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Guerra Medioriente, Unifil: ferito un altro casco blu nel Sud del Libano

©Ansa

Un soldato è stato colpito “da colpi di arma da fuoco” presso il quartier generale delle forze di pace a Naqoura. Il numero totale di peacekeeper feriti negli ultimi tre giorni, in incidenti attribuiti a Israele, sale così a cinque. Intanto, il World Food Programme (Wfp) ha segnalato che "l'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre"

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Idf: due razzi sparati dal nord di Gaza sul sud di Israele

Dopo le sirene d'allarme scattate nel sud di Israele, ad Ashkelon, l'Idf ha fatto sapere che due razzi sono stati sparati dal nord della Striscia di Gaza. Gli ordigni sono caduti in una zona aperta senza causare feriti.

Speaker del Parlamento iraniano a Beirut: 'Crimini da Israele'

Il presidente del Parlamento iraniano Mohammad Bagher Ghalibaf ha denunciato oggi i "crimini" perpetrati da Israele nel corso della sua visita a Beirut nei luoghi teatro degli attacchi condotti dallo Stato ebraico nel centro della capitale nelle ultime settimane. Dopo avere denunciato i "crimini" di Israele, Ghalibaf ha puntato il dito contro "le organizzazioni internazionali e il Consiglio di Sicurezza dell'Onu", che "restano sfortunatamente in silenzio", sebbene abbiano la capacità di fermare Israele. Una fonte vicina a Hezbollah ha riferito che gli attacchi di giovedì sera nel quartiere densamente popolato di Basta e nel vicino distretto di Nweiri avevano preso di mira il capo della sicurezza del gruppo libanese sostenuto dall'Iran, Wafiq Safa. Sebbene né l'esercito israeliano né Hezbollah abbiano confermato che Safa fosse l'obiettivo o commentato che fine abbia fatto, il ministero della Sanità libanese ha però affermato che gli attacchi hanno ucciso almeno 22 persone, il numero più alto registrato nella capitale dall'inizio dell'escalation.

Libano: aiuti a Chiesa, Acs punta a raccogliere un milione euro

Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha annunciato una campagna di emergenza per raccogliere almeno un milione di euro per aiutare la Chiesa in Libano. I bombardamenti in corso hanno causato un'ondata di oltre un milione di sfollati interni in varie parti del Paese. Le regioni di Beirut, Monte Libano e Libano settentrionale stanno sostenendo il peso maggiore delle difficoltà causate dall'afflusso di persone in fuga dal Sud. La Chiesa ha aperto le porte delle sue strutture a tutti coloro che fuggono dalle zone più pericolose. Tali strutture sono state rese disponibili per tutti, indipendentemente dall'appartenenza religiosa o etnica. La Fondazione pontificia Acs ha già contattato le sette diocesi e le cinque congregazioni religiose più direttamente coinvolte nelle operazioni di soccorso e sta raccogliendo i fondi necessari per soddisfare i loro bisogni, che nella maggior parte dei casi includono cibo, prodotti sanitari, materassi e coperte, farmaci e altri beni di prima necessità. Molti dei cristiani nel sud del Libano sono agricoltori rimasti senza reddito a causa della distruzione dei loro campi e delle loro piantagioni. Anche le scuole cattoliche, la maggior parte delle quali ha aperto le lezioni online, avranno bisogno di assistenza poiché i genitori, nelle regioni più colpite dalla guerra, a causa della mancanza di reddito faranno fatica a pagare le tasse scolastiche. Sebbene la crisi stia colpendo l'intero Paese, le aree più minacciate si trovano nelle regioni di confine tra Israele e Libano. I cristiani costituiscono una parte significativa della popolazione di quest'area e ne sono direttamente colpiti. Per migliaia di loro salvarsi significa rompere i legami familiari, poiché le madri e i figli cercano rifugio nelle strutture della Chiesa o nelle case dei parenti in zone più sicure, mentre i padri restano nella casa di famiglia per prevenire il furto di proprietà. "Il Libano è passato da una crisi all'altra negli ultimi decenni, soffrendo per l'instabilità politica, l'afflusso di rifugiati dalle guerre regionali, un tracollo economico, l'esplosione del porto di Beirut che ha raso al suolo gran parte della città, e ora questi attacchi da parte di Israele", ha dichiarato Regina Lynch, presidente esecutiva di Acs Internazionale. "La Chiesa ha continuato a provvedere al supporto materiale e spirituale in tutti questi anni. Acs è stata al fianco dei nostri partner di progetto in Libano e non li abbandoneremo ora, mentre affrontano un altro momento di bisogno. Siamo fiduciosi che i nostri amici e benefattori comprenderanno l'urgenza di sostenere la Chiesa in Libano", ha aggiunto.

