Guerra Medioriente, Libano: Netanyahu boccia la tregua. Gli Usa: "Aveva dato l'ok"

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Non ci sarebbe spazio, almeno per ora, per una tregua in Libano. La proposta americana e francese di uno stop di 21 giorni delle ostilità è stata respinta da Netanyahu, che secondo gli Usa prima avrebbe accettato il cessate il fuoco ma poi ha ordinato di insistere con gli attacchi contro Hezbollah. In serata un missile lanciato dallo Yemen e diretto su Tel Aviv è stato intercettato dal sistema di difesa israeliano

LIVE

Esercito Israele, simulati scenari di combattimenti in Libano

L'esercito israeliano ha annunciato che le truppe hanno completato un'esercitazione di addestramento che simulava scenari di combattimento all'interno del territorio libanese. L'esercitazione si è svolta a diversi chilometri dal confine con il Libano, nel nord di Israele. Lo riporta Haaretz. 

Sanchez: "Pieno sostegno a soldati in missione Unifil in Libano"

"Ho appena parlato con il generale Garcia del Barrio, capo della Brigata del settore Est di Unifil, per sapere della situazione in cui si trovano i militari spagnoli che partecipano alla missione in Libano e trasmettere un messaggio di sostegno del governo e di tutti gli spagnoli". E' quanto ha pubblicato su X il premier spagnolo Pedro Sanchez, il quale rinnova "l'impegno del governo di Spagna nell'Unifil e per la sicurezza in Libano", mentre si intensificano gli attacchi aerei di Israele. "La Spagna fa ancora una volta appello a tutte le parti a porre fine a questa spirale di violenza", aggiunge Sanchez. "La guerra va evitata a ogni costo".  Da parte sua, il ministro spagnolo dell'Interno, Fernando Grande-Marlaska, ha assicurato di essere "in comunicazione costante" con i solidati spagnoli del contingente Unifil, che Madrid "sta dotando di tutti mezzi necessari per garantire la loro sicurezza" nella "complicata e complessa situazione".

Media, attacco di Hezbollah sulla Galilea del nord

Pesante Attacco missilistico dal Libano sul nord della Galilea. Almeno un razzo è esploso nella cittadina di Kiriat Shmona. Lo riferisce Ynet. 

Damasco, finora in 22 mila fuggiti da Libano in Siria

Finora oltre 22.000 persone sono fuggite dal Libano in Siria attraverso due dei valichi di frontiera, da quando sono iniziati gli intensi bombardamenti israeliani sul Paese dei Cedri. "Più di 6.000 libanesi e circa 15.000 siriani" sono entrati attraverso il valico principale di Jdeidet Yabus (il valico di Masnaa per il Libano), ha affermato una fonte della sicurezza siriana, mentre una seconda fonte della sicurezza ha riferito che "circa 1.000 libanesi e circa 500 siriani sono passati" attraverso un secondo valico.

Idf, colpite infrastrutture a confine tra Siria e Libano

Gli aerei da caccia israeliani hanno colpito infrastrutture al confine tra Siria e Libano che, secondo l'Idf, venivano utilizzate da Hezbollah per contrabbandare armi. Lo ha dichiarato l'esercito israeliano.   Secondo l'esercito israeliano le armi introdotte illegalmente in Libano dalla Siria vengono utilizzate contro Israele.   Il ministro dei trasporti libanese Ali Hamieh ha dichiarato che l'attacco ha colpito l'estremità siriana di un piccolo ponte che consente l'attraversamento del Libano.

Raid Israele a confine Libano-Siria, "armi per Hezbollah"

Caccia israeliani hanno colpito un'infrastruttura al confine tra Siria e Libano che, secondo l'Idf, era utilizzato da Hezbollah per contrabbandare armi usate contro lo Stato ebraico. Il ministro dei Trasporti libanese Ali Hamieh ha riferito a Reuters che l'attacco ha colpito l'estremita' siriana di un piccolo ponte che mette in collegamento con il Libano. Non e' chiaro se il valico e' ancora utilizzabile, ha aggiunto.

