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Guerra Israele Medio Oriente, Usa: Accordo su Libano vicino ma discussione continua

I media israeliani riferiscono che domani il presidente Usa e quello francese annunceranno il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano e nel nord dello Stato ebraico. Fonti Israele: accordo su cessate il fuoco trasmesso oggi a governo di Beirut. "Il recente mandato di arresto emesso dalla Cpi contro il premier israeliano Netanyahu e l'ex ministro della Difesa non è sufficiente. Netanyahu e le autorità israeliane dovrebbero essere giustiziati per crimini di guerra", ha detto la Guida suprema dell'Iran

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Media, fino a 2 mesi per tornare in case nord Israele

Il governo non chiederà ai cittadini del nord di Israele di tornare nelle case abbandonate dopo il 7 ottobre 2023 nemmeno dopo che sarà entrato in vigore  l'atteso accordo di cessate il fuoco con Hezbollah. Secondo quanto riporta l'emittente pubblica Kan, Israele vuole garantire una calma prolungata lungo il confine prima di dire ai residenti che è sicuro tornare a casa, il che potrebbe richiedere da alcune settimane a un paio di mesi. 

Idf, colpiti altri due centri consiglio esecutivo di Hezbollah a Beirut

L'Idf ha reso noto di aver colpito poco fa altri due centri di comando di Hezbollah appartenenti al consiglio esecutivo del gruppo terroristico a Beirut. Colpiti anche diversi altri siti di Hezbollah nei dintorni della capitale. 

All'inizio della giornata, l'Idf aveva dichiarato che i caccia avevano colpito 25 siti appartenenti al consiglio esecutivo di Hezbollah nel sud del Libano, a Nabatieh, nella città nord-orientale di Baalbek, nella Valle della Beqaa, nei sobborghi meridionali di Beirut e nella periferia della capitale libanese.

Rabbino israeliano ucciso negli Emirati, chi era e cosa sappiamo

L'uomo lavorava da diverso tempo ad Abu Dhabi e non si avevano più sue notizie da giovedì. Il ministro della Difesa Katz ha subito bollato l'uccisione come un "crimine terroristico antisemita codardo e spregevole". Ancora molti i punti da chiarire sul caso. LEGGI L'ARTICOLO

Media Siria: "Israele ha colpito i ponti vicino al Libano" (2)

La televisione di stato siriana ha riferito di attacchi israeliani su diversi ponti nella regione di Qusayr, vicino al confine libanese. "Un'aggressione israeliana ha preso di mira i ponti di Al-Jubaniyeh, Al-Daf, Arjoun e la porta di Al-Nizariyeh nell'area di Qusayr", ha affermato la televisione di stato, mentre l'agenzia di stampa ufficiale Sana ha segnalato danni in seguito ai raid. 

Unifil: "Preoccupano 19 soldati libanesi uccisi da Israele"

Le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite nel Libano meridionale hanno espresso preoccupazione per i mortali attacchi israeliani contro i soldati libanesi, nonostante l'esercito si sia tenuto lontano dai combattimenti tra Hezbollah e Israele. "L'UNIFIL è seriamente preoccupata per i numerosi attacchi contro le Forze armate libanesi (LAF) all'interno dei territori libanesi", hanno affermato i peacekeeper in una dichiarazione. L'esercito libanese ha segnalato finora la morte di 19 soldati in servizio attivo.

Domani vertice maggioranza con Netanyahu su Libano

La tv israeliana Channel 12 riferisce che domani i leader della coalizione di maggioranza incontreranno il premier Netanyahu sulla proposta di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano. Anche il quotidiano Maariv ha confermato che il gabinetto politico e di sicurezza si riunirà domani sera per approvare il piano che prevede il ritorno dei residenti nelle loro case nel nord di Israele.

Media sauditi: "Biden-Macron annunceranno tregua di 2 mesi in Libano" (3)

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Presidente francese Emmanuel Macron dovrebbero annunciare un cessate il fuoco tra Hezbollah del Libano e Israele entro 36 ore. Lo hanno confermato al sito israeliano 'Ynetnews' quattro fonti libanesi di alto livello. La Presidenza francese e la Casa Bianca non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.

