Migranti, l’anno nero della rotta atlantica: 40mila arrivi e 10mila morti

Nel 2024, 43.737 persone sono partite dalla costa occidentale africana per arrivare alle isole Canarie: è il numero più alto dal 1994, quando sono state avvistate le prime imbarcazioni di migranti. Meno conosciuta rispetto a quella mediterranea o balcanica, la rotta atlantica è la più utilizzata dai migranti per arrivare in Spagna: rappresenta infatti il 72,6% degli arrivi irregolari nel Paese e, secondo i dati raccolti dall’agenzia europea Frontex, viene percorsa soprattutto da persone provenienti da Mali , Senegal , Marocco , Guinea e Mauritania . A causa delle forti correnti oceaniche, alle condizioni precarie delle imbarcazioni e della mancato coordinamento tra i soccorsi tra la Spagna e i Paesi africani, è anche una delle rotte più letali: secondo i dati del Ministero dell’Interno spagnolo, nel 2024 9.757 migranti sono morti percorrendola. Un dato che coincide con quello registrato da Caminando Fronteras, che dal 2002 si occupa di segnalare alle autorità la presenza di barche e gommoni in transito verso la Spagna e di aiutare le famiglie delle persone migranti a ritrovare i loro cari dispersi in mare. Fondata dalla giornalista e difensora dei diritti umani Helena Maleno, l’organizzazione ha rivelato nel suo ultimo report numerosi altri dati che aiutano a comprendere meglio le dinamiche della rotta atlantica. Tra queste, l’aumento delle partenze dalla Mauritania e della presenza di donne e bambini tra la popolazione migrante, che integra persone da 28 Paesi diversi, tra le quali una percentuale sempre più consistente di individui provenienti dall’Asia. La rotta più letale Il 28 agosto 1994 due pescatori saharawi arrivano a Fuerteventura su una barca di legno: furono i primi migranti della rotta atlantica e ricevettero un’accoglienza calorosa. “Furono accolti con simpatia perché sull'isola c'era un sentimento pro-saharawi. Molti abitanti di Fuerteventura in passato erano emigrati nel Sahara. All’epoca gli arrivi erano aneddotici, una barca di tanto in tanto”, ha spiegato Rita Díaz, sindaca del comune di Tuineje a Cadena Ser. Nel 1999 ci fu il primo naufragio: nove morti a pochi metri dalle coste di Fuerteventura. Tra il 2005 e 2006 gli arrivi si intensificarono e iniziò la cosiddetta “crisis de los cayucos”, dal nome delle imbarcazioni utilizzate, una specie di piroghe in legno: solo nel 2006 arrivano 31mila persone. Tra alti e bassi, e con una forte ripresa a partire dal 2020, la rotta atlantica ha continuato a essere percorsa, mettendo in crisi il sistema di accoglienza prima delle isole Canarie, poi di tutta la Spagna, in particolare a causa dell’arrivo sempre più frequente di minori non accompagnati. Tra le rotte percorse dalle persone migranti in Spagna, quella atlantica resta la più letale, seguita dalle partenze effettuate dall’Algeria verso il Sud della Spagna e le isole Baleari. Seguono la rotta dello stretto di Gibilterra e quella del mare di Alborán, la porzione più occidentale del Mediterraneo, compresa fra la Spagna e il Marocco. “La mancanza di attivazione tempestiva dei servizi di ricerca e soccorso è diventata una pratica ricorrente su queste rotte. Anche se viene fornita la loro posizione precisa, molte imbarcazioni a rischio non ricevono assistenza immediata”, ha denunciato l’ONG nel suo report, segnalando la mancanza di comunicazione tra le autorità coinvolte e la tendenza a far rimbalzare le responsabilità tra loro . In partenza da Marocco, Senegal, Gambia e Mauritania A sua volta, la rotta atlantica si divide in tre sub-rotte principali. La prima riguarda la zona costiera del Marocco che va dalla città di Agadir a quella di Dakhla, la seconda dal Senegal e dal Gambia e la terza dalla Mauritania. Nel 2024, a partire dalle coste del Marocco sono soprattutto persone del Maghreb e dell’Africa subsahariana, in particolare da Sudan, Senegal, Costa d’Avorio, Guinea e Mali, ma anche provenienti dall’Asia, in particolare dal Bangladesh. Un numero significativo delle persone migranti che percorrono questo tratto sono donne che hanno trascorso lunghi periodi in Marocco dopo essere fuggite da conflitti armati, violenze strutturali e sfruttamento nei loro Paesi d'origine. Molte di loro hanno figli, alcuni nati durante il percorso migratorio. Dal Senegal e dal Gambia, invece, il numero di partenze è diminuito rispetto al 2023: un cambiamento dovuto, secondo l’ONG, a una nuova stabilità politica nei due Paesi. Le cifre, tuttavia, restano allarmanti, così come i dati sulla popolazione migratoria, composta soprattutto da donne, bambini e interi nuclei famigliari. Mentre nelle altre rotte le partenze sono circoscritte in alcuni periodi dell’anno , nel 2024 dalle coste della Mauritania le imbarcazioni non hanno mai smesso di partire. Gennaio e aprile sono stati i mesi più letali per le persone che hanno scelto questo tragitto e che sono soprattutto migranti della zona del Sahel in fuga dalle guerre, dal cambiamento climatico e dalle loro conseguenze, tra cui lo sfruttamento lavorativo e sessuale, l’obbligo di arruolamento e i matrimoni forzati. Nel 2024, Caminando Fronteras afferma di aver assistito a un aumento dei bambini e degli adolescenti in partenza dalla Mauritania. Nonostante si tratti di una rotta maggiormente percorsa da uomini, è cresciuto anche il numero di donne. Secondo l’ONG, nel 2024 in totale 1538 bambini e 421 donne sono morti nel tentativo di raggiungere le coste spagnole. Nonostante l’anno scorso l’Unione europea, la Spagna e la Mauritania abbiano firmato un accordo di cooperazione sulle migrazioni che include, tra i suoi obiettivi, il potenziamento delle operazioni di ricerca e salvataggio, l’ONG ha segnalato che al momento la situazione lungo la rotta non è migliorata. Anzi: lo scorso agosto lungo le coste della Repubblica Dominicana, dall’altra parte dell’Atlantico, è stata ritrovata un’imbarcazione in legno con 14 cadaveri a bordo di persone provenienti proprio dalla Mauritania e dal Senegal. In totale, secondo l’ONG, nel 2024 sono sparite 131 imbarcazioni.

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