Due ordigni sono esplosi nella piazza dei Tre poteri, dove si trovano la Corte suprema, il Parlamento e Palazzo Planalto. A circa 500 metri di distanza è esplosa un'auto carica di ordigni artigianali. L'attentatore è stato identificato come Francisco Wanderley Luiz: poche ore prima dell'attacco aveva scritto su Facebook messaggi deliranti che suggerivano un attentato dinamitardo contro obiettivi politici. Secondo la ex moglie di Luiz l'obiettivo era il giudice Moraes
Tre esplosioni hanno colpito il cuore di Brasilia. Intorno alle 19.30 di ieri (le 23.30 in Italia) un uomo, definito dalle autorità come un lupo solitario e che è morto nelle deflagrazioni, ha fatto esplodere due ordigni nella piazza dei Tre poteri, dove si trovano la Corte suprema, il Parlamento e Palazzo Planalto, sede della presidenza. A circa 500 metri di distanza è esplosa un'auto carica di quelli che ad una prima analisi sembrano artefatti esplosivi artigianali, parcheggiata tra il tribunale e il Congresso. Una terza bomba non è stata invece azionata. Immediato l’intervento dei Vigili del Fuoco del Distretto Federale, intervenuti sull’auto esplosa nel parcheggio dell'Allegato IV della Camera dei Deputati, e della Polizia federale che sta indagando come "atti terroristici".
Intervento della Polizia federale
Allerta massima dunque nella Capitale del Brasile. Gli agenti federali sono stati incaricati di indagare sull’accaduto e hanno iniziato un controllo a tappeto dell'area per prevenire il "rischio di altre esplosioni". Le autostrade N2 e S2 sulla Spianata sono state chiuse. Attivata anche l'Operazione scudo per la salvaguardia di palazzo Planalto, sede della presidenza a Brasilia. Si tratta di un rinforzo della sicurezza nell'area esterna dell'edificio, che prevede anche l'attivazione dell'esercito. Al momento degli scoppi, il presidente Luiz Inacio Lula da Silva aveva già lasciato il Planalto. I giudici della Corte suprema brasiliana si trovavano invece riuniti e sono stati subito evacuati per sicurezza. Secondo l'ex moglie di Francisco Wanderley Luiz, il piano dell'uomo era quello di uccidere il giudice della Corte suprema, Alexandre de Moraes, considerato dai supporter bolsonaristi come il più acerrimo nemico dell'ex presidente di destra. Lo riporta Globonews. La donna ha aggiunto che l'ex marito si è tolto la vita solo perché era stato scoperto. La ricostruzione è confermata dal filmato registrato dal circuito di telecamere della piazza. Il video mostra che l'ordigno esplode nella mano di Luiz quando un agente gli si avvicina.
leggi anche
Usa, giudice ripristina patteggiamento per “mente” dell'11 settembre
Operazioni di bonifica
Nel corso della giornata è rimasto interdetto l'accesso all'area delle esplosioni per consentire le operazioni di bonifica. Secondo una troupe di Cnn Brasile, nuove esplosioni sono state udite anche stamani. L'informazione è stata confermata anche dai vigili del fuoco. E in una nota, la polizia militare afferma che gli esplosivi vengono disattivati "uno ad uno", anche se al momento non è possibile quantificarne il numero. Il maggiore Raphael Broocke, portavoce della Polizia militare del Distretto federale, ha dichiarato che altri manufatti esplosivi sono stati trovati in casa dell'attentatore a Ceilandia, a trenta chilometri dalla Spianata dei ministeri. Non è chiaro se gli ordigni siano artigianali o di natura più sofisticata. Ma un dettaglio preoccupante è la presenza di un timer accanto al corpo del lupo solitario che potrebbe indicare il rischio di altri esplosivi a distanza.
Gesto preannunciato
Il proprietario dell'auto Kia Shuma esplosa nella Piazza dei Tre poteri è un fabbro 59enne, Francisco Wanderley Luiz. L’attentatore, morto nell’esplosione dei suoi stessi ordigni, aveva scritto due ore prima sul suo sito personale di Facebook messaggi deliranti che suggerivano un attentato dinamitardo contro obiettivi politici. Wanderley Luiz nei messaggi definisce "comunisti di merda", tra gli altri, gli ex presidenti brasiliani Fernando Henrique Cardoso e José Sarney, oltre all'attuale vicepresidente Geraldo Alckmin.
vedi anche
Attentato alla sede dell'Industria aerospaziale turca, vittime. FOTO
Chi è l’attentatore
Francisco Wanderley Luiz era un fabbro 59enne di Rio do Sul. Da alcuni mesi aveva lasciato la città dello stato meridionale brasiliano di Santa Catarina dopo litigi familiari e aveva perso ogni contatto con i suoi parenti. Secondo quanto dichiarato dal figlio adottivo Guilherme Antônio, intervistato dal sito di notizie Metrópoles, Wanderley Luiz "aveva dei problemi personali con mia madre ed era molto scosso dalla situazione. Per questo se n'è andato con l'intenzione di andare in Cile". L’uomo era stato candidato consigliere comunale per il Partito liberale dell'ex presidente Jair Bolsonaro nel 2020 a Rio do Sul, senza essere eletto.
La testimonianza
Secondo le informazioni riportate sul sito brasiliano Metrópoles, una testimone avrebbe visto l’attentatore passare davanti a lei a piedi poco prima di lanciare i due ordigni, a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro. La donna, Luana Costa, dipendente della Corte dei Conti brasiliana (Tcu), ha detto che l'attentatore è morto davanti ai suoi occhi nella deflagrazione del secondo ordigno. Il suo corpo è stato rimosso dopo 13 ore dall'attacco: la salma è rimasta a terra mentre le forze dell'ordine bonificavano l'area e sarà ora trasferita all'Istituto nazionale di criminalistica della polizia federale per essere analizzata.
Lula riunito con i giudici e il direttore della Polizia
Dopo le esplosioni che hanno scosso la capitale brasiliana, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva è riunito con i giudici della Corte suprema Alexandre de Moraes e Cristiano Zanin al Palazzo Alvorada. L'incontro era già stato organizzato per discutere l'ampliamento dell'agenda di sicurezza pubblica del governo. Anche il direttore generale della Polizia federale, Andrei Rodrigues, è con Lula e ha aperto un'inchiesta sull'accaduto, non escludendo la possibilità di altre bombe. La previsione è che il caso sia assegnato a Moraes per "prevenzione", dato che il giudice è già relatore di casi simili, come le indagini sugli atti del golpe dell'8 gennaio 2023. Finora Lula non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulle esplosioni davanti alla Corte suprema di stasera.