Media sauditi: "Biden-Macron annunceranno tregua di 2 mesi in Libano" (2)

La tv israeliana Channel 12 espone quelli che dovrebbero essere gli elementi fondamentali dell'accordo Israele-Libano mediato dagli USA, mirato a fermare la guerra contro Hezbollah. Afferma che solo dettagli molto minori dell'accordo devono ancora essere finalizzati. L'accordo prevedrebbe: Un cessate il fuoco reciproco; Le IDF possono rimanere in Libano fino a 60 giorni; Le IDF se ne andranno mentre l'esercito libanese si dispiegherà; Nessuna zona cuscinetto di confine nel Libano meridionale e i residenti del Libano meridionale possono tornare a casa; Il governo libanese supervisionerà tutti gli acquisti e la produzione di armi in Libano; Gli Stati Uniti presiederanno l'organismo internazionale che supervisionera' l'attuazione dell'accordo; anche la Francia farà parte del comitato. La tv israeliana aggiunge che una lettera di accompagnamento degli Stati Uniti affermerà chiaramente che Israele ha il diritto di agire ogni volta che vede una minaccia immediata dal Libano. Il rapporto aggiunge che gli Stati Uniti hanno indicato negli ultimi giorni che se Israele vede la necessità di agire contro minacce che possono essere affrontate sul territorio siriano, piuttosto che sul territorio libanese, ciò sarebbe preferibile. Si afferma inoltre che l'inviato statunitense Amos Hochstein ha chiarito a Israele che non ci sarebbe stato alcun accordo se la Francia non fosse stata membro dell'organismo di controllo internazionale. Channel 12 afferma che c'è stato un sostegno quasi unanime all'accordo da parte dei politici e dell'establishment della Difesa israeliana partecipanti alla consulta sulla sicurezza guidata da Netanyahu di ieri sera. Afferma che sono state evidenziate implicazioni strategiche non specificate, così come considerazioni riguardanti l'imminente ritorno di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti e considerazioni relative alle forniture di armi. Durante quell'incontro, si legge, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che l'accordo avrebbe isolato Hamas e aumentato le possibilità di un accordo per la liberazione degli ostaggi.

Media Siria: "Israele ha colpito i ponti vicino al Libano"

La televisione di Stato siriana ha riferito che Israele ha colpito i ponti siriani vicino al confine con il Libano.

Media sauditi: "Biden-Macron annunceranno tregua di 2 mesi in Libano"

Il media saudita Asharq Al-Awsat ha riferito che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Presidente francese Emmanuel Macron annunceranno domani un cessate il fuoco di 60 giorni in Libano.

Fonti: Ok di Netanyahu a tregua in Libano per paura di una "punizione" di Biden all'Onu (2)

Netanyahu ha deciso che Israele non aveva altra scelta che accettare un cessate il fuoco per paura che l'amministrazione Biden potesse 'punirlo' con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, anche se gli Stati Uniti non hanno dato alcuna indicazione di volerlo fare.  La fonte sostiene infine che la tregua contribuirà a porre fine alla guerra a Gaza. “Hamas voleva il sostegno di Hezbollah e di altri. Una volta tagliato il collegamento, si ha la possibilità di raggiungere un accordo”. “È un risultato strategico -  ha dichiarato - ora Hamas è solo”. 

Fonti: Ok di Netanyahu a tregua in Libano per paura di una "punizione" di Biden all'Onu

Il premier Benjamin Netanyahu avrebbe accettato la versione finale del cessate il fuoco con Hezbollah. Lo ha dichiarato una fonte del governo israeliano al Times of Israel, sottolineando che la libertà di azione di Israele in Libano sarà garantita da una lettera firmata con gli Stati Uniti.  “Agiremo”, promette la fonte, sottolineando che si accetta un cessate il fuoco, non la fine della guerra. “Non sappiamo quanto durerà, potrebbe essere un mese, o un anno”, poi precisa.

L'accordo prevede che l'esercito di Beirut entri nel sud del Libano per un periodo di 60 giorni, mentre l'Idf si ritira. Il coordinamento con la parte libanese avverrà attraverso l'ufficio del capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, il generale Michael E. Kurilla. L'organo di coordinamento includerà la Francia, il cui coinvolgimento è stato voluto da Washington e Beirut. Secondo la fonte, Israele si sarebbe convinto ad accettare il coordinamento di Parigi solo dopo che la Francia ha indicato di non voler procedere all'applicazione della sentenza della Corte penale internazionale sull'arresto di Netanyahu.

