Accusato dell'uccisione dell’amministratore delegato di UnitedHealthcare Brian Thompson, potrebbe essere condannato a morte. Nello Stato dove il presunto killer verrà giudicato e a cui sono stati contestati reati federali come l’omicidio di primo grado con l’aggravante del terrorismo, la pena capitale non viene utilizzata dal 2004 ma nessuno esclude che i procuratori possano chiederla
Luigi Mangione, accusato dell'omicidio dell'amministratore delegato del colosso delle polizze sanitarie UnitedHealthCare, è atteso oggi, lunedì 23 dicembre, presso un tribunale di New York per rispondere a un’accusa formale composta da 11 capi d’imputazione, tra cui omicidio di primo grado come atto di terrorismo, in relazione all’uccisione di Brian Thompson. L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, ha dichiarato venerdì che sta collaborando con le autorità federali per l’udienza preliminare. Il 26enne è comparso già giovedì scorso davanti a un giudice federale con quattro capi d’imputazione, tra cui omicidio, stalking e reati legati alle armi da fuoco. Le due inchieste, una statale e l’altra federale, presentano differenze significative: una si concentra sul terrorismo, l’altra sullo stalking. Gli esperti legali sottolineano che nessuna delle due è necessariamente più grave, salvo che il governo federale decida di richiedere la pena di morte.
Le prove raccolte nell'inchiesta federale
Nell'inchiesta federale sono incluse prove fotografiche che mostrerebbero Mangione in bicicletta verso l’Hilton Midtown hotel sulla Sixth Avenue, dove Thompson è stato ucciso il 4 dicembre. Tra le altre prove raccolte, un taccuino contenente appunti che esprimono “ostilità verso l’industria assicurativa e gli ceo ricchi”. Un’annotazione del 18 agosto 2024 recita: “I dettagli stanno finalmente venendo a galla… l’obiettivo è l’assicurazione… soddisfa tutti i requisiti.” Gli investigatori hanno anche trovato una pistola calibro 9 mm con silenziatore, compatibile con l’arma utilizzata nell’omicidio.
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Il rischio della pena di morte
Sebbene lo Stato di New York abbia sospeso la pena di morte dal 2004, i procuratori federali possono sempre richiederla. L’avvocato difensore di Mangione, Karen Friedman Agnifilo, ha espresso preoccupazioni per il rischio di doppio processo dato il parallelo tra le accuse statali e federali. “Con rispetto, preferiamo non commentare in questo momento. Il signor Mangione apprezza il supporto di tutti,” ha dichiarato l’avvocato, sottolineando che la presenza di due casi distinti è “altamente insolita.” Il procuratore Bragg ha spiegato che “i procedimenti statali e federali possono proseguire parallelamente”.
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Detenuto al Metropolitan Detention Center
Mangione si trova in custodia federale presso il Metropolitan Detention Center di Brooklyn, separato dalla popolazione carceraria generale. Fonti delle forze dell’ordine hanno riferito alla Cbs che probabilmente gli verrà assegnato un compagno di cella e riceverà visite giornaliere dai servizi medici e psicologici. Mangione è stato estradato dalla Pennsylvania a New York e trasferito il 19 dicembre con un elicottero della polizia, scortato da agenti armati e dal sindaco Eric Adams. L’Mdc di Brooklyn è l’unico carcere federale a New York City e ospita circa 1.200 detenuti, perlopiù in attesa di processo federale a Manhattan e Brooklyn. La struttura è nota per aver ospitato casi di alto profilo e numerose polemiche. Tra i detenuti celebri, Sean “Diddy” Combs è attualmente detenuto per accuse di traffico sessuale.
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Crescono i supporter di Mangione: lanciato "processo di canonizzazione online"
Intanto in questi giorni i fan di Mangione hanno lanciato un “processo di canonizzazione” online sul presunto killer, dopo la notizia che rischia la pena di morte. Su X sono apparsi fotomontaggi di Mangione in versione santo, con aureola e un cuore che libra sopra le mani intrecciate all’altezza del petto. Le immagini sono diventate virali. Molti suoi sostenitori, mossi dalla frustrazione verso un sistema sanitario che in America appare agli occhi di milioni di persone spietato e dedito solo al profitto, parlano di “santo” e di “canonizzazione” per il killer, considerato un “martire” che ha voluto vendicare i clienti sopraffatti dal sistema. “Vogliono dargli la pena di morte - ha scritto un utente su X - quella è la sola ragione per cui gli hanno contestato reati federali”, cioè i più gravi. “Puoi uccidere decine di bambini e avere una sentenza meno dura - ha commentato un altro - perché le loro vite non contano, mentre quelle dei Ceo sì. Questa è l’America”.