Idf: lanciati missili dall'Iran verso Israele. LIVE

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In corso un attacco dal fronte iraniano verso Israele, il Paese lancia centinaia di missili balistici in diverse ondate. Esplosioni sono state avvertite anche a Gerusalemme e Tel Aviv. Ci sono stati questa sera anche due attacchi armati: uno nella metropolitana leggera di Giaffa (4 morti), l'altro in un centro commerciale a Tel Aviv

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Media: "Sede tv pro Hezbollah distrutta in un raid dell'Idf a Beirut"

La sede dell'emittente televisiva Al-Sirat, vicina a Hezbollah, è stata distrutta in un raid aereo israeliano condotto nelle scorse ore a sud di Beirut. Lo riferisce l'agenzia di stampa turca Anadolu spiegando che, prima di condurre l'attacco, l'esercito israeliano ha ordinato al personale di andarsene. Secondo le Idf la sede della tv veniva utilizzata per produrre "mezzi di combattimento".

Hezbollah ha negato di utilizzare strutture civili per conservare le armi, compreso il palazzo che ospitava Al-Sirat tv e che è stato colpito. Il raid non ha causato vittime.

Hezbollah conferma: "Nessuno scontro diretto ancora con gli israeliani"

"Tutte le affermazioni sioniste secondo cui le forze di occupazione (israeliane) sarebbero entrate in Libano sono false": lo ha detto ad Aljazeera il portavoce di Hezbollah Muhammad Nabulsi, secondo cui "non c'è ancora stato uno scontro diretto sul terreno" tra Hezbollah e Israele. "I combattenti della resistenza sono pronti allo scontro diretto con le forze nemiche che osano o tentano di entrare nel territorio libanese", ha detto. Il portavoce ha aggiunto che Hezbollah è "pronto a infliggere gravi perdite" a coloro che tentano di entrare in Libano.

Fidan: "La morte di Nasrallah un duro colpo per l'Iran"

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha definito la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, "un duro colpo per l'Iran". "Il vuoto lasciato dalla sua assenza sara' molto difficile da colmare. L'uccisione del numero uno di Hezbollah costituisce una grande perdita per Hezbollah, ma anche un duro colpo per l'Iran", ha dichiarato Fidan durante un'intervista televisiva. Il numero uno della diplomazia turca ha rivelato di aver incontrato Nasrallah una volta, nella capitale libanese Beirut, circa 10 giorni dopo l'inizio del conflitto partito il 7 ottobre scorso.

Unifil: "L'Idf ha annunciato le incursioni, viola la risoluzione Onu"

La forza di pace delle Nazioni Unite afferma che l'Idf ha notificato la sua intenzione di intraprendere incursioni di terra limitate in Libano. In un comunicato l'Unifil afferma che, nonostante gli sviluppi in Libano, le forze di pace rimangono in posizione. "Qualsiasi attraversamento del Libano è una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale libanese e una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", afferma. 

Meloni al primo ministro del Libano: "Impegno per cessate il fuoco"

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il primo ministro del Libano, Najib Mikati. "Nel rinnovare la vicinanza dell'Italia al Libano e al popolo libanese e nel ricordare i primi aiuti immediati alla popolazione civile stanziati ieri dal governo", la premier, spiega una nota di Palazzo Chigi, "ha ribadito l'impegno italiano per un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto che permetta agli sfollati di tornare alle proprie case. L'Italia, anche quale presidenza di turno del G7, continuerà a lavorare per una de-escalation a livello regionale. Meloni ha infine ricordato "il ruolo cruciale dei militari italiani presenti nel sud del Libano all'interno della missione UNIFIL, sottolineando l'importanza della loro sicurezza". 

Gallant: "In 12 mesi un grande fallimento ed enormi risultati dell'Idf"

"Quest'anno abbiamo conosciuto il nostro più grande fallimento, ma anche i risultati più importanti nella storia dell'esercito e dell'establishment della sicurezza": lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant parlando al Forum dello stato maggiore. 

Gallant

©Ansa

Israele: "Gli Usa hanno messo in pericolo le truppe con una fuga di notizie"

Irritazione in Israele per la "fuga di notizie" dagli Stati Uniti sull'operazione militare israeliana in Libano. La tv pubblica israeliana Kan riporta il commento di un alto funzionario secondo il quale gli Usa hanno messo in pericolo le truppe "facendo trapelare i piani per l'operazione di terra in Libano". Ieri sera infatti durante il Gabinetto di sicurezza che si teneva a Tel Aviv è stato un portavoce del Dipartimento di Stato ad annunciare da Washington che Israele stava già conducendo "operazioni terrestri limitate" nel Paese dei Cedri, senza che per lungo tempo siano arrivate conferme ufficiali dall'Idf. Facendo quindi sapere dell'operazione di terra prima ancora che scattasse effettivamente, circostanza che ha fatto infuriare ministri ed esercito israeliani. "Ciò è stato fatto nonostante gli Stati Uniti sostengano l'operazione", ha detto il funzionario a Kan aggiungendo: "Per noi tuttavia è chiaro che gli Stati Uniti sono preoccupati e quindi hanno reso pubblica l'operazione per cercare di limitarla". La fonte ha concluso affermando che "non ci sarà alcun accordo diplomatico in Libano prima della fine dell'operazione attuale". 

