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Guerra Medioriente, Unifil: ferito un altro casco blu nel Sud del Libano

©Ansa

Un soldato è stato colpito “da colpi di arma da fuoco” presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a cinque. Intanto, il World Food Programme (Wfp) ha segnalato che "l'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre"

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Unicef, in Libano uccisi 7 bambini in due giorni

"Altri sette bambini sono stati uccisi in tre attacchi avvenuti giovedì e venerdì. Ognuno di questi bambini aveva passioni, speranze e sogni, ma ora le loro giovani vite sono state improvvisamente stroncate dall'incessante violenza in Libano. I bambini devono essere protetti. È necessario un cessate il fuoco". Lo scrive su X l'Ufficio Libano di Unicef.

Raid Idf su campo profughi Jabalia, almeno 22 morti

Sono 22 le persone che hanno perso la vita e molte altre quelle che sono rimaste ferite a seguito dei raid aereo israeliano che ha colpito nella notte il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito questa mattina soccorritori citati dalla Cnn. I corpi delle vittime sono stati trasferiti all'ospedale di al-Ahli Baptist, come ha spiegato il responsabile dei servizi di emergenza del nord di Gaza, Fares Afana. Ieri Msf aveva denunciato che migliaia di persone erano intrappolate nel campo profughi senza la possibilità di uscire. Tra loro anche cinque operatori di Medici senza frontiere. Al bilancio delle vittime si aggiunge un numero imprecisato di ''dispersi che si trovano ancora sotto le macerie''. Secondo l'agenzia di stampa Wafa i dispersi sono almeno 14, mentre i feriti sono una trentina.

Med9, Meloni a Cipro: "Attacco a Unifil inaccettabile". VIDEO

L'Idf ai civili libanesi del sud: "Non rientrate nelle vostre case"

Il portavoce in lingua araba dell'Idf ha inviato un nuovo messaggio ai residenti del sud del Libano invitandoli a non rientrare nelle loro case: "L'esercito israeliano sta continuando ad attaccare i siti di Hezbollah nei vostri villaggi o nelle vicinanze. Non vogliamo compromettere la vostra sicurezza, è vietato rientrare nelle vostre case fino a nuovo avviso. Vi informeremo quando sarà sicuro rientrare". L'Idf ha anche indicato ai civili di evitare di dirigersi verso sud. 

Gaza: "49 vittime nelle ultime 24 ore"

Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha reso noto che nei cinque attacchi israeliani delle ultime 24 ore sono state uccise 49 persone e altre 219 sono rimaste ferite. Informa inoltre che le operazioni di soccorso continuano e che ci sono ancora persone sotto le macerie. 

Il ministero della Sanità stima che dal 7 ottobre scorso siano state uccise almeno 42.175 persone e che altre 98.336 siano rimaste ferite

Sirene d'allarme suonano nel Nord d'Israele

Tornano a suonare le sirene nel nord d'Israele, in Alta Galilea, a causa di un apparente attacco missilistico dal Libano, nel giorno in cui gli ebrei israeliani celebrano lo Yom Kippur. Lo riporta il Times of Israel. Gli allarmi sono stati lanciati in diverse città, tra cui Safed, Rosh Pinna, Machanaim, Biriyeh, Hatzor HaGlilit, Kadita, Amuka, Tzahar, Bar Yochai e Dalton.

Idf: "Intercettati razzi lanciati dal Libano sulla Galilea"

Numerosi allarmi sono scattati dalle 10 ora locale (le 9:00 in Italia) nella Galilea centrale e nell'Alta Galilea. L'Idf ha reso noto che una serie di razzi lanciati da Hezbollah dal Libano sono stati intercettati. 

Ministero della Sanità di Hamas, i morti a Gaza sono 42.175

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 42.175, di cui 49 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 98.336, secondo la stessa fonte. 

Gaza

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Tajani: "Su Unifil vogliamo sapere cosa è successo"

Sull'attacco israeliano all'Unifil, "vogliamo sapere se è stata una scelta politica o di militari sul terreno. Perché i nostri militari non sono terroristi di Hezbollah.  e noi siamo amici di Israele. Aspettiamo risposte dall'inchiesta israeliana": lo ha detto intervenendo alla festa de Il Foglio il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani.  "Sono settimane che chiediamo garanzie al governo israeliano - ha proseguito - e ci sono state date assicurazioni", ma "troppe volte ci sono stati attacchi contro i militari dell'Unifil, ci sono stati feriti".  "I militari italiani non si toccano", ha ribadito. 

