Guerra Medioriente, Libano: Netanyahu boccia la tregua. Gli Usa: "Aveva dato l'ok"

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Non ci sarebbe spazio, almeno per ora, per una tregua in Libano. La proposta americana e francese di uno stop di 21 giorni delle ostilità è stata respinta da Netanyahu, che secondo gli Usa prima avrebbe accettato il cessate il fuoco ma poi ha ordinato di insistere con gli attacchi contro Hezbollah. In serata un missile lanciato dallo Yemen e diretto su Tel Aviv è stato intercettato dal sistema di difesa israeliano

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Haaretz, marcia indietro Netanyahu per ragioni interne

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cambiato posizione su un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, ritrattando gli impegni verbali che aveva preso con l'amministrazione statunitense. Questo cambiamento sarebbe una risposta alla crescente pressione politica dall'interno di Israele. Lo scrive il quotidiano israeliano 'Haaretz' che cita fonti diplomatiche coinvolte nella proposta di tregua franco-americana.

Usa, richiesta tregua in Libano era coordinata con Israele

La richiesta di cessate il fuoco in Libano avanzata da Usa e Francia era stata "coordinata" con Israele. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre in un briefing con la stampa.

L'ultradestra vuole la guerra, d'accordo con Bibi

Benyamin Netanyahu non si smentisce. Il metodo per trattare delicatissimi negoziati è sempre lo stesso: fare concessioni su un tavolo formale, negarle il giorno dopo. Procedura politica ampiamente praticata durante le mediazioni sul rilascio degli ostaggi e la tregua a Gaza, e riproposta nell'ultima giornata per il cessate il fuoco con Hezbollah. Secondo fonti diplomatiche internazionali, Israele e Libano hanno offerto, separatamente, ai mediatori il loro sostegno per uno stop ai combattimenti di 21 giorni sulla Linea Blu che separa i due Paesi, prima ancora che venisse annunciato in una dichiarazione congiunta da Stati Uniti e Francia nella serata di mercoledì. Poche ore dopo il premier israeliano ha preso le distanze. Con una nota del suo ufficio ha fatto sapere che "la notizia su un cessate il fuoco è errata". 

L'Egitto chiede un cessate il fuoco in Libano e a Gaza

"L'Egitto continuerà i propri sforzi per comunicare con le parti regionali e internazionali al fine di contenere questa pericolosa escalation e chiede un cessate il fuoco immediato, globale e permanente a Gaza e in Libano": lo annuncia un comunicato del ministero degli Esteri egiziano pubblicato su Facebook. "Alla luce dell'escalation dell'aggressione israeliana in Libano, inclusa la capitale Beirut, e della prosecuzione dell'aggressione contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza, l'Egitto mette in guardia nuovamente contro le pratiche e le violazioni israeliane che rischiano di trascinare la regione del Medio Oriente in uno stato di scontri e caos, esponendo i popoli dell'area a conseguenze pericolose e incontrollabili", premette il comunicato. Il Cairo "sostiene tutte le iniziative e gli accordi proposti che permettono di raggiungere una distensione globale e permanente nella regione, e conferma che la chiave per questa distensione è ancora legata alla cessazione della brutale aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza, in conformità con le risoluzioni pertinenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu", conclude il testo.

M.O.: Norvegia, mandato arresto per esplosioni cerca-persone

Un norvegese legato alla detonazione di cerca-persone e walkie-talkie usati da Hezbollah è stato dato per disperso, spingendo le autorità a emettere un mandato di arresto internazionale, lo annuncia la polizia, senza identificare l'uomo. La settimana scorsa la polizia di Oslo ha aperto un'indagine sui presunti legami di un uomo norvegese con

le esplosioni. "E' stato aperto un caso di persona scomparsa e abbiamo avviato una ricerca internazionale della persona", ha dichiarato Mari Elise Bunaes Myhrer della polizia di Oslo all'emittente NRK. Le autorita' bulgare avevano aperto un'indagine dopo che il sito web ungherese Telex ha riferito che Norta Global - una società registrata in Bulgaria da un norvegese - aveva importato i dispositivi e li aveva poi consegnati a Hezbollah. L'Agenzia per la sicurezza nazionale della Bulgaria (SANS) ha successivamente dichiarato che la società non aveva nulla a che fare con la consegna degli ordigni esplosivi, ma la polizia di Oslo ha dichiarato di aver aperto una "indagine preliminare sulle informazioni emerse". Norta Global, fondata nell'aprile 2022 da Rinson Jose, lo scorso anno ha dichiarato entrate per 650.000 euro per attività di consulenza al di fuori dell'Unione Europea. La settimana scorsa la società ha dichiarato al quotidiano Verdens Gang che Rinson è in viaggio di lavoro all'estero dal 17 settembre e che non è riuscito a contattarlo.


