Guerra Siria, Mosca: "Parte dello staff diplomatico ha lasciato la Siria"

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"Parte" del personale diplomatico russo ha lasciato la Siria, hanno annunciato le autorità di Mosca. Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad. Israele mira in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong. Il nuovo governo della Siria dovrà prevedere nel suo programma lo svolgimento di elezioni, promette Jolani

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Ankara: pronti ad addestrare esercito se Siria chiede

La  Turchia è pronta a fornire addestramento all'esercito siriano qualora  il nuovo governo di Damasco dovesse richiedere la collaborazione di  Ankara.La disponibilita' del governo turco è arrivata dal ministro della  Difesa Yasar Guler, che ha cosi' ribadito la vicinanza della Turchia  alla Siria nata dalla fine del regime della famiglia Assad. "È giusto  che il nuovo governo sia sostenuto dai Paesi vicini e gli sia concessa  una possibilita'. La Turchia fara' la propria parte, siamo pronti a  fornire addestramento al nuovo esercito siriano se Damasco dovesse  chiedercelo", ha detto Guler.Il ministro turco ha poi ribadito la linea  della tolleranza zero nei confronti delle milizie separatiste curde di  Ypg: "O spariscono loro o le faremo sparire".

Ministro Difesa turco: 'Pronti a fornire sostegno a nuova amministrazione'

La Turchia ha "accordi di cooperazione con molti Paesi" ed è "pronta a fornire supporto, se richiesto, alla nuova amministrazione" in Siria, dopo la fine dell'era Assad. E' quanto afferma il ministro della Difesa turco, Yasar Guler, in dichiarazioni riportate dall'agenzia turca Anadolu. "Il nostro obiettivo principale - aggiunge - è preservare l'integrità territoriale della Siria, l'unità e completare pacificamente il processo politico, liberare il confine da elementi terroristici".

Siria, l'allarme: milioni di mine e munizioni inesplose, 'mai visto nulla di simile'

Milioni di munizioni e mine terrestri inesplose. Quello che rimane sul campo dal conflitto esploso in Siria 13 anni fa, dopo l'inizio di proteste antigovernative soffocate in una sanguinosa repressione, rappresenta un nuovo pericolo per le decine di migliaia di siriani che tornano a casa dopo la fine del regime assadista. Vaste aree del Paese arabo sono disseminate di ordigni inesplosi, che rappresentano una grave minaccia, ha lanciato l'allarme l'organizzazione Halo Trust, che chiede l'intervento della comunità internazionale per la bonifica del territorio. Anche perché, tra l'altro, c'è sempre il rischio che le piccole munizioni sembrino giocattoli ai bambini.

"Non ho mai visto nulla di simile - dice Damian O’Brien, responsabile del programma Siria del gruppo che si occupa di bonifica e distruzione di mine e altri ordigni inesplosi - Decine di migliaia di persone passano quotidianamente da zone pesantemente minate, con inutili incidenti letali". Secondo Halo, esplosivi sono nascosti in terreni diversi, anche campi, in piccole località e città, molti nella Siria occidentale, anche intorno a città come Aleppo, Homs e Damasco. E i siriani che rientrano in patria dal Libano e dalla Turchia attraversano aree in cui si ritiene le concentrazioni siano elevate.

Ankara: pronti a dare aiuti militari a nuovo governo Siria

La Turchia è pronta a fornire aiuti militari alle nuove autorità siriane. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Ankara, Yasar Guler, citato dai media turchi. Guler ha affermato che al nuovo governo, guidato dai ribelli islamisti che hanno rovesciato il presidente siriano Bashar al-Assad una settimana fa, dovrebbe essere data una possibilità e che la Turchia è "pronta a fornire il supporto necessario se la nuova amministrazione lo richiede".

