Sala, dipartimento di Stato Usa: "Venga rilasciata". Tajani: "Nessuna ipotesi sul rientro"

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Il capo della Farnesina: "Non c'è ancora nessun capo di imputazione" per la reporter romana. La vicenda è seguita anche da Washington che ha chiesto all’Iran "il rilascio immediato e incondizionato dei prigionieri detenuti senza giusta causa". Ancora incerta la posizione dell’iraniano Abedini Najafabadi, su cui pende la richiesta di estradizione da parte delle autorità americane

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Anche gli Stati Uniti si espongono sul caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in isolamento nel carcere iraniano di Evin dal 19 dicembre. "Chiediamo all’Iran il rilascio immediato e incondizionato dei prigionieri detenuti senza giusta causa", ha dichiarato un portavoce del dipartimento di Stato americano al giornale La Repubblica. "Sfortunatamente il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c'è giustificazione e dovrebbero essere rilasciati immediatamente", ha aggiunto, osservando che "i giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose e devono essere protetti". L’arresto di Sala è avvenuto tre giorni dopo quello dell’iraniano Mohammad Abedini Najafabadi in Italia su ordine della giustizia americana, che ha già inviato alle autorità italiane la richiesta di estradizione. Intanto in serata il ministro degli Esteri Tajani a Zona Bianca su Rete 4 ha reso noto che nelle scorse ore "la nostra ambasciatrice a Teheran è andata al ministero degli Esteri iraniano, ha incontrato il viceministro degli Esteri, il quale ha detto che ancora non è stato formulato il capo di imputazione" per Sala, "e appena la giustizia iraniana la comunicherà agli Esteri verrà detto per quali motivi è stata arrestata". Sala, precisa il ministro, "sta bene. È una ragazza forte. Le sue condizioni, a quanto emerge, sarebbero migliori di quelle che aveva sopportato nel 2022 la blogger romana Alessia Piperno.

Tajani: "Nessuna ipotesi sui tempi di rilascio di Sala"

Ad ogni modo, Tajani ha sottolineato che ad oggi "non sono ipotizzabili" tempi di

rilascio per Cecilia Sala, "la trattativa è molto delicata, non è facile. Noi facciamo tutto il possibile affinché i tempi siano brevi, però non dipende da noi. La situazione è abbastanza complicata, ecco perché abbiamo chiesto a tutti quanti il massimo riserbo, di non enfatizzare la situazione e di lasciare lavorare chi in questo momento è operativo, la nostra ambasciata e il nostro consolato, perché possa svolgere in modo migliore la propria attività a favore di Cecilia Sala".

Il ruolo dell'iraniano

L'Italia sta anche valutando se ci sono i presupposti per l'estradizione di Mohammad Abedini, arrestato all'aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre in esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Gli Stati Uniti chiedono l'estradizione di Abedini, tecnico coinvolto nel programma di droni di Teheran, perché lo ritengono coinvolto in un attentato in Giordania nel quale morirono tre soldati statunitensi. In molti ritengono che la giornalista italiana Cecilia Sala sia stata arrestata dalle autorità iraniane per ottenere, in cambio della sua liberazione, la scarcerazione di Abedini, attualmente detenuto nel carcere di Busto Arsizio. 

Mohammad Abedini Najafabad, il cittadino iraniano di 38 anni fermato il 16 dicembre a Malpensa con l'accusa di terrorismo e ora in carcere a Opera.
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Lo scambio triangolare

È possibile però che Abedini non venga incluso in un possibile scambio triangolare, già avvenuto in altre circostanze: ad essere coinvolti potrebbero essere prigionieri iraniani in Paesi terzi, che verrebbero rimandati a Teheran solo dopo la liberazione della reporter romana. Un'operazione che potrebbe riuscire solo grazie all'intervento degli Stati Uniti: questo potrebbe perciò essere uno dei temi che Joe Biden affronterà nel corso della sua visita a Roma dal 9 al 12 gennaio. Durante il viaggio, l'ultimo del presidente fuori dai confini americani prima dell'insediamento di Donald Trump, Biden incontrerà Papa Francesco, ma anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni, che segue con costante attenzione la complessa vicenda di Sala e si tiene in stretto collegamento con Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano. In queste ore è intervenuto anche il vice premier Matteo Salvini: "Spero nel ritorno a casa di Cecilia Sala e conto che possa tornare presto dalla sua famiglia", scrive sui social il ministro, mentre a Torino si è tenuto un sit in organizzato dai radicali davanti alla Prefettura, per chiedere al governo italiano di "intervenire con la massima urgenza" per la liberazione della giornalista detenuta in Iran. "L'ultima cosa da fare è stare in silenzio. Non siamo qui contro il governo italiano, ma gli chiediamo di fare l'impossibile".

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