Macron "il mediatore" visto dalla Francia

"Siamo in guerra, in qualche modo, come lo eravamo nel 2020 contro il Covid". Il 20 febbraio Macron ha deciso di rispondere agli interrogativi dei francesi live su Instagram. Usando il linguaggio diretto della piattaforma "di cui ormai ha piena padronanza", come nota Le Figaro, "per rivolgersi a un pubblico più giovane rispetto a quello televisivo". "Stavolta la minaccia è la Russia, una potenza pericolosa e imperialista", ha detto in diretta alle migliaia di persone collegate. Obiettivo: abituare l'opinione pubblica francese all'idea di una missione di pace europea in Ucraina. E consolidare nel frattempo la propria auto-candidatura a mediatore con gli Stati Uniti in questa fase di incognite. "Macron cerca di preparare l'opinione pubblica a uno sforzo bellico che non si vedeva dal 1945", titolava infatti il quotidiano Le Monde il 21 febbraio. Poco prima, un comunicato stampa dell'Eliseo aveva diffuso i dettagli sul viaggio del Presidente a Washington domenica 23 febbraio. Il piano franco-britannico per la pace in Ucraina Un viaggio a cui seguirà pochi giorni dopo la visita del premier britannico Keir Starmer, a sua volta primo volontario di un impegno militare per la pace in Ucraina. I due porteranno con sé in dote un piano "di rassicurazione" scritto a quattro mani, che proporrebbe l'invio di 30mila soldati schierati nelle città e nei luoghi strategici ucraini sotto il comando Ue. Una presenza a cui si aggiungerebbero, secondo le prime indiscrezioni pubblicate dal The Telegraph, navi di pattugliamento nel Mar Nero per tutelare le rotte commerciali. E che si vorrebbe "messo in sicurezza" da una partecipazione aerea statunitense. Un piano che dipende dalla volontà del Presidente Trump di collaborare, oltre che dalla disponibilità di Putin ad accettare la presenza occidentale nel Paese con chi è in guerra da tre anni. Nulla è scontato e Macron pensa di poter fare la differenza. Pur attirandosi le critiche di una parte della stampa francese, come il sito di informazione della destra conservatrice Boulevard Voltaire, che sottolinea la "giravolta" del Presidente, pronto a sedersi al fianco di Trump per "portare avanti una strategia bellicista europea". Macron "il mediatore" Che Macron stia cercando di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella trattativa per la pace in Ucraina non stupisce. Viene spesso ricordato dai media francesi come il Presidente telefonò a Putin nei giorni precedenti allo scoppio della guerra nel febbraio 2022. Una telefonata che non riuscì nell'intento di frenare il presidente russo, ma che viene ancora rinfacciata a Macron dai partiti di opposizione per via della frase che rivolse all'Europa dopo quello scambio telefonico: "Non dobbiamo umiliare la Russia". Non bastò. Nel corso degli ultimi tre anni le visite ufficiali del presidente ucraino Zelensky all'Eliseo si sono moltiplicate. Macron fu anche il primo leader europeo a parlare apertamente "dell'ipotesi sul tavolo di inviare soldati europei in Ucraina" per il peacekeeping, nel febbraio 2024. Intento rapidamente smentito dagli altri leader dei Paesi del continente intenzionati a calmare le preoccupazioni dell'opinione pubblica. E che venne mal accolta dagli stessi francesi, che ancora a novembre 2024 - secondo un sondaggio realizzato per JJD, Europe1 e CNews - si schieravano al 68% contro l'invio di forze militare in Ucraina. L'Eliseo tuttavia è motivato a dimostrare la propria influenza diplomatica. Chissà se un invito alla responsabilizzazione e un ruolo da one man show del Presidente basteranno oggi a orientare l'opinione dei cittadini. La fiducia nei confronti del Capo dell'Eliseo è al 21%, secondo dati di Les Echos pubblicati il 13 febbraio, non ai minimi storici ma quasi. La "diplomazia dell'anatra senza testa" Macron punta sulla "relazione speciale" che intratterrebbe con Trump, sfidando l'idea diffusa a Bruxelles che oggi il miglior contatto del Presidente Usa in Europa sia la premier italiana Giorgia Meloni. In un pezzo che analizza la "strategia di incertezze e lusinghe per ammansire Donald Trump", Le Point ricorda come Macron abbia più volte ribadito recentemente di "conoscere bene" Trump e di avere con lui "scambi telefonici fluidi" settimanalmente, non riportati nei comunicati ufficiali. Scambi che l'hanno spinto a lanciarsi in un'analisi, in diretta social: Trump punterebbe sulla sua inaffidabilità, a suo parere, per prendere alla sprovvista la Russia. Da qui, la necessità di mostrarsi invece solidi e affidabili come europei. Qui si inserisce, scrive Le Point, "l'opportunità per la Francia di tornare rilevante sulla scena internazionale". Guidare lo slancio strategico che si impone al vecchio continente in campo militare e tecnologico. Una guida anche morale, poiché, scrive il quotidiano analizzando quella che chiama "la diplomazia dell'anatra senza testa", "è necessario anche far comprendere agli europei che gli Stati Uniti non sono più a nostra disposizione". Un obiettivo in linea con "il ruolo naturale francese", secondo il quotidiano di anima conservatrice, "che nonostante il fallimento della politica estera in Africa, può imporsi di nuovo come guida in Europa comprendendone le dinamiche e le aspettative, offrendo un'alternativa agli USA e alla Russi nella trattativa mediorientale, giocando in prima linea anche nell'Indopacifico grazie alle Colonie". In questa visione, la convenienza sembra essere soprattutto francese. L'Europa resta sullo sfondo, "anatra senza testa".

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