Papa in Belgio: “Abusi generano atroci sofferenze, serve misericordia”

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Un fitto programma di appuntamenti quello del Pontefice nel suo secondo giorno di viaggio nel Paese. La giornata è iniziata con l'incontro privato con alcune autorità dell'Unione europea in Nunziatura ed è proseguita con gli incontri pubblici con la comunità cattolica e con gli studenti universitari, per poi concludersi nel Collegio Saint-Michel insieme ai Gesuiti presenti in Belgio

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Prosegue il viaggio di Papa Francesco in Belgio. Oggi nell'agenda del Pontefice, che è arrivato nel Paese nella serata di giovedì 26 settembre, c'è stato l'incontro con la comunità cattolica e con gli studenti universitari. Il programma della seconda giornata di visita in Belgio è iniziato con l'incontro privato con alcune autorità dell'Unione europea in Nunziatura ed è proseguito con gli incontri pubblici con la comunità cattolica e con gli studenti universitari, per poi concludersi nel Collegio Saint-Michel insieme ai Gesuiti presenti in Belgio. Papa Francesco è tornato anche oggi a parlare della piaga degli abusi nella Chiesa. Parlando alla comunità cattolica del Belgio, ha ribadito che "gli abusi generano atroci sofferenze e ferite, minando anche il cammino della fede. E c'è bisogno di tanta misericordia, per non rimanere col cuore di pietra dinanzi alla sofferenza delle vittime, per far sentire loro la nostra vicinanza e offrire tutto l'aiuto possibile, per imparare da loro a essere una Chiesa che si fa serva di tutti senza soggiogare nessuno". Papa Francesco ha sottolineato che "una radice della violenza consiste nell'abuso di potere, quando usiamo i ruoli che abbiamo per schiacciare gli altri o per manipolarli".

Papa: “Il male ha i giorni contati, la speranza mai delude”

 

"Noi cristiani sappiamo che il male non ha l'ultima parola. E su questo dobbiamo essere forti”, ha detto all'incontro con gli universitari di Lovanio. "Il male non ha l'ultima parola. Il male ha, come si dice, i giorni contati. Questo non toglie il nostro impegno, anzi lo aumenta: la speranza è una nostra responsabilità. Perché la speranza mai delude”, ha rimarcato il Pontefice, per poi sottolineare: "Mai delude e questa certezza vince quella coscienza pessimistica, lo stile della Turandot. La speranza mai delude”.

"Nella Chiesa c'è spazio per tutti ma no riforme per moda"

 

"Fratelli e sorelle - ha detto  alla comunità cattolica del Belgio- nella Chiesa c'è spazio per tutti, tutti, tutti e nessuno dev'essere la fotocopia dell'altro. L'unità nella Chiesa non è uniformità, ma è trovare l'armonia nella diversità!". Il Papa ha invitato gli operatori della pastorale carceraria ad avere sempre "misericordia". "Tutti possiamo sbagliare, ma nessuno è sbagliato. Nessuno è perduto per sempre. È giusto, allora, seguire tutti i percorsi della giustizia terrena e i percorsi umani, psicologici e penali; ma la pena dev'essere una medicina, deve portare alla guarigione". Quindi, ha aggiunto, "bisogna aiutare le persone a rialzarsi e a ritrovare la loro strada nella vita e nella società. Ricordiamoci: tutti possiamo sbagliare, ma nessuno è sbagliato, nessuno è perduto per sempre. Misericordia, sempre misericordia". "Quando io entro in un carcere mi chiedo: perché lui e non io?", ha aggiunto.