Libano, 1.540 morti in quasi 1 anno di violenze su confine

Più di 1.500 persone sono state uccise in Libano in quasi un anno di violenze tra Israele e Hezbollah, degenerate gravemente questa settimana. Lo hanno riferito le autorità libanesi, precisando che 1.540 persone sono state uccise, 60 delle quali nelle ultime 24 ore, e 5.410 sono rimaste ferite. 

Idf, Hezbollah ha sparato 150 razzi contro Israele oggi

Finora, nella giornata di oggi, Hezbollah ha lanciato 150 razzi dal Libano contro il nord di Israele. E' quanto hanno riferito le forze armate israeliane citate da Haaretz. Uno di questi ha colpito una casa a Rosh Pina. Sempre nella stessa zona, così come a Safed e nella foresta di Biriya sono scoppiati incendi. 

Ministero Gaza, bilancio sale a 41.534 morti

Il ministero della Sanità del governo di Hamas, il movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza, ha annunciato un nuovo bilancio di 41.534 morti nel territorio palestinese dall'inizio della guerra con Israele, quasi un anno fa. Almeno 39 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, ha

dichiarato in un comunicato, aggiungendo che 96.092 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra il 7 ottobre.

Ottanta missili lanciati dal Libano verso Israele

Hezbollah ha lanciato ottanta razzi contro Israele nel pomeriggio, nell'ultimo attacco proveniente dal Libano, secondo quanto riportato dai media israeliani. Uno dei razzi ha colpito un edificio nella città settentrionale di Birya, vicino a Safed, riferisce il Times of Israel.

Abu Mazen, palestinesi Cisgiordania soggetti a gang coloni

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, nel suo discorso all'Assemblea Generale dell'Onu, ha denunciato la violenza dei coloni e l'espansione degli insediamenti nei Territori occupati. "La Cisgiordania è

sottoposta a un'aggressione israeliana quotidiana e continua", ha affermato. "Si assiste a un'attività di insediamento feroce. Stanno costruendo ovunque in Palestina, come se fosse tutta loro", ha proseguito Abu Mazen, sottolineando che i palestinesi della Cisgiordania sono "sottoposti al terrorismo di bande di coloni sotto il patrocinio e il sostegno del governo israeliano e dell'esercito occupante, che distrugge centinaia di case nelle terre della Palestina".

Seduta di preghiera davanti a hotel di Netanyahu a NY

Rappresentanti della comunità ebraica, rabbini e familiari degli ostaggi ancora in mano a Hamas hanno convocato per domani mattina alle 8,30 una preghiera collettiva davanti all'hotel di Manhattan che ospita il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in vista del suo intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'iniziativa, tra la

62ma e 63ma street e Park Avenue, come spiega un volantino

distribuito nell'area attorno all'Onu, nasce per spingere il

premier a "siglare l'accordo" con Hamas e "riportare a casa"

tutti gli ostaggi. 

Netanyahu atterra a NY: "Continueremo a colpire Hezbollah"

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato a New York, dove domani è atteso il suo discorso all'Assemblea Generale dell'Onu, e ha ribadito che Israele "continuerà a colpire Hezbollah finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi". L'uccisione del comandante dell'unità droni di Hezbollah a Beirut rientra in questa politica, ha aggiunto, facendo riferimento all'attacco mirato sferrato oggi

da caccia israeliani. 

Israele, assicurato nuovo pacchetto aiuti Usa da 8,7 miliardi

Israele ha annunciato di essersi assicurato un nuovo "pacchetto di aiuti Usa da 8,7 miliardi di dollari per supportare gli sforzi militari in corso". In un messaggio postato su X, il ministero della Difesa dello Stato ebraico ha riferito che "il direttore generale Eyal Zamir ha concluso le trattative a Washington". "Il pacchetto comprende 3,5 miliardi di dollari per gli acquisti essenziali in tempo di guerra e 5,2 miliardi di dollari per i sistemi di difesa aerea", si specifica. 