Media, in raid Israele in Libano uccisi 23 siriani

Un attacco aereo israeliano in Libano ha colpito un edificio che ospitava lavoratori siriani e le loro famiglie, uccidendo 23 persone. Lo affermano funzionari libanesi secondo quanto riporta la stampa israeliana. L'agenzia libanese National News Agency afferma che l'attacco e' avvenuto nei pressi della citta' di Baalbek nella valle della Bekaa nord-orientale del Libano, che corre lungo il confine siriano. L'agenzia cita Ali Kassas, sindaco del villaggio di Younine, che ha affermato che i corpi di 23 cittadini siriani sono stati estratti da sotto le macerie. Altri quattro siriani e quattro libanesi sono rimasti feriti.

Raid Israele su Libano, 'finora uccisi oltre 100 rifugiati siriani'

Sono oltre 100, tra cui 23 donne e 32 minori, i rifugiati siriani che sono stati uccisi da quando si sono intensificati i bombardamenti israeliani sul Libano. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti in Siria, secondo cui i rifugiati in fuga dagli  orrori della guerra nel loro Paese stanno ora affrontando la morte a causa dei raid dello Stato ebraico. Secondo l'Osservatorio, questi rifugiati hanno davanti a loro scelte molto difficili: restare in Libano sotto il fuoco israeliano o tornare nelle aree controllate dal regime siriano, dove rischiano l'arresto. Si stima che 1,5 milioni di rifugiati siriani vivano attualmente in Libano, la maggior parte in condizioni complicate. Già molti di loro sono senza casa a causa dell'aumento del costo della vita, ma ora a seguito dell'ondata di attacchi ancora di più ora sono costretti a dormire nei parchi o per strada.

Ambasciatore Israele, 'Onu a malapena osa menzionare responsabilità Hezbollah'

Il rappresentante di Israele presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha criticato nella notte il Consiglio di Sicurezza dell'Onu per aver "a malapena osato menzionare” il partito-milizia sciita libanese Hezbollah come responsabile dell'attuale conflitto in Medio Oriente, nonostante il fatto che il gruppo islamista "abbia chiarito" che "attaccherebbe" i confini di Israele se gliene fosse data la possibilità.

"Hezbollah ha detto chiaramente che, se ne avesse la possibilità, attaccherebbe i nostri confini, si infiltrerebbe nelle nostre comunità, ucciderebbe, stuprerebbe e porterebbe gli ostaggi nei suoi covi dell'orrore. Eppure il Consiglio di Sicurezza, il Segretario Generale dell'Onu António Guterres, alcuni funzionari delle Nazioni Unite e persino i comandanti dell'Unifil non osano nemmeno nominare Hezbollah", ha affermato durante il suo discorso.

Katz, 'non ci sarà un cessate il fuoco nel nord'

Non ci sarà un cessate il fuoco nel nord del Paese. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri , Israel Katz, affermando che "Israele continuerà a combattere contro Hezbollah con tutte le forze fino alla vittoria e fino a quando i residenti del nord non potranno tornare in sicurezza nelle loro case." Lo riferisce Ynet. 

Netanyahu, nessun cessate fuoco, avanti con combattimenti

L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu smentisce l'apertura a un cessate il fuoco da parte di Israele in vista dell'avvio di colloqui. Lo fa sapere lo stesso ufficio di Netanyahu. "Si tratta di una proposta franco-americana a cui il primo ministro non ha ancora risposto", afferma l'ufficio del primo ministro israeliano. La dichiarazione definisce inoltre come "contrario alla verita'" un rapporto di Channel 12 secondo cui Netanyahu avrebbe ordinato alle IDF di attenuare gli attacchi in Libano, affermando che il premier ha autorizzato l'esercito a continuare a colpire con tutta la sua forza e aggiungendo che i combattimenti a Gaza continueranno finchè non saranno raggiunti tutti gli obiettivi della guerra.

