Si tratta di Yosef e Hamza Alziadna, rapiti vivi il 7 ottobre 2023 dal kibbutz Hulit dove lavoravano. Il cordoglio di Netanyahu: "Abbiamo restituito alla famiglia Bilal e Aisha a novembre 2023, e volevamo fare lo stesso per Yosef e Hamza". Almeno 21 palestinesi sono morti a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza dall'alba. Liberata Cecilia Sala: aereo atterrato a Ciampino
Netanyahu: "Avremmo voluto riportare a casa Yosef e Hamza"
"A nome mio e di mia moglie, desidero esprimere il nostro profondo cordoglio per la triste notizia ricevuta oggi dalla famiglia Al-Zayadna. Abbiamo sperato e lavorato per il ritorno sicuro dei quattro membri della famiglia prigionieri di Hamas. Abbiamo restituito alla famiglia Bilal e Aisha a novembre 2023, e volevamo fare lo stesso per Yosef e Hamza". Lo afferma in una nota il premier israeliano Benyamin Netanyahu. "Invio le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Ringrazio le forze dell'Idf e del Shin Bet per il loro impegno deciso nel cercare di riportare a casa i nostri ostaggi. Continueremo a fare ogni sforzo per riportare tutti i nostri ostaggi a casa, vivi e morti, insieme", ha aggiunto il primo ministro.
Blinken: "Molto vicino un accordo per la tregua a Gaza"
L'accordo su una tregua nella Striscia di Gaza è ''molto vicino'': lo ha detto a Parigi il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
L'Idf trova i corpi di due ostaggi di 22 e 53 anni a Gaza
L'esercito israeliano ha ritrovato a Gaza i corpi dei rapiti Yosef e Hamza Alziadna, 53 e 22 anni, rapiti vivi il 7 ottobre 2023 dal kibbutz Hulit dove lavoravano. "Ci è stato detto che sono stati trovati i corpi di Yousef e Hamza. Il nostro cuore è spezzato. Speravamo che tornassero vivi tra le braccia della famiglia, ma purtroppo sono tornati senza vita", ha detto il fratello di Yousef. La famiglia ha raccontato che i due ostaggi sono stati tenuti insieme e trovati insieme. Lo riferiscono i media israeliani citando i familiari.
Atterrato a Ciampino l'aereo con a bordo Cecilia Sala
È atterrato allo scalo di Ciampino l'aereo che ha riportato in Italia Cecilia Sala dopo la detenzione in Iran.
Wafa: Idf fa irruzione a Tulkarem in Cisgiordania
L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella città di Tulkarem causando gravi danni alle infrastrutture e alle proprietà locali. Diversi veicoli militari sono entrati nella città dall'ingresso occidentale, dirigendosi verso la via che conduce al campo profughi, durante l'operazione l'Idf è entrato in un edificio residenziale. I residenti locali denunciano l'aggravarsi della distruzione e un clima di paura diffusa, secondo la stampa palestinese.
Media: ospedale Nasser a Gaza si ferma per mancanza di carburante
Il complesso medico Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, ha dichiarato di essere stato costretto a sospendere i suoi servizi sanitari a causa della carenza di carburante. In una nota citata da Middle East Eye online, l'ospedale ha affermato tutti i servizi, ad eccezione della terapia intensiva e delle operazioni d'urgenza, sono sospesi, poiché le rimanenti scorte di carburante sono sufficienti solo per far funzionare un piccolo generatore per sole tre ore. L'ospedale necessita di 5.500 litri di gasolio al giorno per funzionare.