Negoziati in corso per condanna Ue su attacchi a Unifil

I "tentativi" per arrivare ad una dichiarazione a 27 di condanna per gli attacchi di Israele alle postazioni dell'Unifil in Libano "sono in corso" ma non sono ancora "completi". Lo dichiarano all'ANSA diverse fonti europee. In vista poi del Consiglio Europeo della prossima settimana proseguono i negoziati sulle conclusioni. "Le discussioni rimangono complicate, con la maggior parte degli Stati membri che chiede un linguaggio forte sulla situazione attuale, in particolare sugli attacchi contro l'Unifil e le violazioni del diritto umanitario internazionale, mentre alcuni (pochi) Stati membri vogliono avere un linguaggio più morbido", spiega un diplomatico.

Il Papa: "Dio illumini i cuori di chi scatena e prolunga guerre"

Si rivolge ancora ai credenti attraverso i social network papa Francesco, affinché si preghi per la pace nel mondo. "#PreghiamoInsieme per gli uomini che vogliono le guerre, le scatenano, le alimentano, le prolungano inutilmente, o ne traggono cinicamente profitto. Che Dio illumini i loro cuori, che ponga dinanzi ai loro occhi il corteo di sventure che provocano!", afferma oggi il Pontefice su X. E in un ulteriore post dichiara: "Faccio appello alla comunità internazionale affinché si metta fine alla spirale della vendetta in Medio Oriente e non si ripetano più gli attacchi per rappresaglia, che possono far precipitare quella Regione in una guerra ancora più grande. #Pace". Ieri, sempre sul suo profilo in nove lingue @Pontifex, Francesco ha chiesto "un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti della guerra in Medio Oriente, compreso il Libano". "#PreghiamoInsieme per i libanesi, specialmente per gli abitanti del sud costretti a lasciare i loro villaggi, perché possano tornare presto e vivere in #pace", ha aggiunto. Inoltre ha proclamato che "tutte le Nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza: i loro territori non devono essere attaccati, la loro sovranità dev'essere rispettata e garantita mediante la pace e il dialogo. La guerra e l'odio portano solo morte e distruzione per tutti. #Pace".

Al via corteo palestinesi a Roma: 'Siamo tutti antisionisti'

Al grido "Palestina libera" e "siamo tutti antisionisti" è partito il corteo della comunità palestinese di Roma e del movimento degli studenti palestinesi. La manifestazione, alla quale stanno partecipando circa un migliaio di persone, si è mossa da piazzale Ostiense e arriverà a piazza Vittorio.

Palestinesi Roma: 'Spiace Comunità ebraiche non siano in piazza'

"Le comunità ebraiche sono scese piazza in tante parti del mondo. Ci dispiace molto che la comunità ebraica romana e italiana non sia ancora scesa in piazza insieme a noi per dire: basta a questa guerra. Sì alla pace". Lo ha detto Yousef Salman, Presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, al corteo indetto nella capitale a piazzale Ostiense. "Siamo qui per dire basta bombardamenti, anche sul Libano, e stop al genocidio. Purtroppo il governo israeliano è un governo criminale. Lottiamo contro questa maledetta guerra per la pace" ha proseguito Salman ringraziando il ministro della Difesa Guido Crosetto per le parole pronunciate dopo il ferimento dei soldati dell'Unifil in Libano. "Però - ha aggiunto - avremmo voluto sentire queste dichiarazioni anche per la morte di migliaia di palestinesi a Gaza e il ferimento di più di diciottomila bambini e quattordicimila donne".