Abu Mazen, conferenza internazionale entro un anno per i 2 stati

Parlando all'Assemblea Generale Onu, il presidente palestinese Abu Mazen ha esposto diverse richieste per il suo popolo. A partire da "un cessate il fuoco immediato, la consegna di aiuti umanitari a Gaza, dove non hanno nulla, il ritiro completo di Israele". "Non vogliamo combattere Israele, ma vogliamo che la nostra gente, le nostre famiglie siano protette - ha aggiunto - Lo stato palestinese deve imporre la sua completa autorita' su Gaza e la Cisgiordania. Non chiediamo di piu' ma non vogliamo di meno". Quindi, ha affermato: "cosa ci manca per essere il 194esimo paese membro dell'Onu? Abbiamo la terra, abbiamo la gente, abbiamo la cultura, non ci manca nulla". Inoltre, Abu Mazen ha domandato una "conferenza internazionale entro un anno per la soluzione dei due stati. Vogliamo sicurezza di entrambi i paesi".

Libano, quasi 100.000 gli sfollati da lunedì

Si avvicina ormai a 100.000 il numero di persone costrette a fuggire da casa in Libano da lunedì, in appena 4 giorni, sullo sfondo dei raid condotti da Israele. Lo riferisce la Bbc britannica citando i dati aggiornati diffusi dal ministro dell'Interno libanese, Bassam Mawlawi. Il ministro ha detto che al momento si contano 70.100 sfollati interni, alloggiati in 535 ricoveri di fortuna, e 27.000 profughi scappati oltre confine, la metà dei quali ultimi risultano essere cittadini siriani residenti in Libano che sono tornati in patria nella confinante Siria.

Austin, linee rosse? Usa aiuteranno Israele a difendersi

Il capo del Pentagono Lloyd Austin, rispondendo ad una domanda su potenziali linee rosse per il supporto degli Usa a Israele, ha detto che gli Stati Uniti non cambieranno il loro impegno ad aiutare il loro alleato a proteggere se stesso e il suo territorio sovrano.

Austin,rischio guerra totale devastante per Israele-Libano

Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha evocato il rischio di una "guerra totale che potrebbe essere devastante per Israele e Libano" ma ha detto che una soluzione diplomatica "è ancora possibile" e che la diplomazia è "il modo più rapido e migliore" per Israele di raggiungere il suo obiettivo di riportare i cittadini nelle loro case nel nord.

Netanyahu, continueremo a colpire duramente Hezbollah

"Continueremo a colpire Hezbollah con tutta la forza finché non riporteremo i residenti del nord nelle loro case": lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. 

Abu Mazen: "Israele non merita di essere membro dell'Onu"

Israele "non merita" di essere membro dell'Onu. Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

No di Netanyahu a tregua, "Avanti con i raid"

Per fermare l'escalation tra Israele ed Hezbollah, la comunità internazionale - guidata da Francia e Stati Uniti - è scesa in campo con una proposta di tregua di 21 giorni per dare tempo e modo alle diplomazie di lavorare per un accordo. Da Israele e' arrivato pero' l'altolà: il premier Benjamin Netanyahu, volato a New York per intervenire all'Assemblea Generale dell'Onu, ha fatto sapere tramite il suo ufficio che lo Stato ebraico va avanti a colpire con forza in Libano, così come a Gaza. "Non ci sarà alcun cessate il fuoco nel nord. Continueremo a combattere Hezbollah con tutte le nostre forze fino alla vittoria e al ritorno dei residenti del nord alle loro case in sicurezza", gli ha fatto eco il ministro degli Esteri, Israel Katz, che attualmente sostituisce il capo di governo mentre è all'estero. Indiscrezioni di stampa hanno sostenuto che il premier avesse fatto un'apertura nei confronti di una tregua, acconsentendo anche a un rallentamento dei bombardamenti mentre se ne negoziavano i termini, tranne poi fare marcia indietro pubblicamente sotto le pressioni dei falchi dell'esecutivo. Contraria a fermare le operazioni dell'Idf è in primis l'estrema destra del ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, che è arrivato a minacciare di far uscire il suo partito Otzma Yehudit dalla coalizione se passerà un cessate il fuoco permanente. Contrari anche esponenti del Likud e il leader di New Hope, Gideon Sa'ar, indicato la settimana scorsa come potenziale nuovo ingresso nel governo: "Solo Hezbollah ne trarrà beneficio", ha sostenuto. 

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