Israele, tensione tra ministro della Difesa e capo Idf Halevi
Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato al capo di stato maggiore Herzi Halevi di collaborare pienamente con il revisore dello Stato nell'indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023. Katz ha dichiarato che "l'Idf non può permettersi di sembrare un'istituzione che teme la trasparenza pubblica". In risposta, il portavoce dell'Idf Daniel Hagari, ha respinto le accuse con una nota sottolineando che "le indagini interne sono fondamentali e devono essere condotte senza compromettere la sicurezza operativa". Hagari ha inoltre ribadito che "le questioni devono essere risolte attraverso il dialogo diretto e non tramite i media". Immediata la reazione di Adir Dahan, portavoce del ministro che ha attaccato Hagari, accusandolo di "oltrepassare i limiti del suo ruolo: questa volta le scuse non basteranno", ha detto. La tensione tra Katz e Halevi, aggravata dalla crisi delle nomine nell'Idf, sta generando un clima di incertezza tra gli ufficiali e potrebbe avere conseguenze significative per i vertici militari e politici, riferiscono i media israeliani.Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato al capo di stato maggiore Herzi Halevi di collaborare pienamente con il revisore dello Stato nell'indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023. Katz ha dichiarato che "l'Idf non può permettersi di sembrare un'istituzione che teme la trasparenza pubblica". In risposta, il portavoce dell'Idf Daniel Hagari, ha respinto le accuse con una nota sottolineando che "le indagini interne sono fondamentali e devono essere condotte senza compromettere la sicurezza operativa". Hagari ha inoltre ribadito che "le questioni devono essere risolte attraverso il dialogo diretto e non tramite i media". Immediata la reazione di Adir Dahan, portavoce del ministro che ha attaccato Hagari, accusandolo di "oltrepassare i limiti del suo ruolo: questa volta le scuse non basteranno", ha detto. La tensione tra Katz e Halevi, aggravata dalla crisi delle nomine nell'Idf, sta generando un clima di incertezza tra gli ufficiali e potrebbe avere conseguenze significative per i vertici militari e politici, riferiscono i media israeliani.
Media, forze israeliane distruggono edifici nel sud del Libano
Le forze israeliane hanno bombardato oggi con l'artiglieria due edifici a Bint Jbeil, nel sud del Libano, tra cui l'abitazione del sindaco della cittadina. Poi con un carro armato Merkava hanno preso di mira anche un terzo edificio. Lo riferisce il quotidiano libanese L'Orient le Jour online. Nella regione di Marjeyoun, le forze israeliane hanno distrutto le infrastrutture di Markaba con esplosivi, scrive ancora la stessa fonte, aggiungendo infine che più ad est, nel distretto di Hasbaya, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco con armi automatiche contro dei pastori che si trovavano alla periferia di Halta, costringendoli alla fuga.
Libano, il premier: "Domani avremo un nuovo presidente"
"Oggi per la prima volta" dal novembre di tre anni fa, da quando il Libano è senza un capo di Stato, "mi sento felice perché se Dio vorrà domani avremo un nuovo presidente". Lo ha detto il premier ad interim del Paese dei Cedri, Najib Miqati, in dichiarazioni riportate dal sito Naharnet alla vigilia del voto in Parlamento per l'elezione del successore di Michel Aoun, che ha concluso il mandato alla presidenza più di due anni fa.
Tajani: "Venerdì andrò a Damasco per incontrare le autorità"
"Venerdì andrò a Damasco per incontrare le autorità siriane". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in question time alla Camera.
Unicef, a Gaza almeno 74 bambini uccisi nella prima settimana del 2025
Almeno 74 bambini sarebbero stati uccisi a causa della violenza incessante nella Striscia di Gaza solo nei primi sette giorni del 2025. Lo scrive Unicef in una nota affermando che i bambini sarebbero stati uccisi in diversi episodi di massa, tra cui attacchi notturni a Gaza City, Khan Younis e Al Mawasi, una “zona sicura” designata unilateralmente nel sud. L'attacco più recente, ieri, ha visto 5 bambini uccisi ad Al Mawasi. ''Per i bambini di Gaza, il nuovo anno ha portato più morte e sofferenza a causa di attacchi, deprivazione e la crescente esposizione al freddo," ha dichiarato Catherine Russell, direttore generale dell'Unicef. ''Un cessate il fuoco è atteso da troppo tempo. Troppi bambini sono stati uccisi o hanno perso i propri cari nel tragico inizio del nuovo anno'', ha aggiunto.
La continuativa mancanza di rifugi di base, combinata alle temperature invernali, rappresenta una grave minaccia per i bambini. Con più di 1 milione di bambini che vivono in tende di fortuna e molte famiglie sfollate negli ultimi 15 mesi, i bambini affrontano rischi estremi. Secondo le notizie, dal 26 dicembre, 8 neonati sarebbero morti per ipotermia, una grave minaccia per i bambini piccoli che non sono in grado di regolare la loro temperatura corporea.