Salman: “In piazza per dire no alla maledetta guerra”

“Siamo scesi  in piazza come la settimana scorsa per dire no a questa maledetta  guerra e sì alla pace. Per dire no al genocidio che Israele sta portando  avanti da più di un anno in Palestina. Adesso la stessa cosa la sta  ripetendo il Libano e forse attaccherà l’Iran. Israele non rispetta la  legalità internazionale”. Lo afferma il presidente della comunità  palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, a piazzale Ostiense,  dove sta per partire il corteo pro-Palestina diretto a piazza Vittorio e  organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione  dei Palestinesi in Italia e dalla Comunità Palestinese d’Italia. “Credo  - aggiunge - che tutto il mondo debba scendere in piazza assieme a noi.  Mi spiace che non lo abbia fatto la comunità ebraica di Roma, a  differenza di altre comunità ebraiche come quella inglese o americana”.

Monsignor Gallagher: ‘Parecchi dubbi su proporzionalità risposta Israele’

“La risposta di Tel Aviv suscita parecchi interrogativi sulla proporzionalità”. Mons. Paul Richard Gallagher, ‘ministro degli Esteri’ del Vaticano, ha ribadito la posizione della S. Sede sulla crisi mediorientale intervenendo ad un simposio alla Pontificia Università Urbaniana organizzato dalla fondazione Fratelli tutti. Gallagher, pur ribadendo la ferma condanna all’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre di un anno fa, non ha taciuto  i “parecchi dubbi” che sorgono sulla “proporzionalità” della risposta di Israele. Gallagher ha denunciato le condizioni “sempre più insostenibili” nella Striscia di Gaza rilanciando gli appelli del Papa. Il “ministro degli Esteri’ del Vaticano ha quindi ribadito la posizione della Santa Sede sulla soluzione dei due popoli e due Stati e di uno statuto speciale costituzionalmente garantito per Gerusalemme. Sul fronte del conflitto russo-ucraino, Gallagher ha evidenziato che sembra non esserci “un vero sforzo per una discussione tra le parti per aprire strade di pace di ricostruzione".



Salman: “Grazie a Crosetto, ma doveva parlare prima”

“Noi  ringraziamo il ministro Guido Crosetto per le sue dichiarazioni, ma  avremmo voluto sentire queste affermazioni un anno prima, dopo la morte  di 42mila palestinesi, il ferimento di oltre centomila. Parliamo di  18mila bambini e 14mila donne”. Lo afferma il presidente della comunità  palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, a piazzale Ostiense,  dove sta per partire il corteo pro-Palestina diretto a piazza Vittorio e  organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione  dei Palestinesi in Italia e dalla Comunità Palestinese d’Italia. Il  corteo arriverà a piazza Vittorio passando per il centro della Capitale.  La manifestazione si intitola “Stop al genocidio e al massacro in  Libano”.

Unifil, conflitto regionale sarebbe catastrofico per tutti

Un'escalation israeliana contro Hezbollah potrebbe sfuggire al controllo  e "trasformarsi molto presto in un conflitto regionale con un impatto  catastrofico per tutti". Lo ha detto il portavoce delle forze di pace  dell'Onu in Libano, Andrea Tenenti.

#StopCrimesInPalestine: 53mila firma per cessate il fuoco

Già oltre  53mila adesioni dopo due settimane all'appello sulla piattaforma  Change.org per l'immediato cessate il fuoco in Palestina promosso da  Massimo Amato, Laura Boldrini e Gianni Giovannetti  #StopCrimesInPalestine.  "Mercoledì 9 ottobre la nostra petizione è stata pubblicata anche in  Francia, diventando cosi ancora più europea - scrivono i promotori -  siamo grati a Change.org per il grande lavoro svolto al nostro fianco  per fare arrivare il messaggio a un pubblico europeo ancora più vasto. E  la Francia non è che un primo passo". "Infine un grazie di cuore a tutte e tutti coloro che hanno firmato e  che stanno continuando a darci forza - proseguono - e, in particolare,  ai nuovi firmatari Anna Foa, Fiorella Mannoia, Tomaso Montanari,  Francesco Profumo e Patrick Zaki che hanno dichiarato il loro pubblico  sostegno all’appello. Sempre di più, insieme".

