Guerra Israele-Hamas, Netanyahu: "Nessuna offerta per 4 ostaggi, direi subito di sì"

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Il premier israeliano ha detto al suo partito, il Likud, di non aver ricevuto alcuna proposta di accordo che preveda il rilascio di quattro ostaggi in cambio di una tregua di due giorni a Gaza, aggiungendo che se la ricevesse accetterebbe immediatamente. Hamas: "Un accordo può essere raggiunto" con Israele se Netanyahu conferma il suo impegno su quanto già concordato. Nonostante le pressioni internazionali, il Parlamento israeliano ha approvato la legge che vieta "qualsiasi attività" dell'Unrwa

Borrell: "La comunità internazionale passi all'azione a Gaza"

L'Unione per il Mediterraneo fa appello a "un cessate il fuoco immediato" a Gaza e in Libano e a un "impegno immediato a mettere fine alla crisi umanitaria" sulla Striscia, "la più grave dalla Seconda guerra mondiale". Lo ha detto l'alto rappresentante della Ue per la politica estera, Josep Borrell, al IX foro del partenariato euromed, che ha riunito a Barcellona i rappresentanti di 43 Paesi. Borrell ha espresso "tristezza e amarezza" per "la terribile situazione della popolazione di Gaza nord". "Il conflitto si fermerà solo se la comunità internazionale smette di lamentarsi e passa all'azione", ha avvertito nella conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri di Giordania, Ayman Safadi, con l'omologo spagnolo, José Manuel Albares e il segretario generale dell'UpM, Nasser Kamel. Da parte sua Ayman Safedi, co-presidente del foro dell'Upm, ha criticato "l'impunità" di Israele, auspicando che il partenariato euromed possa propiziare "il dialogo, la cooperazione". Mentre José Manuel Albares ha insistito sulla richiesta comune di un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas e l'entrata di aiuti sulla Striscia. E su una conferenza di pace, per la soluzione dei due Stati. 

Netanyahu: colpite in Iran "fabbriche di morte" di missili

"L'Iran sta costruendo un'industria di missili balistici" e "Israele è il vero ostacolo sul suo cammino". Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sottolineando che lo Stato ebraico ha attaccato le "fabbriche di morte industriali" della Repubblica islamica, danneggiandole. "Abbiamo danneggiato gravemente i sistemi di difesa dell'Iran e la sua capacità di produrre missili che sono puntati contro di noi. Non erano non piccoli laboratori di esplosivi come in Giudea e Samaria (la Cisgiordania, ndr) o nella Striscia di Gaza quelli che abbiamo attaccato, erano 'fabbriche di morte' industriali. Le abbiamo colpite con danni reali". 

Netanyahu: "L'Iran vuole creare atomiche per distruggerci"

L'Iran sta cercando di fabbricare degli "stock" di bombe nucleari per distruggere Israele. E' l'avvertimento lanciato dal premier israeliano Benyamin Netanyahu nel suo intervento all'apertura della sessione della Knesset. 

Netanyahu: "Accordi di Abramo con altri Paesi ora che Hamas non controlla Gaza"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intende raggiungere ''nuovi Accordi di Abramo con altri Paesi arabi'', ''ora che Hamas non ha più il controllo di Gaza e Hezbollah è stato spinto lontano dai confini'' con Israele. Netanyahu ha quindi affermato che ''in precedenza gli arabi volevano distruggerci, ma poi abbiamo fatto pace con l'Egitto, con la Giordania, e più di recente con quattro Paesi arabi''.

Fonti Hamas: "Pronti ad accettare la proposta egiziana" (2)

Le stesse fonti hanno aggiunto che Hamas non è ottimista sul fatto che un cessate il fuoco permanente possa essere raggiunto prima delle elezioni americane del 5 novembre. Il movimento sarebbe inoltre disposto a discutere qualsiasi proposta che porti a un cessate il fuoco, ma chiede anche garanzie che una tregua venga estesa dopo la conclusione di questo round di colloqui di negoziati fino a quando non si potrà raggiungere un accordo. 

Media: "Hamas non ha ancora risposto sulla proposta egiziana"

A Doha il team israeliano guidato dal capo del Mossad David Barnea ha discusso la proposta egiziana di un mini-accordo per ripristinare la fiducia tra le parti e l'accordo in più fasi promosso dal Qatar e dagli Stati Uniti. Lo riporta il Times of Israel citando fonti. Ma Israele e i mediatori non hanno ancora ricevuto alcuna risposta ufficiale da Hamas in merito alle varie proposte di accordo in discussione, ha dichiarato un funzionario israeliano. Israele sta "valutando tutte le possibilità" per un accordo, continua il funzionario, ed è disposto a negoziare su qualsiasi proposta. Tuttavia, in qualsiasi accordo, è la previsione del funzionario, Hamas chiederà la fine della guerra a Gaza come condizione e "noi non siamo disposti a farlo". 

