Anna Frank, il rifugio di Amsterdam ricreato in una mostra a New York

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L'esibizione senza precedenti ricrea, su una superficie di quasi 700 mq, il luogo a grandezza naturale e arredato allo stesso modo in cui lo sarebbe stato ai tempi in cui la famiglia Frank fu costretta a nascondersi per due anni con altre quattro persone

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Il rifugio segreto di Anna Frank ad Amsterdam è stato ricreato per la prima volta in assoluto, al di fuori dell'Olanda, a New York. In occasione del Giorno della Memoria,  il Center for Jewish History a Manhattan ha presentato 'Anne Frank The Exhibition', una mostra che ricrea il contesto che ha plasmato la vita di Anna Frank, dai primi anni a Francoforte in Germania fino all'ascesa del nazismo, con la famiglia costretta a trasferirsi ad Amsterdam dal 1933 fino al 1944 e la morte nel campo di concentramento a Bergen-Belsen. Creata da Ronald Leopold, direttore della casa di Anna Frank di Amsterdam, e Tom Brink, a capo della divisione pubblicazioni e presentazioni del museo, Anne Frank The Exhibition è senza precedenti perché ricrea, su una superficie di quasi 700 mq, l'annex a grandezza naturale arredato allo stesso modo in cui lo sarebbe stato ai tempi in cui la famiglia Frank fu costretta a nascondersi per due anni con altre quattro persone.

Anna Frank
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Immersione totale nella vita di Anna Frank

Il percorso della mostra è un'immersione totale nella vita di Anna che, con il diario ricevuto in regalo per il suo 13esimo compleanno quando ancora non viveva nel nascondiglio, documenta poi in modo dettagliato gli anni della clandestinità. C'è la sua stanza da letto con la scrivania dove, appunto, scrisse il suo famoso diario, la sala da pranzo, la libreria che nascondeva l'ingresso al rifugio. Tra gli oggetti, inoltre, alcuni dei quali non sono mai stati mostrati al pubblico, un quaderno con delle sue poesie, un album di foto di classe di Anna, ma anche il baule che Otto Frank usò per il suo viaggio in Usa, pezzi di arredamento della casa a Francoforte, argenteria, piatti. Ci sono anche centinaia di copie in diverse lingue del diario, segno dell'influenza che ha avuto nel mondo negli anni successivi. Presente anche una statuina di un Oscar, dal film 'Il diario di Anna Frank' del 1959 diretto da George Stevens. Come ha spiegato Leopold, la mostra non vuole presentare Anna e la famiglia solo come delle vittime ma è anche una celebrazione di quella che era la loro vita prima dell'inizio della persecuzione nazista. Ci sono infatti anche gli anni a Marbachweg a Francoforte, il periodo per loro più bello e più prospero. "Questa mostra" - ha spiegato Leopold - "è stata concepita per un pubblico che non può recarsi ad Amsterdam, ma anche per chi non riesce ad ottenere I biglietti per visitare il rifugio originale. Ha tuttavia anche l'obiettivo di educare le nuove generazioni, di far conoscere ciò che ha portato alla nascita dell'antisemitismo e naturalmente vuole mostrare Anna come un simbolo di resilienza. Il suo diario è stato tradotto in quasi 70 lingue e resta uno dei libri più letti al mondo".

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