Media Israele: "Nessun attacco di Hezbollah alla base Idf vicino Haifa"

Hezbollah ha comunicato di aver lanciato alle 6 del mattino, ora locale, una raffica di razzi contro una base militare nel sud di Haifa, ma nell'area non sono suonate le sirene né ci sono segnalazioni di attacchi. Lo riportano i media israeliani. Inoltre non ci sono stati avvisi del comando del fronte Interno dell'Idf all'ora in cui - secondo Hezbollah - ci sarebbe stato l'attacco. 

Sirene di allarme suonano vicino a Nazareth

Le sirene dell'allarme aereo stanno suonando a nord di Nazareth, nella Galilea centrale in Israele, per mettere in guardia dal lancio di razzi. Lo riferisce Times of Israel spiegando che le sirene stanno suonando in città come Eilabun, Massad e Tafahot. Al momento non si hanno notizie di danni.

Iravani: "Attacco di Israele a Mezzaluna Rossa iraniana è crimine di guerra"

"Prendere deliberatamente di mira strutture umanitarie e mediche da parte del regime israeliano è una palese violazione del diritto umanitario internazionale e costituisce un crimine di guerra innegabile", ha dichiarato l'Ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite Saeed Iravani, in lettere al segretario generale dell'ONU Antonio Guterres e al presidente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Descrivendo l'attacco di mercoledì come 'odioso e selvaggio', la lettera ha invitato il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a condannare l'attacco con la massima fermezza e a prendere azioni immediate e decisive per prevenire ulteriori violazioni da parte del regime sionista. "Tali crimini gravi non possono rimanere impuniti", ha aggiunto, secondo quanto riportato dall'IRNA. 

Libano, 60 morti e 168 feriti nei raid dell'Idf nelle ultime 24 ore

Sono almeno 60 i libanesi che hanno perso la vita e 168 quelli rimasti feriti in raid condotti dai caccia israeliani nelle ultime 24 ore. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Beirut parlando di 54 raid aerei che nello stesso arco di tempo hanno colpito il Paese dei Cedri. I raid sono stati concentrati soprattutto nel sud del Libano, nei quartieri meridionali di Beirut e nella Valle della Bekaa.

Idf: "I civili lascino Gaza City nord, è una zona di combattimento pericolosa"

Le Idf hanno diffuso un ''messaggio importante'' in arabo per i cittadini che vivono del nord di Gaza City, dicendo che ''l'area deve essere evacuata immediatamente tramite Salah El-Din Street verso l'area umanitaria'' perché ''è considerata una zona di combattimento pericolosa''. L'Idf spiega che vanno evacuati anche ''i rifugi lì situati'' perché i militari israeliani stanno ''operando con grande forza contro le organizzazioni terroristiche e continueranno a farlo per molto tempo''.

Onu: "Dall'1 ottobre nessun aiuto alimentare è entrato nel nord di Gaza"

Dal primo ottobre ''nessun'' aiuto alimentare destinato alla popolazione palestinese è entrato nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato Farhan Haq, portavoce dell'Onu. "I principali valichi verso il nord sono stati chiusi e saranno inaccessibili se l'attuale escalation continua. Gli aiuti per Gaza sono al livello più basso degli ultimi mesi. Nessuno ha ricevuto pacchi alimentari questo mese a causa dell'accesso limitato alle forniture di aiuti", ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa.

Secondo i dati del Programma alimentare mondiale (Pam) citati dal portavoce dell'Onu, l'organizzazione ha distribuito le ultime riserve rimaste nel nord della Striscia, "ma basteranno appena per due settimane". "Molte cucine, punti di distribuzione e panifici sono stati costretti a chiudere, e altri rischiano di farlo se il conflitto continua su questa scala", ha spiegato Haq.

Anche la situazione nel sud dell'enclave palestinese è ''sull'orlo del baratro'' ha aggiunto Haq, che ha difeso le organizzazioni umanitarie che "stanno rispondendo nel miglior modo possibile". L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) insieme ai suoi partner "stanno distribuendo pane, pasti pronti o cibi cotti, nonché farina, all'interno e all'esterno dei rifugi designati'', ha spiegato.