L'Idf potrà agire non solo nel caso di attacchi a Israele, ma anche contro i tentativi di Hezbollah di accrescere la propria potenza militare. È una “guerra tra le guerre” in Libano, ha spiegato la fonte, facendo riferimento agli sforzi fatti da Israele per impedire che le armi iraniane raggiungessero i proxy attraverso attacchi aerei e operazioni di intelligence, principalmente in Siria.  

Eliseo: "Progressi importanti sulla tregua in Libano"

"Le discussioni su un cessate il fuoco sulla linea blu hanno fatto significativi progressi, nella continuità degli sforzi fatti dai presidenti Macron e Biden da settembre, per riuscire ad ottenerlo": lo dicono stasera fonti dell'Eliseo commentando le notizie da fonti saudite di una tregua di due mesi imminente fra Israele e Libano. Le fonti dell'Eliseo aggiungono che la Francia "continua a lavorare con le parti in causa e con i partner americani" con l'obiettivo di "arrivare ad un cessate il fuoco che consenta la protezione delle popolazioni, il ritorno degli sfollati in sicurezza da entrambe le parti della linea blu e nel rispetto della sovranità del Libano. Speriamo - concludono le fonti - che le parti in causa coglieranno al più presto questa opportunità". 

Germania, incriminati quattro sospetti membri Hamas

I procuratori federali tedeschi hanno reso noto di aver incriminato quattro sospetti membri di Hamas, presumibilmente incaricati di procurare e conservare armi per il gruppo militante palestinese in Europa. Arrestati lo scorso dicembre, due uomini nati in Libano, un cittadino egiziano e un olandese sono sospettati di “appartenenza a un'organizzazione terroristica straniera”, ha dichiarato l'ufficio del procuratore federale in un comunicato, aggiungendo che gli uomini “occupavano posizioni importanti all'interno dell'associazione con legami diretti con i leader dell'ala militare” di Hamas. Uno dei due sospetti nati in Libano avrebbe creato in Bulgaria all'inizio del 2019 un sito di stoccaggio di armi per Hamas , che conteneva armi, tra cui un Kalashnikov e munizioni. 

 Hamas, che aveva identificato “l'ambasciata israeliana a Berlino, la base aerea statunitense di Ramstein o l'area intorno all'aeroporto di Tempelhof a Berlino come possibili obiettivi”, aveva da tempo “creato depositi di armi sotterranei in vari Paesi europei per tenerli pronti per eventuali attacchi contro istituzioni ebraiche in Europa”. I siti di stoccaggio erano gestiti da agenti stranieri in possesso di permessi di soggiorno europei, pronti a essere “impiegati con breve preavviso”. 

Usa, accordo su cessate il fuoco in Libano "vicino"

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha dichiarato che la "traiettoria" dei colloqui per il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah sta "andando in una direzione molto positiva". Lo riporta il Times of Israel. Parlando alla stampa, Kirby ha riferito che il presidente Usa Joe Biden "sta monitorando la situazione molto, molto attentamente" e l'inviato per il Medio Oriente Amos Hochstein ha avuto discussioni "costruttive" su un cessate il fuoco. "Niente e' finalizzato finché tutto non è negoziato", ha osservato. "Dobbiamo continuare a lavorare fino in fondo, così da poter effettivamente ottenere il cessate il fuoco". h aggiunto Kirby.

Nuovo bombardamento israeliano nel sud di Beirut

L'esercito israeliano ha oggi ripetutamente bombardato i quartieri meridionali di Beirut, a seguito di quattro avvisi di evacuazione emessi durante la giornata. E ancora in serata, in un ennesimo raid si stanno verificando ingenti danni alle zone prese di mira e ai loro dintorni, scrive Lbci online, mentre Naharnet sottolinea che i quartieri Ghobeyri e Haret Hreik sono stati colpiti poco fa, meno di un'ora dopo che l'esercito israeliano aveva emesso l'avviso di evacuazione. 

Attivisti contro Erdogan: "Blocca la nave diretta a Gaza"