Razzi Hezbollah su Acri, i primi da 19 ore

Decine di razzi sono stati lanciati sull'area di Acri, cittadina della Galilea occidentale, nel distretto settentrionale di Israele. Secondo quanto riferito dal quotidiano Times of Israel, alcuni razzi sono stati intercettati e al momento non ci sono indicazioni di impatti diretti o vittime. Si tratta dei primi razzi lanciati da Hezbollah nelle ultime 19 ore, nel contesto di una pressione per il cessate il fuoco. Nel frattempo, le autorità  locali nel nord del Paese hanno ordinato ai residenti di rimanere vicino ai rifugi fino a nuovo avviso, anticipando potenziali attacchi dal Libano

Netanyahu, allentare raid durante colloqui con Libano

Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe ordinato all'esercito israeliano di attenuare i suoi attacchi in Libano durante i colloqui per il cessate il fuoco. Lo riferisce il notiziario Channel 12, senza citare alcuna fonte. La notizia viene riportata dal quotidiano Times of Israel. Il presunto sviluppo politico avviene nel contesto di una spinta internazionale per un cessate il fuoco di 21 giorni nei combattimenti tra Israele e Hwezbollah

Ministro estrema destra, "No tregua, eliminare Hezbollah"

Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, un alleato chiave di estrema destra della coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu, respinge qualsiasi idea di cessate il fuoco con Hezbollah libanese. "La campagna militare nel nord deve finire in un solo modo: schiacciare Hezbollah ed eliminare la sua capacita' di danneggiare gli abitanti del nord" di Israele, scrive Smotrich su X, in risposta a un appello internazionale per una tregua di 21 giorni sponsorizzata da Parigi e Washington. "Non dobbiamo dare il tempo al nemico di riprendersi dai violenti colpi ricevuti e di riorganizzarsi per continuare la guerra dopo 21 giorni", ha sottolineato il ministro di estrema destra

Libano: patriarca maronita, intervenga l'Onu

Davanti al "disastro nazionale" che colpisce il Libano, il Patriarca maronita Be'chara Boutros Rai fa appello al Consiglio di Sicurezza dell'ONU affinche' "intervenga efficacemente" per costringere le parti in conflitto a "fermare la guerra e iniziare i negoziati". L'appello, diffuso attraverso le reti ufficiali di comunicazione del Patriarcato maronita e rilanciato dalla Fides, chiama all'unita' "l'intera famiglia libanese" e esprime gratitudine per tutti coloro che aprono le proprie case e le scuole agli sfollati e si danno da fare in ospedali per soccorrere i feriti. Il cardinale libanese richiama anche il Parlamento libanese all'urgenza di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e por fine alla crisi politico- istituzionale che perdura da anni. E preghiamo Dio "conclude il Patriarca nel suo breve appello "affinchè ispiri a tutti la strada per raggiungere una pace giusta e inclusiva".

Appello intellettuali e giornalisti a Meloni: "agire subito"

Oltre cinquanta firme di autorevoli personalità del mondo della cultura, dell'università, della scienza, del giornalismo, della politica, dello spettacolo hanno sottoscritto un appello alla presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, affinchè vengano messi in atto tutti gli strumenti a disposizione per un immediato cessate il fuoco in Palestina, per la liberazione di tutti gli ostaggi, per il ripristino e il rispetto incondizionato del diritto internazionale a tutela della pace e della dignità dei popoli. Questo quanto si legge in una nota. "Lo spirito che anima questa iniziativa è quello di riaffermare le ragioni della politica sulla ferocia delle armi, del primato dei diritti umani sull'uso della forza, della volontà di dialogo sulla cieca contrapposizione", aggiunge la nota. L'appello 'Stop crimes in Palestine' è promosso da Massimo Amato docente alla Bocconi di Milano, Laura Boldrini, parlamentare e già Presidente della Camera dei Deputati e dal giornalista Gianni Giovannetti e reca la firma tra gli altri di Giorgio Parisi Premio Nobel per la Fisica, Alessandro Barbero storico e scrittore, Dacia Maraini scrittrice, Andrea Orlando parlamentare, Gustavo Zagrebelsky costituzionalista, Rula Jebreal giornalista, Maurizio de Giovanni scrittore, Alba Rohrwacher attrice, Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema, Viola Ardone scrittrice, Corrado Formigli giornalista, Laura Morante attrice, Gad Lerner giornalista, Fabrizio Gifuni attore, Mimmo Lucano sindaco di Riace e parlamentare europeo, Saverio Costanzo regista, Tiziana Ferrario giornalista, Riccardo Cucchi giornalista, Cecilia Strada parlamentare europea, Emanuele Crialese regista e molti altri ancora.    L'iniziativa sarà presentata in mattinata a Roma in una conferenza stampa che si terrà  alle 11,30 nella sala "Walter Tobagi" della Federazione Nazionale della Stampa, a via Botteghe oscure