Il premier libanese: "Chiediamo con urgenza più aiuti per gli sfollati"

"Chiediamo con urgenza più aiuti per intensificare i nostri sforzi e fornire sostegno ai civili sfollati". Lo ha detto il premier libanese Najib Miqati, come riporta la Bbc. Miqati ha ribadito che nel Paese dei Cedri sono "circa un milione gli sfollati" da quando sono iniziati, il mese scorso, i raid aerei israeliani contro Hezbollah.

Il premier è intervenuto durante una riunione con rappresentanti delle organizzazioni delle Nazioni Unite e ambasciatori dei Paesi donatori incentrata sulla crisi degli sfollati. E, riporta l'agenzia Nna, ha parlato della "guerra devastante scatenata da Israele". 

Israele ordina l'evacuazione in oltre 20 aree nel sud del Libano

L'esercito israeliano ha ordinato ai residenti di evacuare oltre 20 aree nel sud del Libano.  In una dichiarazione rilasciata su X, il portavoce in lingua araba delle Idf, Avichai Adraee, ha chiesto ai residenti di diversi villaggi nel Libano meridionale, tra cui Aabbassiyeh e Bint Jbeil, di evacuare a nord del fiume Awali, decine di chilometri a nord del confine israeliano. Lo riportano i media israeliani. "Le attività di Hezbollah stanno costringendo l'Idf ad agire contro il gruppo", si legge nella dichiarazione, sottolineando che i residenti "devono immediatamente recarsi a nord dell'Awali". 

Hezbollah rivendica lancio razzi contro sede Mossad vicino a Tel Aviv

Hezbollah ha rivendicato di aver lanciato razzi contro la base Glilot, sede del quartier generale del Mossad e di un'unità dell'intelligence israeliana a Herzliya vicino a Tel Aviv nel centro di Israele. Secondo il Times of Israel, nell'attacco sono rimaste lievemente ferite due persone e stanno ricevendo cure mediche.

Unifil: "Qualsiasi incursione in Libano è violazione della sovranità del Paese"

"Qualsiasi incursione in Libano viola la sovranità e l'integrità territoriale libanese e viola la risoluzione 1701". Lo scrive in una nota Unifil, precisando che "nonostante questo pericoloso sviluppo - ovvero l'inizio delle operazioni di terra delle Idf nel Paese dei cedri - le forze di peacekeeping rimangono in posizione". 

"Abbiamo piani di emergenza pronti da attivare se assolutamente necessario", ha precisato l'Unifil, che esorta le parti a "fare un passo indietro" ed evitare un'escalation che "porterà solo più violenza e più spargimento di sangue".

"I civili devono essere protetti, le infrastrutture civili non devono essere prese di mira e il diritto internazionale deve essere rispettato", ha concluso la missione Onu, esortando le parti a rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e la 1701 "come unica soluzione praticabile per riportare la stabilità in questa regione".

Razzo di Hezbollah colpisce Route 6 nel centro d'Israele

La Route 6 è stata chiusa in entrambe le direzioni nei pressi dello svincolo di Horeshim nella zona di Sharon, nel centro di Israele, dopo che un razzo lanciato dal Libano ha colpito la strada. Lo riferisce la polizia. Il servizio di ambulanze Magen David ha reso noto che due persone che si trovavano in strada, un autista di autobus e un altro automobilista, sono stati colpiti dalle schegge del razzo nei pressi di Kafr Qasim. 

Idf: "Il sud del Libano pieno di terroristi e armi, respingeremo Hezbollah"

''Diciotto anni dopo la (risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ndr) 1701, Hezbollah è il più grande esercito non statale del mondo e il Libano meridionale è pieno di terroristi e armi di Hezbollah. Se lo stato del Libano e il mondo non riescono a respingere Hezbollah dai nostri confini, non abbiamo altra scelta che farlo noi stessi''. Lo ha dichiarato il portavoce delle Idf Daniel Hagari, aggiungendo; "Voglio chiarire che la nostra guerra è contro Hezbollah, non contro il popolo del Libano. Non vogliamo danneggiare i civili libanesi e stiamo prendendo misure per impedirlo''.

Il portavoce dell'esercito israeliano ha ricordato che ''per decenni, le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno chiesto al Libano di garantire che il suo territorio fosse libero da gruppi armati non governativi. La risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2006, concordata da Israele e Libano, chiede che non ci sia personale armato, beni e armi diversi da quelli del governo del Libano e di Unifil nel Libano meridionale''.

