L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di operazioni di rastrellamento e scontri con i lealisti di Assad nella parte occidentale del Paese. Ci sarebbero centinaia di vittime civili tra la regione di Latakia, in cui la presenza alawita è più forte, e la zona di Tartus. Diverse testimonianze, in particolare da Banyias, parlano di bambini e neonati tra le vittime e di esecuzioni casa per casa
Continuano gli scontri in Siria tra le forze governative del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa e i miliziani fedeli all’ex presidente Bashar al-Assad. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le forze governative e i loro alleati hanno ucciso negli ultimi giorni oltre 740 civili appartenenti alla minoranza alawita, nel contesto di violenti scontri tra le autorità. Gli attacchi, iniziati giovedì, sono i più feroci dallo scorso dicembre, quando Assad – lui stesso di origine alawita – era stato deposto da un’offensiva lampo dei ribelli. La tensione era già alta da giorni nella provincia di Latakia, considerata il cuore della comunità alawita, e nella zona di Tartus.
Oltre 740 civili morti, anche bambini
L’Osservatorio, con sede nel Regno Unito, ha denunciato che da giovedì "745 civili alawiti sono stati uccisi nelle zone costiere siriane e sui monti Latakia per mano delle forze di sicurezza e dei gruppi alleati". Testimonianze raccolte parlano anche i bambini e neonati tra le vittime. Secondo il rapporto, si tratta di "esecuzioni" eseguite da membri delle forze governative o da miliziani filo-regime, accompagnate da "saccheggi di abitazioni e proprietà". Con queste ultime uccisioni, il bilancio totale degli scontri sale ulteriormente a oltre mille morti. Ci sarebbero tra le vittime anche 93 membri delle forze di sicurezza del nuovo governo e 120 combattenti ancora fedeli ad Assad, secondo i dati diffusi dall’Osservatorio.

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Le autorità siriane hanno annunciato l’apertura di un’indagine sui massacri di civili durante i combattimenti contro le forze fedeli all’ex regime. L’Osservatorio attribuisce direttamente le atrocità alle forze di sicurezza del governo, accusandole di aver dato il via a una "ondata di rappresaglie" contro la minoranza alawita nella provincia di Latakia. Il ministero della Difesa siriano ha istituito una "commissione d’emergenza" per indagare sulle esecuzioni, promettendo di "portare davanti ai tribunali militari chiunque violi le istruzioni impartite dal comando centrale durante l’operazione militare" nella regione costiera, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Sana.

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Le testimonianze: a Baniyas "un massacro casa per casa, anche bimbi"
"Entrano casa per casa e uccidono chiunque vi sia all'interno, non sono solo siriani ma ci sono anche di altri Paesi, sembrano caucasici e cinesi", è un frammento di una testimonianza raccolta telefonicamente dall'ANSA da Baniyas, città costiera siriana da due giorni messa a ferro e fuoco dalle milizie jihadiste filo-governative. Le fonti locali confermano quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani e da altre testimonianze locali incrociate, secondo cui dopo i massacri compiuti ieri, oggi le uccisioni indiscriminate hanno preso di mira gli abitanti del quartiere Qusur, a maggioranza alawita. E' impossibile al momento verificare in maniera indipendente sul terreno le notizie che giungono intermittenti da Baniyas, ma i necrologi pubblicati nelle ultime due ore da Baniyas mostrano intere famiglie - inclusi bambini e neonati - uccisi dai miliziani.
