Nel 2018 l'imprenditore russo rifiutò l'offerta del presidente francese, secondo quanto scrive il Wall Street Journal citando persone a conoscenza delle discussioni
In un pranzo nel 2018 il presidente francese Emmanuel Macron invitò Pavel Durov a trasferire Telegram a Parigi ma l'imprenditore di origine russa rifiutò. E' quanto scrive il Wall Street Journal citando persone a conoscenza delle discussioni. Macron ipotizzò persino di concedergli la cittadinanza francese, secondo quanto riferito da una delle persone.
Nel 2018 Durov rifiutò l'offerta di Macron e ricevette comunque, nel 2021, ricevette la cittadinanza francese.
Sempre secondo il Wsj, nel 2017 gli 007 francesi presero di mira Durov in un'operazione congiunta con gli Emirati Arabi Uniti che hackerarono il suo iPhone. La sicurezza francese era preoccupata per l'uso di Telegram da parte dello Stato islamico per pianificare attacchi.
L'offerta rifiutata
L'operazione di spionaggio del 2017, che non era stata segnalata in precedenza, era denominata in codice "Purple Music", hanno spiegato le fonti al Wsj. I governi hanno preso di mira il fondatore di Telegram a causa dei gruppi che sono stati attratti dalla sua app, che spaziano dai dimostranti pro-democrazia e dai dissidenti ai militanti islamici, ai trafficanti di droga e ai criminali informatici. Secondo una persona vicina a Durov, per anni l'azienda ha ignorato le citazioni in giudizio e gli ordini del tribunale inviati dalle autorità competenti, che si accumulavano in un indirizzo e-mail aziendale raramente controllato. Telegram afferma di essere ora conforme al Digital Services Act dell'Unione Europea, che richiede alle aziende online di collaborare con le autorità per contrastare la diffusione di contenuti illegali sulle loro piattaforme.