La situazione umanitaria a Gaza è andata fuori controllo. Il numero di camion con aiuti che entrano a Gaza rimane drammaticamente insufficiente per rispondere ai bisogni più elementari delle famiglie. L’ordine civile è in gran parte crollato a Gaza, con il saccheggio dei beni umanitari, scrive l'Unicef.
Media, il leader siriano Jolani vedrà Erdogan in Turchia
Il nuovo leader della Siria, Ahmed al-Sharaa, nome di battaglia Abu Mohamed Jolani, ha in programma di recarsi in Turchia per incontrare il capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, nel suo primo viaggio all'estero da quando è caduto il regime del presidente siriano Bashar al-Assad. Lo riferisce il quotidiano turco Yeni Safak senza specificare la data della visita e dichiarando che al-Sharaa avrebbe dovuto recarsi ad Ankara già nei giorni scorsi ma il viaggio è stato rimandato.
Media, almeno 21 morti a Gaza in raid Israele da alba
Almeno 21 palestinesi sono morti a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza dall'alba. E' il bilancio riferito da al-Jazeera, secondo cui dieci persone della stessa famiglia, per lo più donne e bambini, sono state uccise nel campo profughi di Bureij nella regione centrale della Striscia, e cinque nel quartiere di Zeitoun, zona nord di Gaza City. A questi si aggiungono tre persone a Deir el-Balah, un altro palestinese nel distretto di Sheikh Radwan a Gaza City e altri due a Jabaliya.
Iran: sempre protetto i diritti dei reporter stranieri
"La politica del Ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico (dell'Iran) è sempre stata basata sull'accoglienza dei viaggi e delle attività legali dei giornalisti internazionali, sull'aumento della presenza dei media stranieri nel Paese e sulla protezione dei loro diritti legali e questo approccio viene seguito seriamente anche nel quattordicesimo governo" (guidato dal presidente Masoud Pezeshkian). Lo si legge in un comunicato del ministero della Cultura iraniano, riportato da Irna, riguardo all'arresto di Cecilia Sala. Il comunicato ribadisce che l'ambasciata italiana a Teheran è stata informata dell'arresto della giornalista e durante la detenzione è stata prevista la possibilità di accesso consolare e di contatti telefonici con la sua famiglia.
Crisi carburante, ospedale Khan Younis ferma attività
L'ospedale Nasser di Khan Younis ha fermato le attività, a eccezione dell'unità di terapia intensiva e delle sale operatorie, a causa della mancanza di carburante. Lo ha riferito al-Jazeera all'indomani dell'allarme lanciato dal ministero della Salute nella Striscia, gestito da Hamas, per il "disastro" imminente negli ospedali di Gaza per la mancanza di scorte di carburante.
Iran: Noury (Amnesty): 'Con Sala politica ostaggi non ha funzionato'
La liberazione di Cecilia Sala dimostra che ''la politica degli ostaggi portata avanti per anni dall'Iran questa volta non ha funzionato'', l'Italia ''stavolta non ha ceduto'' e ''la diplomazia, le autorità e le istituzioni hanno lavorato al meglio''. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commenta con Adnkronos il rilascio della giornalista italiana dal carcere di Evin a Teheran, dov'era detenuta dal 19 dicembre. Il fatto che ''la soluzione è arrivata così presto e positivamente dimostra che non si è ceduto alla politica degli ostaggi'' e che ''tutti gli attori coinvolti hanno fatto bene ciò che sanno fare meglio'', prosegue Noury citando ''l'opinione pubblica, le organizzazioni per i diritti umani a tenere alta l'attenzione, l'informazione a parlarne e la diplomazia, le autorità e le istituzioni''. Ovviamente ''il lavoro che ha fatto il governo ha avuto un ruolo molto molto importante''.
