Siria nel caos, video choc di esecuzioni di massa contro alawiti

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Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani sono almeno ''162 i civili alawiti uccisi dalle forze di sicurezza''. I filmati sono terribili e mostrano decine di corpi in abiti civili ammucchiati nel cortile di una casa, donne che piangono e uomini in abiti militari che sembrano ordinare a tre persone di strisciare a terra l'una dietro l'altra prima di aprire il fuoco su di loro a distanza ravvicinata. Sale a oltre 180 il numero delle vittime nei violenti scontri nel nordovest del Paese

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Tre mesi dopo la fuga di Assad la Siria sembra essere ripiombata nel caos. Miliziani sunniti siriani e stranieri, affiliati alle forze governative, hanno compiuto nelle ultime ore una serie di esecuzioni di massa contro decine di uomini, accusati di esser stati membri dei servizi del passato regime, nelle regione costiera di Latakia e nell'entroterra della regione di Hama. Altre notizie parlano di uccisioni di civili, tra cui donne e bambini. Lo mostrano una serie di filmati di cui è stato possibile certificare l'autenticità tramite una serie di testimoni e fonti sul posto. Il leader siriano Ahmad Sharaa (Jolani) ha esortato questa sera gli insorti della minoranza alawita del deposto presidente Bashar al-Assad a deporre le armi "prima che sia troppo tardi", dopo che secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 162 civili del gruppo sciita sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.  Sharaa ha anche promesso di "continuare a lavorare per il monopolio delle armi nelle mani dello Stato e non ci saranno più armi non regolamentate". "Avete attaccato tutti i siriani e commesso un errore imperdonabile. Deponete le armi e arrendetevi prima che sia troppo tardi", ha detto.
Il reportage dell'Osservatorio si basa su video verificati e sulle testimonianze ricevute dai parenti dei morti. I filmati sono terribili e mostrano decine di corpi in abiti civili ammucchiati nel cortile di una casa, donne che piangono e uomini in abiti militari che sembrano ordinare a tre persone di strisciare a terra l'una dietro l'altra prima di aprire il fuoco su di loro a distanza ravvicinata.

Rastrellamenti casa per casa dei miliziani filogovernativi

Una serie di necrologi di anziani, donne e bambini, pubblicati nelle ultime ore sui social network, confermano inoltre quanto trapela dalle cittadine di Jabla e Baniyas, dove secondo fonti concordanti i miliziani filo-governativi hanno condotto rastrellamenti casa per casa uccidendo civili nelle loro abitazioni. Tra questi civili si contano almeno quattro donne e due bambini. Nei video provenienti da Jabla e dalla zona di Mukhtaria e Sahat al Hamam si vedono miliziani siriani ma anche stranieri, identificati come membri di fazioni jihadiste affiliate all'attuale governo di Damasco. In alcuni filmati, questi miliziani stranieri parlano in arabo con un evidente accento straniero. Un miliziano straniero afferma con orgoglio in un arabo non siriano: "C'èra una volta Jabla. Adesso non c'è più. Cancellata. Bruciata". In un altro video, proveniente da Sahat al Hamam (Latakia), una ventina di uomini, identificati come alawiti, vengono fatti scendere da un camion e gettati a terra, percossi con i calci dei fucili da un folto gruppo di miliziani. All'autore del video viene più volte chiesto di non riprendere la fucilazione di massa che sta per compiersi.

Altri video mostrano barili-bomba contro villaggi alawiti 

Altri filmati hanno documentato il ritorno dei tristemente noti barili-bomba, per anni usati dal regime di Assad in Siria contro località sunnite rivoltatesi al potere di Damasco dal 2011. Oggi sono stati lanciati da miliziani sunniti filo-governativi contro località alawite della costa siriana. Lo mostrano filmati, la cui autenticità è stata verificata, pubblicati nelle ultime ore sui social. In un video due miliziani filo-governativi, ripresi all'interno di un elicottero, annunciano con entusiasmo di esser pronti a lanciare due barili-bomba. Un uomo dal volto coperto fa scivolare fuori dal velivolo i due barili. Altri filmati mostrano le esplosioni a terra su case civili.

Oltre 180 vittime duranti gli scontri

Sale quindi a 185 uccisi in poco più di 24 ore il bilancio dei sanguinosi scontri in Siria tra forze governative e uomini armati della regione costiera, descritti come membri delle forze di sicurezza del deposto regime. Tra le file dei governativi si contano, secondo l'Osservatorio, 37 uccisi. Secondo alcune fonti, gli scontri nella città di Jableh e nei villaggi vicino alla costa mediterranea sono "gli attacchi più violenti contro le nuove autorità dalla caduta di Assad" a dicembre. . L'Osservatorio ha anche riferito di decine di feriti e altri fatti prigionieri da entrambe le parti. Mustafa Kneifati, funzionario della sicurezza a Latakia, ha affermato che le operazioni seguono "un attacco ben pianificato e premeditato, dei gruppi di miliziani di Assad". "Ripristineremo la stabilità nella regione e proteggeremo la proprietà del nostro popolo", ha aggiunto. 

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