Tajani: "I nostri militari non sono terroristi di Hezbollah"

"La richiesta di spostarsi dal Libano è stata respinta: non è una scelta italiana stare là, ma delle Nazioni Unite. I nostri soldati non sono terroristi di Hezbollah, è inaccettabile che siano stati attaccati dall'esercito israeliano". Lo spiega in un'intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo un altro attacco alla base Unifil. "La situazione è peggiorata, ma i nostri militari non corrono rischi gravi e rimarranno là. Ci sono stati episodi inaccettabili che non devono più ripetersi - prosegue -. Mandiamo un messaggio forte a tutti: i nostri militari non si toccano. Israele non ha aperto il fuoco solo una volta e abbiamo protestato ripetutamente, con forza, con i ministeri di Esteri e Difesa". Il ministro Crosetto ha parlato di 'crimine di guerra'. "Voleva lanciare un segnale chiaro per fermare l'offensiva. Bisogna vedere se dal punto di vista giuridico si configuri il crimine di guerra - spiega Tajani -. Aspettiamo i risultati dell'inchiesta che ha annunciato Israele, io sono garantista. Ma ribadisco, è inaccettabile che soldati impegnati in missione di pace finiscano nel mirino. Non è neppure leale: hanno armi leggere, non ci sono reparti corazzati per respingere quegli attacchi". La missione Unifil, sottolinea infine Tajani, "è una scelta delle Nazioni Unite: l'Onu non è uno Stato, non si può dire 'Togliti da lì' - conclude -.  Per questo sono necessarie decisioni adottate al Palazzo di Vetro".

Tajani

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L'Iran teme una rappresaglia di Israele, intenso lavoro di diplomazia per limitarla

Il governo dell'Iran è impegnato in un ''intenso e urgente'' lavoro diplomatico con i Paesi del Medioriente per cercare di limitare la rappresaglia israeliana per l'attacco missilistico lanciato da Teheran il primo ottobre. Lo riporta la Cnn citando proprie fonti ben informate secondo le quali, se proprio l'attacco israeliano dovesse esserci, l'obiettivo è almeno quello di proteggere Teheran.

Secondo le fonti citate dalla Cnn, la preoccupazione dell'Iran deriva dall'incertezza sulla possibilità che gli Stati Uniti convincano Israele a non colpire i siti nucleari e gli impianti petroliferi iraniani. Gli Stati Uniti hanno già detto a Israele che non vogliono che prenda di mira i siti nucleari o i giacimenti petroliferi iraniani. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato mercoledì con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, la loro prima conversazione in quasi due mesi , dicendogli che la rappresaglia di Israele sia "proporzionata".

Anche gli alleati degli Stati Uniti nel Golfo, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Qatar, hanno espresso preoccupazione per un possibile attacco agli impianti petroliferi iraniani, che potrebbe avere un impatto negativo sull'economia e sull'ambiente dell'intera regione, ha detto un diplomatico arabo alla Cnn.

Guerra in Mediorente, i compiti della missione Unifil in Libano. VIDEO

Sri Lanka, ferma condanna per il ferimento dei peacekeeper dell'Unifil

Il ministero degli Esteri dello Sri Lanka ha ''condannato con fermezza'' il ferimento, da parte di militari israeliani, di due peacekeeper cingalesi che fanno parte della forza Unifil schierata a Naqura nel sud del Libano. In una nota si legge che ''lo Sri Lanka chiede rispetto degli obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale Onu e l'inviolabilità dei locali Onu in ogni momento''.

Inoltre ''l'ambasciata dello Sri Lanka a Beirut è in contatto con l'Unifil per fornire assistenza medica e garantire la rapida guarigione dei peacekeeper dello Sri Lanka. Lo Sri Lanka apprezza il coraggioso contributo dei suoi peacekeeper Onu in tutto il mondo'', prosegue la nota.

Di Segni (Ucei): "Noi ebrei lacerati da come questa guerra viene condotta"

"Israele, gli ebrei nel mondo, io stessa: siamo tutti lacerati sul modo di condurre questa guerra. E il dolore è terrificante: se a Gaza il proseguimento degli attacchi è legato alla ricerca degli ostaggi, in Libano è più evidente che c’è un’organizzazione terroristica, la guerra lì è più mirata e più circoscritta per evitare che mezza Israele sia paralizzata".  Così, in una intervista a 'La Repubblica', Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane.

Sugli attacchi alla base Unifil, Di Segni spiega che "l’accaduto va chiarito tra governi alleati di Paesi amici come Italia e Israele, e un ulteriore chiarimento sarà forse a questo punto opportuno anche riguardo la funzione di Unifil in quel territorio. Poi è chiaro che i fatti recenti potrebbero porre nuove criticità nelle relazioni tra Italia e Israele. Per noi però è importante che anche questi ultimi accadimenti non si prestino a una demonizzazione. Un chiarimento però è necessario. Israele poi avvisa sempre i civili primi di intervenire, si figuri se non lo fa con i soldati di un esercito alleato". Di Segni sull’accaduto nella base Unifil ha scritto alla premier Meloni e ai ministri Tajani e Crosetto: "la lettera doveva restare riservata. Il governo italiano è stato coerente alle esigenze di Israele e delle comunità ebraiche, ma quanto accaduto mette tutti in stato di allerta". 

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