Un gruppo di attivisti pro Palestina manifesta da giorni fuori dal porto di Istanbul contro la decisione di bloccare la partenza di una nave carica di aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza. Le autorità del porto di Haydarpasa hanno negato agli attivisti l'ingresso nell'area dove la nave è ormeggiata, prima adducendo motivazioni di tipo burocratico, in un secondo momento senza fornire spiegazioni. Una presa di posizione che ha scatenato polemiche nei confronti del governo del presidente Recep Tayyip Erdogan. "Il fatto che il blocco arrivi dal ministero dei trasporti rende questa situazione una vera e propria disgrazia. Non ci sono ordini della magistratura, siamo dinanzi a un puro divieto politico", ha dichiarato Behesti Ismail Songur, capo dell'organizzazione Mavi MArmara. La stessa organizzazione tentò nel 2010 di forzare il blocco su Gaza, ma la nave di aiuti fu fermata dall'intervento delle forze armate israeliane che causò la morte di 10 attivisti, quasi tutti cittadini turco-americani. Ne scaturì una crisi diplomatica che per anni ha infiammato i rapporti tra la Turchia e lo Stato ebraico. L'organizzazione Mavi Marmara ha annunciato ricorsi contro il blocco, ma al momento non sembra vi siano sviluppi. Il governo turco è finito sotto accusa da parte di una opinione pubblica fortemente filo palestinese. Quest'ultima non ritiene sufficienti le misure prese contro lo Stato ebraico e punta il dito contro le aziende che aggirano le sanzioni decise da Erdogan contro Israele. Per rispondere alle accuse il governo ha recentemente annunciato una procedura di controlli più stringenti per evitare che il commercio avvenga attraverso Paesi terzi. Altre polemiche hanno riguardato l'oleodotto di Ceyhan, nel sud della Turchia, attraverso cui il petrolio dell'Azerbaigian giunge fino in Israele. L'opinione pubblica chiede a Erdogan di chiuderlo, ma il flusso è gestito e regolato da contratti conclusi con il governo azero e con la British Petroleum e una sospensione dell'erogazione implicherebbe risarcimenti monstre a carico di Ankara.

Usa: "L'accordo in Libano è vicino ma non finalizzato"

"L'accordo in Libano è vicino ma non sarà finalizzato fino a che non saranno concordati tutti i dettagli: le discussioni continuano, e dobbiamo portare avanti il lavoro". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un gruppo ristretto di giornalisti, a proposito delle notizie circolate sui media in queste ore sul fatto che l'intesa tra Israele ed Hezbollah per un cessate il fuoco in Libano sia stata raggiunta.

Analisti: "Momento storico per Libano, dopo cessate fuoco percorso per credibilità"

E' ''un momento storco per il Libano''. Perché, ''dopo l'urgenza del cessate il fuoco'' che ''si spera venga raggiunto presto'', il Paese dei Cedri dovrà ''eleggere un presidente'', creare ''un Parlamento con personalità di rispetto'', rafforzare la ''partecipazione della società civile'' e ''aumentare la sicurezza''. Insomma, ''iniziare un percorso per aumentare la sua credibilità''. E' quanto emerso dal panel dedicato al Libano ai Med Dialogues organizzati dalla Farnesina e dall'Ispi in corso a Roma.

''Per il Libano, nell'immediato non c'è altra soluzione se non un cessate il fuoco'', ''le forze libanesi devono essere dispiegate sul campo e contribuire a mantenere la pace e la stabilità, perché ci sono molte divisioni interne'', ha dichiarato Emile Hokayem, direttore della sicurezza regionale e Senior Fellow per la sicurezza del Medio Oriente presso l'International Institute for Strategic Studies. ''Bisogna quindi sì lavorare a un cessate il fuoco con Israele, ma anche sulla sicurezza interna'', perché ''l'esercito libanese non è molto grande, ma può fare la sua parte'' e ''vanno aumentati i finanziamenti'' per le Forze armate.

''Sicuramente ci sarà un cessate il fuoco, Hezbollah accetterà un cessate il fuoco'', ma ''la vera sfida va oltre. Parliamo di un Paese che è senza un presidente da due anni, che non ha un governo funzionante'', ha detto Paul Salem, vicepresidente per l'impegno internazionale presso il Middle East Institute. D'accordo anche Ishac Diwan, direttore della ricerca per il Finance for Development Lab presso la Paris School of Economics, convinto che per il Libano sia ''davvero un momento storico'', in cui i libanesi ''hanno l'opportunità di riunire il Paese. La grande sfida è rappresentata da quello che si riesce a costruire dopo il cessate fuoco''.

Domani il Parlamento Ue dibatte sui mandati d'arresto della Cpi

Si terrà domani al Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, un dibatto sulla decisione della Cpi di spiccare mandati d'arresto contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. E' stata dunque accolta la richiesta dei Socialisti e democratici di inserire il tema in occasione della discussione sul Medio Oriente. Respinta invece la richiesta della Sinistra e di calendarizzare un dibattito indipendente sui mandati d'arresto per questa sera. 

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