Nel suo primo messaggio dopo l'arresto in Francia, il fondatore di Telegram ha respinto l'accusa che la sua piattaforma sia un "paradiso anarchico", definendo tali affermazioni "assolutamente false". Ha però ammesso che l'aumento degli utenti “ha reso più facile per i criminali abusare della piattaforma”
Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, nel suo primo messaggio dopo l’arresto in Francia, ha dichiarato sul suo canale Telegram di ritenere "sorprendente" che qualcuno possa essere ritenuto responsabile per crimini commessi da altri. Ha, inoltre, negato che la sua piattaforma di messaggistica sia un "paradiso anarchico”, definendo tali affermazioni "assolutamente false".
Durov: “Accusare Ceo per crimini di terzi è approccio sbagliato”
Per l'imprenditore russo, fondatore e amministratore delegato della società di messaggistica criptata Telegram, accusare un amministratore delegato "di crimini commessi da terzi" è un "approccio sbagliato".
Nel lungo messaggio, Durov ha anche riconosciuto che il crescente numero di utenti - circa 950 milioni in tutto il mondo - "causa disagi crescenti che rendono più facile per i criminali abusare della nostra piattaforma”.
Per questo, ha riferito Durov, “mi sono posto come obiettivo personale di assicurare che le cose da questo punto di vista migliorino", aggiungendo che ci si sta occupando del problema "dall'interno" e che maggiori dettagli saranno resi pubblici in futuro, nella speranza di rendere Telegram e l'industria dei social nel suo insieme "più sicuri e più forti".
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Durov è in libertà condizionata
Durov è accusato di numerosi reati legati alla sua applicazione di messaggistica e gli è stato vietato di lasciare il Paese. Al patron di Telegram, fermato in Francia il 24 agosto, è stata concessa la libertà condizionale a fronte di una cauzione di cinque milioni di euro, e a condizione che si presenti a una stazione di polizia due volte alla settimana.
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