Idf: "Hezbollah ha lanciato oggi circa 115 razzi contro Israele"

L'esercito israeliano ha detto che il gruppo armato libanese Hezbollah ha lanciato più di 100 razzi nella sola giornata odierna, mentre le forze israeliane continuano a colpire il sud del Libano. "Alle 16:00 (le 15 in Italia), circa 115 razzi sono stati sparati dal gruppo terroristico Hezbollah dal Libano verso Israele", hanno precisato i militari in un comunicato. 

Gallant: "La legge su leva è una questione morale non politica"

Reclutare gli ultra-ortodossi "non è una questione politica, ma una questione di sicurezza e morale. La situazione è grave, abbiamo più feriti e più caduti. Abbiamo bisogno di piu' soldati e più combattenti". Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, prima di entrare alla Knesset per l'apertura della sessione invernale, dopo una pausa di tre mesi. Le questioni principali da affrontare sono la bozza di legge che esenta gli ultraortodossi dalla leva obbligatoria e l'approvazione del bilancio. 

Hezbollah rivendica lancio di razzi verso base navale vicino Haifa

Hezbollah ha rivendicato il lancio ''una raffica di razzi'' in direzione della ''base navale Stella Maris a nord ovest di Haifa'', nel nord di Israele. E' quanto si legge in un comunicato del movimento libanese, diffuso dopo che Israele ha condotto una serie di raid aerei sulla città di Tiro, nel sud del Libano.

Organizzazioni palestinesi: "Barghouthi aggredito brutalmente in carcere" (2)

Contattato dall'Afp, il servizio penitenziario israeliano Ips ha poi comunicato che Barghouthi aveva presentato "due istanze riguardanti accuse di maltrattamenti in carcere", ma che dall'esame "il tribunale" ha "concluso che non c'erano state violazioni della legge" da parte dell'Ips. 

"Tutti i prigionieri sono detenuti nel rispetto della legge", hanno rimarcato, ricordando che Barghouthi ha "il diritto di presentare una (nuova) denuncia".

Organizzazioni palestinesi: "Barghouthi aggredito brutalmente in carcere"

Organizzazioni palestinesi per la difesa dei diritti dei prigionieri accusano l'amministrazione penitenziaria israeliana di aver "brutalmente aggredito" a settembre Marwan Barghouthi. Componenti dell'"unità di repressione dell'amministrazione penitenziaria" hanno colpito Barghouthi nella sua cella di isolamento nel carcere di Megiddo, nel nord di Israele, il 9 settembre, hanno denunciato in comunicati distinti la Commissione palestinese per gli affari dei detenuti, il Club dei prigionieri palestinesi e il gruppo di sostegno di Barghouthi. 

Le organizzazioni hanno ottenuto le informazioni da un avvocato che ha potuto incontrare domenica Barghouthi, la prima visita in tre mesi, come hanno spiegato all'Afp dal Club dei prigionieri. L'aggressione ha "provocato varie ferite a Barghouthi", secondo i comunicati che citano l'avvocato e fanno riferimento a "ferite" all' "altezza delle costole" così come a un' "emorragia all'orecchio destro" e a "una ferita sul braccio destro, unita a forti dolori al dorso". Nessuna reazione sinora dall'Amministrazione penitenziaria israeliana contattata dall'Afp.

Barghouti, ex esponente di Fatah arrestato nel 2002 da Israele, è stato condannato a cinque ergastoli, considerato in Israele un "terrorista" per il suo ruolo nella Seconda Intifada. Per i suoi sostenitori Barghouthi è il "Mandela palestinese". Il suo nome sarebbe tra quelli dei detenuti in Israele la cui scarcerazione potrebbe essere chiesta in caso di accordo con Hamas per uno scambio tra ostaggi trattenuti da oltre un anno dal gruppo a Gaza e prigionieri nelle carceri israeliane.

Fonti Hamas: "Pronti ad accettare la proposta egiziana"

Fonti di Hamas hanno detto al canale saudita Al-Sharq che il movimento è pronto ad accettare la proposta egiziana, che prevede il rilascio di quattro ostaggi in cambio di una tregua di due giorni e il rilascio di prigionieri palestinesi. Lo riporta Haaretz. Tuttavia, le stesse fonti hanno ribadito che Hamas punta a raggiungere un accordo coerente con la proposta di Joe Biden e con il completo ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza.

Netanyahu: "Lavoriamo per alcuni ostaggi e giorni di tregua"

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato che Israele sta lavorando a un accordo con Hamas che preveda il rilascio di "alcuni" ostaggi per diversi giorni di tregua. Lo riferisce Haaretz.

