi 50 anni di vita. Un traguardo importante, che cade proprio oggi, per uno degli sportivi più iconici e riconoscibili del mondo, capace di trascendere i confini del calcio per diventare un simbolo globale di stile, eleganza e impegno umanitario. Beckham è una figura che ha saputo evolversi senza mai perdere la connessione con il suo pubblico, un’icona pop, grazie anche alla sua immagine curata e alla relazione più che ventennale con Victoria Adams, la “Posh Spice” delle Spice Girls. I due, sposati dal 1999, sono oggi – al di là di tradimenti veri o presunti - una delle coppie più durature e seguite del jet set internazionale, genitori di quattro figli: Brooklyn, Romeo, Cruz e Harper. Nato il 2 maggio 1975 a Leytonstone, sobborgo della East London, David Robert Joseph Beckham è cresciuto in una famiglia umile, innamorata del calcio. Giovanissimo, si iscrive alla scuola calcio del Manchester United, il club dei suoi sogni, dove emerge subito per talento e dedizione. A 17 anni, sotto la guida di Sir Alex Ferguson debutta in prima squadra. È l'inizio di una carriera fulminante. Con il Manchester United conquista sei titoli di Premier League, due FA Cup e soprattutto la UEFA Champions League nella memorabile notte di Barcellona del 1999, che consegna a lui e ai diavoli rossi il "Treble", la storica tripletta: campionato, coppa nazionale e coppa europea nella stessa stagione. Beckham diventa rapidamente un idolo sportivo per milioni di ragazzini nel mondo, famoso per la sua precisione sui calci da fermo, la sua visione di gioco e la sua eleganza tecnica. Ma il successo di Beckham non si limita al campo da gioco. Parallelamente alla carriera sportiva, cresce la sua notorietà mediatica. Il matrimonio con Victoria, allora star delle Spice Girls, amplifica la sua fama planetaria. I "Posh and Becks" diventano un fenomeno di costume: una delle coppie più fotografate e seguite al mondo, capaci di dettare mode e tendenze. La gestione della sua immagine è sempre stata parte integrante della sua strategia: dalle campagne pubblicitarie multimilionarie, ai contratti con Adidas, Pepsi, Armani. Tutto è studiato in maniera quasi ossessiva, perfino maniacale, a partire dal taglio di capelli mohawk e alle prime incursioni nel mondo della moda. Beckham non è più solo un calciatore, ma un marchio. Con buona pace dell’allenatore, che mai ha approvato queste divagazioni. Nel 2003 lascia – lui racconta nel documentario su Netflix che è stato costretto a lasciare - il Manchester United per il Real Madrid, entrando a far parte dei Galacticos: una squadra di stelle progettata da Florentino Pérez. A Madrid vince una Liga e contribuisce, più in realtà con il marketing che con i trofei, a espandere il brand del club in tutto il mondo. Il trasferimento nel 2007 ai Los Angeles Galaxy segna un momento di passaggio importante: Beckham diventa il volto della Major League Soccer, contribuendo in maniera decisiva alla crescita del calcio negli Stati Uniti. La sua avventura americana è intervallata da due prestiti al Milan, dove conferma di poter competere ancora ad altissimi livelli, e si conclude con una parentesi finale al Paris Saint-Germain, con cui conquista il titolo di Ligue 1 nel 2013, prima di annunciare il ritiro. Conclusa la carriera agonistica, non si limita a vivere di rendita. Lancia diversi progetti imprenditoriali, tra cui la linea di abbigliamento maschile Kent & Curwen e, soprattutto, l'Inter Miami CF, squadra della MLS di cui è co-proprietario e presidente. Parallelamente, intensifica il suo impegno sociale. Ambasciatore dell'UNICEF dal 2005, promuove campagne contro la malnutrizione, a favore dell'istruzione dei bambini e per i diritti umani. Negli anni, David ha raccontato spesso come il ruolo di padre sia uno degli aspetti più gratificanti della sua vita. "Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto pensando alla mia famiglia", ha dichiarato in una recente intervista. Alla morte della Regina Elisabetta II, si è unito tutta una notte alla coda per renderle omaggio alla camera ardente allestita dentro Westminster. Il suo rapporto con la Royal Family è sempre stato forte e molto sentito. Nel 2003 è stato insignito proprio dalla sovrana del titolo di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico per i suoi meriti sportivi. Nel 2024 è stato nominato ambasciatore della King's Foundation, l'organizzazione benefica fondata da re Carlo III. In questa veste, ha collaborato anche con il principe William in iniziative di beneficenza, come la raccolta fondi per il London Air Ambulance. Per celebrare il mezzo secolo, Beckham ha organizzato una festa privata a Londra, a cui parteciperanno familiari, amici e molte leggende del calcio con cui ha condiviso il palcoscenico internazionale: da Ryan Giggs a Zinedine Zidane, da Gary Neville a Roberto Carlos. Previsti anche omaggi ufficiali: l'Old Trafford ospiterà un'esposizione fotografica dedicata alla carriera di Beckham, mentre il Real Madrid gli renderà tributo prima della partita di campionato di questa settimana.

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