Colpi di arma da fuoco contro base Unifil Naqoura, ferito militare

Colpi di arma da fuoco contro il quartier generale della missione Unifil a Naqoura, nel sud del Libano, hanno ferito, la scorsa notte, un militare della missione. In un comunicato, Unifil si limita a indicare "attività militari in corso nei dintorni". "Non sappiamo ancora l'origine del proiettile'. Il militare è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la rimozione di un proiettile all'ospedale della missione Unifil ed è in condizioni stabili". 

Norvegia: 'Guerra d'Israele a Gaza è brutale e sproporzionata'

“La guerra brutale di Israele a Gaza comprende attacchi indiscriminati e sproporzionati, oltre a misure che impediscono alla popolazione di ricevere aiuti umanitari. Questo viola le regole di guerra”, ha dichiarato il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide in un comunicato. “I civili, i malati e i feriti devono ricevere protezione, cibo e assistenza medica essenziale - ha denunciato Eide, sottolineando che - un cessate il fuoco, il rilascio dei prigionieri e un numero sufficiente di aiuti d'emergenza per la popolazione di Gaza sono primi passi importanti, ma solo una soluzione a due Stati e il rispetto del diritto internazionale possono fornire stabilità e sicurezza durature in Medio Oriente”.

Idf: 35 razzi lanciati dal Libano sulla zona di Acri

Due persone sono rimaste ferite da un razzo atterrato in un'area aperta a Jadeidi-Makr, vicino Acri, e un edificio industriale nella zona è stato danneggiato. Secondo l'Idf, questo pomeriggio sono stati lanciati circa 35 razzi dal Libano verso il nord di Israele.

Unifil, molti danni subiti finora alle nostre postazioni

Gli scontri fra Israele e Hezbollah nel sud del Libano hanno inflitto 'molti danni' alle postazioni dell'Unifil. Lo ha detto il portavoce dei Caschi Blu Andrea Tenenti. 'Proprio ieri sera, sulla posizione delle forze di peacekeeping ghanesi, appena fuori, l'esplosione e' stata cosi' forte che ha distrutto alcuni dei container all'interno in modo molto grave'. Lavorare e' 'molto difficile perche' ci sono molti danni, anche all'interno delle basi', ha aggiunto. 

Bombardamento israeliano a Barja, 4 morti e 14 feriti

Un bombardamento israeliano a Barja, paese a nord  della città di Sidone e 38 chilometri a sud della capitale Beirut, ha  provocato 4 morti e 14 feriti. Lo ha fatto sapere il ministero della  sanità pubblica libanese, definendolo un "bilancio iniziale" e facendo  un appello alle donazioni di sangue. Si tratta del primo attacco  dell'esercito israeliano contro questo villaggio dall'inizio del  conflitto, un anno fa, tra il gruppo sciita Hezbollah e Israele.

Unifil: ferito un altro casco blu nel sud del Libano

Un altro casco blu è stato ferito nel sud del Libano, è il quinto in due giorni. Lo fa sapere l'Unifil.

Schlein: chi attacca l'Onu attacca il mondo, non arretriamo

"Anzitutto, prendendo in prestito parole non mie dico che chi attacca l'Onu attacca il mondo" per questo abbiamo "chiesto che il governo vengo a riferire". La missione dell'Unifil? "Certo che ha senso che rimanga, si può fare un chiarimento sulle regole di ingaggio ma quella è una missione di pace e deve rimanere" in Libano, "non è una ragione sufficiente per arretrare". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein alla festa del Foglio. 

Unifil, Tenenti: "Rifiutammo di lasciare posizioni nel Sud del Libano"

La Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) ha rifiutato di ritirarsi cinque chilometri piu' a nord, in territorio libanese, come richiesto dall'esercito israeliano. Lo ha riferito il portavoce Andrea Tenenti. "Le forze israeliane ci hanno chiesto di lasciare le nostre posizioni lungo la Linea Blu, dal confine fino a cinque chilometri dalla Linea Blu... ma c'è stata una decisione unanime per noi di restare, perchè la bandiera delle Nazioni Unite deve sventolare in questa zona", ha spiegato il portavoce dell'Unifil, che dispiega circa 10 mila caschi blu nel Sud del Libano e nei giorni scorsi è stata attaccata a più riprese dall'esercito israeliano, provocando la condanna internazionale. 

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