Ministro Israele, non esiste un mandato morale per tregua

Il ministro degli Insediamenti e dei progetti nazionali Orit Strock del partito di estrema destra Religious Zionism di Smotrich afferma che "non esiste un mandato morale per un cessate il fuoco, né per 21 giorni né per 21 ore" ed esorta a "non ripetere gli errori del passato" ponendo fine ai combattimenti troppo presto. Lo riporta il Times of Israel. Come Strock si sono espressi i vari esponenti ultraortodossi al governo a partire dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich per il quale l'unico scenario possibile "è schiacciare Hezbollah". 

Libano, 'massacro di famiglie nella Bekaa per raid di Israele'

Un raid aereo israeliano ha nelle ultime ore distrutto un edificio di tre piani nella valle libanese della Bekaa. Lo riferisce il ministero della salute libanese, secondo cui l'edificio, abitato da diverse famiglie, è stato completamente raso al suolo, causando la morte di otto persone, tra cui donne e bambini. Decine di feriti sono stati evacuati verso gli ospedali della regione dalla Croce Rossa libanese e dalla Protezione Civile. Questa incursione fa parte di un'escalation di attacchi aerei israeliani che, dalle prime ore di questa mattina, hanno colpito numerose località nel sud del Libano, sempre secondo il ministero libanese. Tra le 5 e le 8 del mattino (tra le 4 e le 7 in Italia), sono stati bombardati i villaggi di Debbin, Deir Serian, Tayr Debba, Maarake, Bedias, Bazouriye e Majdel Zoun, Tebnin, Souane, Qabrikha, Nabatiyé el-Fawqa e Kfar Remmane. Poco prima, attorno alle 4.30 locali, violenti attacchi israeliani avevano colpito la regione di Nabatiye, provocando danni significativi alle zone residenziali. In un attacco notturno sulla strada da Douris a Baalbeck, nove persone hanno perso la vita. A Baalbeck, secondo il ministero della salute libanese, circa 40 attacchi aerei hanno devastato i dintorni della città, nota per le rovine monumentali di epoca romana.

Colpiti 75 obiettivi Hezbollah, razzi da Gaza

L'ultimo aggiornamento diffuso dalle forze armate israeliane afferma che aerei da combattimento hanno colpito durante la notte circa 75 obiettivi di Hezbollah in Libano. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel. Secondo l'esercito, gli obiettivi colpiti nel sud del paese e nella valle della Beqaa includevano depositi di armi, lanciarazzi innescati, edifici utilizzati dal gruppo terroristico, agenti operativi e altre infrastrutture. Pubblica filmati degli scioperi. Le Idf sottolineano che continuano a colpire in Libano per distruggere le capacita' di Hezbollah. Sull'altro fronte delle ostilità, invece, sempre secondo l'esercito israeliano, questa mattina diversi razzi sono stati lanciati da agenti terroristici a Gaza contro le truppe all'interno della Striscia. Alcuni proiettili sono stati intercettati e gli altri sono caduti all'interno di Gaza, senza causare feriti. I residenti del sud di Israele hanno riferito di aver visto missili intercettori Iron Dome lanciati sul Kibbutz Sufa durante l'incidente. Hamas e altri gruppi terroristici hanno spesso lanciato mortai e razzi a corto raggio contro i soldati all'interno di Gaza durante i combattimenti. Gli attacchi missilistici da Gaza contro le città israeliane sono diventati sempre più rari, con gli ultimi proiettili sparati il 14 settembre. 

Israele, colpiti nella notte 75 obiettivi a sud e nell'est

L'esercito israeliano ha annunciato di aver attaccato nella notte 75 obiettivi militari del movimento islamista Hezbollah in Libano, nel sud del Paese e nella regione della Bekaa. L' aviazione israeliana sta attaccando in mattinata depositi di armi "appartenenti a Hezbollah" nei pressi di Tiro, nel sud del Libano. Nel frattempo, l'emittente libanese "Al-Mayadeen", vicina a Hezbollah, ha riportato di attacchi aerei anche nella città di Anqoun, vicino Sidone, e nell'area di Tiro. Lo riferisce Ynet. 

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