 

Bergoglio: "Crisi occasioni per cambiare"

Papa Francesco nella Basilica del Sacro Cuore di Koekelberg di Bruxelles ha parlato anche della crisi della fede e delle difficoltà del monto contemporaneo. "I cambiamenti della nostra epoca e la crisi della fede che sperimentiamo in Occidente ci hanno spinto a ritornare all'essenziale, cioè al Vangelo", ha detto. "La crisi, ogni crisi, è un tempo che ci è offerto per scuoterci, per interrogarci e per cambiare". Si tratta di "un'occasione preziosa - nel linguaggio biblico si dice kairòs - per essere svegliati dal torpore e ritrovare i sentieri dello Spirito, come è successo ad Abramo, a Mosè e ai profeti. Quando sperimentiamo la desolazione, infatti, sempre dobbiamo chiederci quale messaggio il Signore ci vuole comunicare. E cosa ci fa vedere la crisi?". E ha aggiunto: "Siamo passati da un cristianesimo sistemato in una cornice sociale ospitale a un cristianesimo 'di minoranza', o meglio, di testimonianza. E questo richiede il coraggio di una conversione ecclesiale, per avviare quelle trasformazioni pastorali che riguardano anche le consuetudini, i modelli, i linguaggi della fede, perché siano realmente a servizio dell'evangelizzazione".

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Università Lovanio: “Incomprensibile il Papa sulle donne”

All'Université Catholique de Louvain, il Pontefice ha anche parlato del ruolo della donna nella Chiesa. Nel discorso agli studenti ha sottolineato che "pesano qui violenze e ingiustizie, insieme a pregiudizi ideologici". Ha ribadito che la Chiesa "è donna" ma non è "un'azienda multinazionale" e "ciò che è caratteristico della donna non viene sancito dal consenso o dalle ideologie". C'è la "dignità" che "è un bene inestimabile" che "nessuna legge umana può dare o togliere". A partire da questo "la cultura cristiana elabora sempre nuovamente, nei diversi contesti, la vocazione e missione dell'uomo e della donna e il loro reciproco essere per l'altro, nella comunione. Non l'uno contro l'altro, in opposte rivendicazioni, ma l'uno per l'altro".

"La donna è più importante dell'uomo, ma è brutto quando vuole fare l'uomo”, ha aggiunto. "La Chiesa è donna, non è maschio". Dichiarazioni che sono state contestate dall'Università Cattolica di Lovanio. In una nota, l’università ha espresso  "disapprovazione" e "disaccordo" e le definisce "incomprensibili". “Il Papa ha parlato di una donna centrale nella Chiesa per la sua capacità di accogliere e generare. Quanto ai ruoli ha frenato dicendo che la Chiesa non è una multinazionale. L'Università Cattolica di Louvain ha definito quella del Papa "una posizione riduttiva". L'ateneo ha affermato di essere una realtà "inclusiva" impegnata a "combattere il sessismo e la violenza sessuale" e ha sottolineato che ognuno deve avere il suo ruolo nella società "al di là del genere o dell'orientamento sessuale".  Poi, l'appello alla Chiesa affinché "segua lo stesso cammino senza discriminazione".

Primo giorno di viaggio

Il tema della pedofilia è stato al centro del primo giorno effettivo di viaggio del Papa in Belgio, venerdì 27 settembre. Durante l'incontro con i Reali del Belgio, re Filippo rivolgendosi al Papa ha riconosciuto l'"intransigenza" con la quale il Pontefice ha denunciato "l'indicibile tragedia degli abusi sessuali nella Chiesa". "Dei bambini sono stati orribilmente feriti, segnati per la vita. Lo stesso dicasi per le vittime di adozione forzata. C'è voluto così tanto tempo perché le loro grida venissero ascoltate e riconosciute. C'è voluto così tanto tempo per cercare la via, per 'riparare' l'irreparabile", ha aggiunto. Il re, poi, ha chiesto, che vengano "perseguiti con determinazione, senza sosta". Gli abusi sono "la vergogna che oggi tutti noi dobbiamo prendere in mano e chiedere perdono, risolvere il problema degli abusi contro i minori", la replica di Papa Francesco. "La Chiesa deve vergognarsi e chiedere perdono e cercare di risolvere questa situazione" perché "queste cose non succedano più", ha continuato il Pontefice nel discorso alle autorità del Belgio, paragonando i pedofili della Chiesa ad Erode.  

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