Alunni tornano a scuola a Damasco, 7 giorni dopo caduta di Assad

Decine di alunni in uniforme sono tornati a scuola a Damasco questa mattina per la prima volta dalla caduta del governo di Bashar al-Assad una settimana fa. Nelle strade della capitale siriana, dove l'8 dicembre è entrata la coalizione di fazioni ribelli guidata dal gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts), l'atmosfera di festa e l'euforia hanno lasciato il posto alla calma della vita quotidiana. "La scuola ci ha (...) chiesto di mandare gli alunni della scuola secondaria a lezione. I più piccoli ricominceranno tra due giorni", ha dichiarato all'Afp Raghida Ghosn, 56enne madre di tre figli. Secondo un dipendente di una scuola statale, il tasso di frequenza domenica "non ha superato il 30%", ma "le cifre dovrebbero aumentare gradualmente". Anche le università hanno riaperto, ma questa mattina era presente solo poco personale amministrativo. "La maggior parte degli studenti proviene da altre province e ci vorrà un po' di tempo perché tutto torni alla normalità", ha detto uno di loro. La vita è tornata alla normalità anche nei negozi e nelle aziende e i residenti si sono recati in ufficio fin dalle prime ore del mattino. Sui marciapiedi si sono visti venditori ambulanti che offrivano taniche di benzina ai residenti. A Damasco, come in tutta la Siria, le ripetute interruzioni di corrente sono all'ordine del giorno. Alcuni quartieri rimangono elettricità fino a ,20 ore al giorno .

Siria, Osservatorio: '61 raid israeliani in poche ore'

Sessantuno raid aerei, attribuiti a Israele, sono stati effettuati nelle ultime ore in Siria, contro obiettivi militari. A riferirne è l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, secondo notizie rilanciate dal sito israeliano Ynet. Nel mirino sarebbero finiti tunnel con depositi di missili balistici. La tv satellitare al-Jazeera parla di oltre 60 raid, attribuiti a Israele ed effettuati nell'arco di 12 ore, aggiungendo che la notte scorsa sarebbero stati colpiti depositi di munizioni e sistemi di difesa aerea in una zona di Damasco. L'emittente segnala inoltre attacchi contro scorte di munizioni nella provincia meridionale di Daraa e a Homs.

Al Jolani: 'i curdi saranno parte integrante dello Stato'

Il leader jihadista siriano Ahmad Sharaa (noto come Abu Muhammad al-Jolani) ha rassicurato la comunità internazionale sulla sorte dei curdi nel Paese, affermando che essi faranno parte a pieno titolo dello Stato. "I curdi fanno parte della patria e, come noi, sono stati oppressi dal precedente regime. Con la caduta del regime, questa oppressione sarà eliminata... Se Allah vuole, i curdi saranno parte integrante dello Stato. Tutti riceveranno i loro diritti secondo la legge", ha detto Sharaa, come riporta il canale israeliano Abu Ali Express.

Siria, al-Jolani: curdi torneranno in zone dominate da Ankara

Il  leader della coalizione di ribelli che ha rovesciato il regime di Bashar  al Assad Abu Mohamed al Jolani, ha promesso al popolo curdo siriano di  farlo ritornare nelle zone finora dominate dalla Turchia e dai ribelli  siriani filo-turchi. "I curdi fanno parte della patria. Sono stati  sottoposti a grandi ingiustizie, come noi, e se Dio vuole, l'ingiustizia  sarà eliminata. Se Dio vuole, nella prossima Siria, i curdi saranno  fondamentali. Vivremo insieme, se Dio vuole, e tutti otterranno i loro  diritti per legge. Da oggi non ci saranno più ingiustizie contro il  nostro popolo curdo", ha detto in un video pubblicato sul resoconto  ufficiale del Comando delle operazioni militari. Alla fine del breve  filmato gli viene chiesto: "E la nostra gente ad Afrin?", il leader ha  risposto: "Se Dio vuole, cercheremo lo stesso di riportarli nelle loro  zone e nei loro villaggi". Afrin è la città nel nord della Siria che nel  2018 le truppe turche, insieme ai ribelli siriani appoggiati da Ankara,  dell'Esercito nazionale siriano, occuparono nell'offensiva contro i  curdi siriani, che gestiscono un'amministrazione nel nord della Siria.  La leadership politica dell'autoproclamata Amministrazione Autonoma  della Siria del Nord e dell'Est ha ribadito ieri il suo appello per un  cessate il fuoco generale con gli insorti che hanno rovesciato il regime  di Al Assad e ha chiesto di lavorare per un futuro "unificato"  democratico" per il Paese.