Lapid: "La legge sulla leva militare è vergognosa"

Il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha attaccato il governo per la legge in discussione sulla leva militare che punta a esentare gli ultraortodossi, mentre soldati sono ancora ostaggi di Hamas a Gaza. "Con una mano Netanyahu invia soldati che devono combattere e sopravvivere sul campo di battaglia per la difesa della patria, con l'altra mano corrompe i suoi partner della coalizione per sopravvivere politicamente", ha affermato prima dell'incontro settimanale del suo partito Yesh Atid alla Knesset. "Non c'è mai stata e non ci sarà mai una tale vergogna nella storia di Israele. Una discriminazione così sfacciata tra sangue e sangue. Questa vergogna deve essere fermata. Combatteremo questa legge vergognosa in nome dei combattenti, in nome dei riservisti, in nome dei feriti e dei morti, in nome di coloro che amano questo Paese", ha aggiunto. 

Hezbollah: "Imboscata a truppe Israele vicino al confine"

Hezbollah ha riferito di aver teso un agguato a soldati israeliani nei pressi di un villaggio libanese al confine. Il gruppo sciita filo-iraniano ha dichiarato di aver "teso un'imboscata... ai veicoli e ai soldati del nemico israeliano mentre avanzavano verso" la periferia del villaggio di confine di Kfar Kila. 

Gantz a Netanyahu: "Riporti a casa ostaggi anche a caro prezzo"

Il leader dell'opposizione israeliana Benny Gantz durante una riunione parlamentare del partito di Unità Nazionale ha esortato il premier Benyamin Netanyahu a negoziare un accordo per la liberazione degli ostaggi tenuti da Hamas, sottolineando l'importanza di riportarli indietro "anche a caro prezzo". "Come avete fatto la cosa giusta ordinando un attacco all'Iran - ha detto Gantz -, fate la cosa giusta e necessaria per riportare a casa i nostri figli e le nostre figlie, anche se dovete pagare un prezzo doloroso. I combattimenti a Gaza, lo sapete bene quanto me, continueranno per anni. La domanda è se in Israele rivedremo i nostri 101 figli che sono stati rapiti a causa del più grande errore della nostra storia sotto i vostri occhi". 

Teheran assicura: "La nostra posizione sulle armi nucleari non cambia"

La posizione dell'Iran sulle armi nucleari non cambia dopo l'attacco israeliano di sabato scorso. Lo ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghaei, durante una conferenza stampa. "La nostra posizione sulle armi di distruzione di massa è trasparente e non è cambiata: sulla base di una fatwa emessa dalla Guida Suprema e dal buon senso, non abbiamo in programma di spostare il nostro programma nucleare sul binario militare", ha affermato il portavoce.

Media: progressi ai colloqui a Doha

Si sono conclusi i colloqui a Doha tra il direttore del Mossad David Barnea, il capo della Cia William Burns e il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed Al Thani e ci sarebbero stati progressi verso un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione di ostaggi. È quanto ha riferito Yedioth Ahronoth, notando che Barnea, arrivato ieri nella capitale qatarina, è rimasto in serata a Doha per continuare gli incontri. Secondo fonti, ci sarebbero sforzi in corso per allineare le proposte avanzate da Egitto, Usa e Qatar.

Attacchi contro giornalisti, Libano denuncia Israele all'Onu

Il governo libanese ha presentato una denuncia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per gli attacchi israeliani contro i media dopo la morte di tre giornalisti in un raid compiuto venerdì scorso nel sud del Paese dei cedri.

In una nota pubblicata sul social X, il ministero degli Esteri libanese ha dichiarato che "i ripetuti attacchi israeliani contro i media costituiscono un crimine di guerra" e ha chiesto che le autorità israeliane "siano ritenute responsabili" e "vengano punite per questo". Sempre secondo Beirut, questo genere di attacchi "mina i principi del giornalismo libero, il più importante dei quali è il miglioramento della sicurezza dei giornalisti e il flusso libero delle informazioni".


Media: da colloqui a Doha lievi progressi ma volontà per rapiti

Il round negoziale a Doha, cui hanno partecipato i capi del Mossad, della Cia e il premier quatariota Mohammed Al-Thani, è terminato. Lo riporta il media israeliano Ynet ricordando che si è trattato del primo incontro tra le parti negli ultimi due mesi ed il primo dopo l'uccisione del capo di Hamas Sinwar.   La rete libanese Lbci ha affermato, citando una fonte diplomatica, che "l'incontro di Doha ha aperto una porta. Ci sono lievi progressi sulla questione di Gaza, ma c'è un desiderio reale di condurre uno scambio di prigionieri tra Hamas e Israele". 

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