Noury ha voluto rendere ''omaggio alla resistenza di Cecilia'' che ha trascorso ''tre settimane in una cella di isolamento con la luce accesa 24 ore su 24 e con scarsi contatti con il mondo esterno in una delle prigioni peggiori al mondo''. La soluzione positiva del caso Sala, prosegue il portavoce di Amnesty Italia, è anche ''la conferma che il giornalismo non può e non deve mai essere considerato un reato''. E ''questo dovrebbe spronare tutti noi a far sì che ci sia massima attenzione al principio che i giornalisti non devono essere arrestati perché fanno il loro lavoro, né considerati pedine di scambio''.
Noury ha infine condannato l'''odio misogino terribile'' che ''fa vergogna'' di cui è stata oggetto Sala in questi giorni. ''Sono certo che Cecilia non ha potuto leggerli mentre era in isolamento e spero non li possa leggere nemmeno al ritorno'', ha aggiunto ricordando quanto Sala sia ''una giornalista non nuova a lavorare in scenari complessi come l'Iran, l'Ucraina, l'Afghanistan''.
Sirene suonano a Kerem Shalom, intercettato razzo da Gaza
Le forze armate israeliane hanno riferito che un razzo sparato da Gaza è stato intercettato, dopo che sono risuonate le sirene a Kerem Shalom, vicino al confine con la Striscia. Nelle ultime due settimane sono stati lanciati più di 20 razzi da Gaza verso Israele, per lo più dal nord della Striscia. Lunedì scorso una casa a Sderot è stata danneggiata, ma non ci sono stati feriti.
Il legale di Abedini: 'Molto contento del ritorno di Sala'
"Ho saputo del comunicato rilasciato e sono molto contento del ritorno a casa della nostra Cecilia Sala". Così l'avvocato Alfredo De Francesco, difensore di Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano bloccato in Italia lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti.
Custode Terra Santa: ‘Vedo peggioramenti per cristiani in Terra Santa’
Sulla situazione dei cristiani in Terra Santa, padre Francesco Patton, dice di vedere dei peggioramenti. “Anche di recente, - osserva in una intervista al sito Comunità di Connessioni diretto da Padre Occhetta - ho ricevuto segnalazioni da confratelli che vivono in santuari, magari isolati, che sono stati aggrediti verbalmente da coloni o da ebrei fondamentalisti, i quali, considerando quelle terre solamente loro, vogliono che i cristiani, siano essi religiosi o laici, se ne vadano”. “Essi - osserva - dimenticano che il cristianesimo è nato qui, è nato tra l’altro per iniziativa di un ebreo che si chiamava Gesù di Nazareth. Dimenticano che il cristianesimo qui è sempre esistito ininterrottamente da duemila anni, e per quel che ci riguarda, dimenticano anche che come francescani siamo in questi luoghi da otto secoli in forma pacifica, avendo resistito alle pressioni e violenze anche dei Mamelucchi e degli Ottomani. Dunque, le pressioni attuali dei coloni non intimoriscono le nostre comunità impegnate nel portare la pace e sostegno agli ultimi. Non si può negare però che questo clima crei difficoltà”.
Gemellaggio tra squadra di calcio bambini Napoli e Gaza
Giocano a pallone a chilometri e chilometri di distanza, tifando gli uni per gli altri con il sogno, quando sarà possibile, di incontrarsi e correre tutti insieme dietro allo stesso pallone. Sono i bambini dello Spartak San Gennaro, squadra popolare per dare un'opportunità di sport a bambini di famiglie con disagio, e i bambini dell'Al Haddaf team, che raccoglie circa un centinaio di ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni, provenienti dalla cittadina di Beit Lahia, ormai distrutta del Nord di Gaza, che vivono in un campo nel Sud della Striscia. Il gemellaggio ha preso il via circa un mese fa e oggi Napoli, nel campetto dello Spartak San Gennaro, al parco Ventaglieri, nel cuore del quartiere popolare di Montesanto, si ritroverà per 'assistere' attraverso un video al match che nelle scorse settimane i giovani giocatori dell'Al Haddaf hanno disputato contro una squadra di Jabalia. Nel campetto ai Ventaglieri sarà allestita una vera e propria curva con tanto di bandiere. E per essere sempre al fianco dei bambini di Gaza, lo Spartak ha realizzato un'apposita maglietta su cui sono stampati anche lo stemma dell'Al Haddaf ed la scritta 'Tutt' eguale song e' creature' (ndr, I bambini sono tutti uguali).