Siria, timori per la Giordania: 007 Israele in visita segreta

Il capo dello Shin Bet Ronen Bar e il capo della direzione dell'intelligence  militare delle Idf, il maggiore generale Shlomi Binder, hanno visitato  segretamente la Giordania e hanno tenuto colloqui venerdì con i generali  del Paese sulla situazione in Siria, lo riportano i media israeliani  secondo cui Israele teme che i gruppi estremisti nel Paese possano  essere ispirati dal rapido rovesciamento del regime di Assad da parte  dei ribelli siriani per estromettere il sovrano del Regno hashemita, re  Abdullah II. Il sito di notizie Walla afferma che i colloqui si sono tenuti con  Ahmad Husni, direttore del dipartimento di intelligence generale, e con  altri alti ufficiali giordani. Citando tre alti ufficiali israeliani, il  sito riferisce che le parti hanno anche discusso della crescente  minaccia del contrabbando di armi dall'Iran attraverso la Giordania ai  gruppi terroristici palestinesi in Cisgiordania. Walla riferisce anche  che la Giordania è un mediatore centrale tra Israele e i gruppi di  opposizione siriani che attualmente lavorano alla formazione di un  governo di transizione. Citando fonti israeliane di alto livello,  l'emittente Kan riferisce che alti funzionari israeliani, tra cui quelli  del gabinetto di sicurezza, hanno discusso la possibilità che quanto  accaduto in Siria si ripeta in Giordania, il che avrebbe importanti  implicazioni per Israele, il cui confine terrestre più lungo è proprio  con questo Paese.

Al Jolani: 'in Siria ci saranno elezioni'

Il capo della nuova leadership siriana, Ahmad Sharaa (noto come Abu Muhammad al-Jolani), ha affermato che il prossimo governo prevederà lo svolgimento di elezioni. In un'intervista ad Al Jazeera Siria, ha spiegato che verranno formati comitati e consigli per riesaminare la costituzione, e che la forma dell'autorità sarà lasciata alle decisioni di esperti, giuristi e del popolo siriano. E competenza e capacità saranno considerati la base per le valutazioni successive.

Jolani: non vogliamo guerra con Israele ma hanno superato limiti

La nuova amministrazione siriana "non sta per impegnarsi in un conflitto con Israele, ma la parte israeliana ha violato l'accordo di cessate il fuoco del 1974". Lo ha detto il capo di Hts Ahmad Sharaa (Al Jolani), aggiungendo che "gli israeliani hanno chiaramente oltrepassato i limiti del loro impegno in Siria, il che minaccia un'ingiustificata escalation nella regione, e gli argomenti israeliani sono diventati deboli e non giustificano le sue recenti trasgressioni". 

Ong, 60 attacchi aerei israeliani in Siria in poche ore

Più di 60 attacchi aerei israeliani hanno preso di mira siti militari in tutta la Siria nel giro di poche ore, quasi una settimana dopo la caduta di Bashar al-Assad.  L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato di aver rilevato 61 attacchi aerei in meno di cinque ore nella serata di sabato. Israele continua a intensificare i suoi attacchi aerei contro il territorio siriano, mirando in particolare ai tunnel sotto le montagne che contengono depositi di missili balistici", ha aggiunto l'Ong, che ha contato 446 raid aerei israeliani dalla caduta di Assad l'8 dicembre. 

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