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L’Europa potrebbe difendersi da un attacco della Russia senza gli Usa? Lo studio

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©IPA/Fotogramma
Il 16esimo pacchetto delle sanzioni europee alla Russia
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Il 16esimo pacchetto delle sanzioni europee alla Russia
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Introduzione

Il ritrovato dialogo fra Stati Uniti e Russia ha risollevato timori sulle posizioni di Washington che riguardano non solo la guerra in Ucraina, ma anche un ipotetico disimpegno dalla sicurezza europea. Senza l’appoggio americano, l’Europa sarebbe in grado di contrastare un attacco da parte di Mosca? La risposta arriva da uno studio dell'istituto Bruegel e del Kiel Institute for the World Economy firmato da Guntram Wolff e Alexandr Burlikov, secondo cui sarebbe necessario reclutare 300.000 nuovi soldati, acquistare 1.400 nuovi carri armati e raddoppiare la spesa per la difesa nei prossimi cinque anni.

Quello che devi sapere

I numeri dell’esercito russo

  • Secondo lo studio, anche se la guerra in Ucraina è stata molto costosa per Mosca, “grazie all'ampia mobilitazione della società e dell'industria da parte del Cremlino, l'esercito russo è ora considerevolmente più grande, più esperto e meglio equipaggiato della forza che ha invaso l'Ucraina nel 2022”. Solo l’anno scorso, spiegano gli esperti, “la Russia ha prodotto e ristrutturato circa 1.550 carri armati, 5.700 veicoli corazzati e 450 pezzi di artiglieria di tutti i tipi. Ha inoltre schierato 1.800 munizioni vaganti Lancet a lungo raggio 3 . Rispetto al 2022, ciò rappresenta un aumento del 220 percento nella produzione di carri armati, del 150 percento in veicoli corazzati e artiglieria e del 435 percento in munizioni vaganti a lungo raggio”.

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Un attacco russo è “concepibile”

  • Un attacco russo a un Paese dell'Unione europea è quindi concepibile - prosegue lo studio - Le valutazioni di Nato, Germania, Polonia, Danimarca e Stati baltici indicano la Russia pronta ad attaccare entro tre o dieci anni. Potrebbe essere prima, con le esercitazioni militari quadriennali Zapad che si svolgeranno in Bielorussia nell'estate del 2025” e “dimostreranno la capacità della Russia di gestire esercitazioni militari su larga scala anche durante una guerra”.

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Il punto di vista economico

  • Secondo l’analisi, se l’Ucraina considerasse inaccettabile un accordo fra Stati Uniti e Russia l'Europa sarebbe in grado di fornire armi aggiuntive a Kiev per garantire che le sue capacità di combattimento rimangano come sono attualmente. “Da una prospettiva macroeconomica, i numeri sono abbastanza piccoli da consentire all'Europa di sostituire completamente gli Stati Uniti - scrivono gli esperti - Da febbraio 2022, il sostegno militare degli Stati Uniti all'Ucraina è stato di 64 miliardi di euro, mentre l'Europa, incluso il Regno Unito, ha inviato 62 miliardi di euro. Nel 2024, il sostegno militare degli Stati Uniti è stato di 20 miliardi di euro su un totale di 42 miliardi di euro. Per sostituire gli Stati Uniti, l'Ue dovrebbe quindi spendere solo un altro 0,12 percento del suo Pil, una cifra affrontabile”.

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300mila soldati e più coordinamento

  • Diverso sarebbe, sottolineano gli esperti, lo scenario di un improbabile accordo di pace accettato dall’Ucraina: “È probabile che la Russia continui il suo rafforzamento militare, creando una formidabile sfida militare per tutta l'Ue in un periodo molto breve, data l'attuale produzione russa. L'Ue e gli alleati, tra cui Regno Unito e Norvegia, avrebbero bisogno di accelerare i loro incrementi militari immediatamente e massicciamente”. Secondo l’ipotesi della Nato, spiegano, “in caso di un attacco russo a un Paese europeo della Nato, i 100.000 soldati statunitensi di stanza in Europa verrebbero rapidamente aumentati con un massimo di 200.000 soldati statunitensi aggiuntivi, concentrati in unità corazzate statunitensi più adatte al campo di battaglia dell'Europa orientale. Una stima realistica potrebbe quindi essere che sia necessario un aumento delle capacità europee equivalente alla capacità di combattimento di 300.000 soldati statunitensi, con un focus sulle forze meccanizzate e corazzate per sostituire le unità pesanti dell'esercito statunitense. Ciò si traduce in circa 50 nuove brigate europee”. Importante è anche il tema del coordinamento, perché “l'Europa, incluso il Regno Unito, ha attualmente 1,47 milioni di militari in servizio attivo, ma l'efficacia è ostacolata dalla mancanza di un comando unificato”. In sostanza, quindi, “L'Europa si trova di fronte a una scelta: o aumentare significativamente il numero delle truppe di oltre 300.000 unità per compensare la natura frammentata degli eserciti nazionali, o trovare modi per migliorare rapidamente il coordinamento militare

Le armi

  • Passando poi all’equipaggiamento, lo studio rileva che “prendendo come punto di riferimento il III Corpo dell'esercito statunitense, una deterrenza europea credibile, ad esempio per impedire una rapida irruzione russa nei Paesi baltici, richiederebbe un minimo di 1.400 carri armati, 2.000 veicoli da combattimento per la fanteria e 700 pezzi di artiglieria (obici da 155 mm e lanciarazzi multipli). Si tratta di una potenza di combattimento maggiore di quella attualmente disponibile nelle forze di terra francesi, tedesche, italiane e britanniche messe insieme. Fornire a queste forze munizioni sufficienti sarà essenziale, oltre alle scorte essenziali attualmente disponibili. Ad esempio, un milione di proiettili da 155 mm sarebbe il minimo per una scorta sufficientemente grande per 90 giorni di combattimento ad alta intensità”. Inoltre “l’Europa avrebbe anche bisogno di generare capacità di trasporto e aviazione, e capacità di missili, guerra con droni e comunicazione e intelligence. Ciò include l'aumento della produzione di droni per eguagliare la Russia, a un livello di circa 2.000 munizioni vaganti a lungo raggio all'anno. Nel frattempo, 300.000 nuovi dipendenti dovrebbero essere reclutati e addestrati”

La spesa per la difesa

  • Inoltre, spiega lo studio, “la spesa per la difesa europea dovrà aumentare sostanzialmente rispetto all'attuale livello di circa il 2 percento del Pil. Una valutazione iniziale suggerisce un aumento di circa 250 miliardi di euro all'anno”. “Un aumento annuale di 250 miliardi di euro potrebbe essere diviso equamente tra finanziamenti Ue e nazionali, facilitando sia un sostanziale approvvigionamento congiunto sia una sostanziale spesa militare nazionale - concludono gli esperti - Tali aumenti di spesa dovrebbero essere finanziati tramite debito nel breve periodo per ragioni sia politiche che economiche. Tuttavia, i finanziamenti dovranno aumentare in modo permanente. Una soluzione sarebbe quella di raccogliere 125 miliardi di euro all'anno per i prossimi cinque anni a livello Ue, mentre i Paesi Ue si impegnerebbero gradualmente ad aumentare la loro quota di spesa non finanziata tramite debito durante quel periodo”.

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