Hagari ha aggiunto che ''continueremo a fare tutto il necessario affinché le famiglie israeliane possano tornare alle loro case in sicurezza e protezione'' nel nord di Israele, al confine con il Libano. Per questo, ha spiegato, ''le Forze di difesa israeliane stanno conducendo raid limitati e mirati lungo il confine settentrionale di Israele contro la minaccia che Hezbollah rappresenta per i civili nel nord di Israele. Questi raid di terra localizzati prenderanno di mira le roccaforti di Hezbollah che minacciano le città, i kibbutz e le comunità israeliane lungo il nostro confine''.

Il Cremlino condanna gli attacchi israeliani a "Stati sovrani"

Il Cremlino "condanna gli attacchi contro Stati sovrani". Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alle incursioni di terra israeliane in Libano e il bombardamento su Damasco. "Osserviamo che la geografia delle ostilità si sta espandendo, tutto ciò porta ad un'ulteriore destabilizzazione nella regione e ad un aumento della tensione distruttiva per l'intera regione e per l'area adiacente in questa regione", ha aggiunto il portavoce, citato dall'agenzia Interfax. 

Fonti Israele: "Nessuno scontro diretto finora con Hezbollah"

Un funzionario della sicurezza israeliano ha affermato che non ci sono stati scontri diretti con Hezbollah all'interno del Libano, contraddicendo le precedenti affermazioni dell'Idf di "pesanti combattimenti" in corso. Lo riporta il Guardian. I raid delle truppe israeliane nel Libano meridionale, iniziati durante la notte, sono stati "limitati" e hanno interessato solo una breve distanza oltre confine, ha detto il funzionario della sicurezza israeliano, aggiungendo che un'operazione più ampia che abbia come obiettivo la capitale libanese Beirut, colpita da ripetuti attacchi aerei negli ultimi giorni, "non è sul tavolo". 

Israele invade il Libano, l'ultima volta fu nel 2006

Per la quarta volta in meno di 50 anni Israele ha messo i 'boots on the ground' in territorio libanese, sempre con lo stesso obiettivo: creare uno spazio di sicurezza tra i propri nemici ed il confine. La prima, nel 1978, aveva lo scopo di respingere i combattenti palestinesi e di impadronirsi di una stretta striscia di terra lungo la frontiera con il Libano, che a quel tempo era diventato rifugio per circa 100mila palestinesi. Nel 1982 Israele invase il sud del Paese dei cedri, un evento che contribuì alla nascita di Hezbollah, fondata con l'obiettivo dichiarato di espellere le forze israeliane. 

Nel 2006 poi scattò l'operazione israeliana 'Pioggia d'Estate', nota anche come la guerra dei 33 giorni. A innescarla fu un attacco nello Stato ebraico di miliziani di Hezbollah, che rapirono due soldati e ne uccisero altri otto. Tsahal reagì bombardando dal 12 luglio obiettivi militari di Hezbollah come lanciatori di razzi, ma anche strade, porti e l'aeroporto di Beirut. Dieci giorni dopo scattò l'offensiva di terra, con l'obiettivo dichiarato - lo stesso della nuova operazione - di spingere Hezbollah a nord del fiume Litani. Le ostilità cessarono il 14 agosto, quando Israele, Hezbollah ed il governo libanese accettarono la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite.


Reuters: "Le autorità sanitarie palestinesi affermano che la campagna aerea e terrestre di Israele a Gaza ha ucciso più di 41.500 persone: la maggior parte delle vittime identificate come donne e bambini"

Unifil: "Gli israeliani sono entrati ma sono tornati indietro"

I militari israeliani hanno condotto incursioni limitate in Libano, a ridosso della linea blu, e sono tornati indietro: lo ha detto all'ANSA Andrea Tenenti, a conferma che per ora non ci sono combattimenti in corso sul territorio libanese. 

Unifil: "Non lasciamo le nostre posizioni nel sud del Libano"

La missione Onu nel sud del Libano (Unifil) non intende abbandonare le proprie posizioni. Lo ha detto all'ANSA Andrea Tenenti, portavoce della stessa missione militare di cui fanno parte un migliaio di soldati italiani. 

Brigate Al-Aqsa, in un raid a Sidone ucciso figlio del leader

Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa hanno annunciato la morte di Hassan Munir Muqdah (o Mounir Maqdah), in quella che hanno descritto come una "operazione di assassinio". Secondo i vertici dell'ala militare del partito politico palestinese Fatah, il combattente è stato ucciso durante un attacco aereo notturno israeliano sul vicino campo profughi palestinese di Ain el-Hailed (o Ain Al-Helweh), alle porte di Sidone, in Libano. Il bombardamento ha preso di mira l'abitazione di famiglia. La vittima era il figlio di Munir Muqdah, leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa in Libano, sulla cui sorte al momento non ci sono notizie certe. Altrettanto incerto il bilancio di eventuali morti e feriti nel più grande campo profughi di palestinesi costruito nel Libano meridionale. 

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