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Biden: "Tregua a Gaza eviterà attacco Iran". Media russi: Hamas non sarà ai negoziati

©Ansa

Lo ha detto a Ria Novosti il rappresentante del movimento palestinese in Libano. Il presidente Usa parlando con i giornalisti a New Orleans: "Soltanto un accordo di cessate il fuoco a Gaza impedirà all'Iran di intraprendere una rappresaglia diretta contro Israele per l'assassinio di Haniyeh". La conferma arriva da alti funzionari iraniani. Gli Usa criticano Ben Gvir, per aver guidato le preghiere di centinaia di ebrei ortodossi nel complesso della moschea di Al-Aqsa

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L'Iran non attaccherà solo se da colloqui scaturisce tregua

Soltanto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, scaturito dai colloqui di ferragosto, impedirà all'Iran di intraprendere una rappresaglia diretta contro Israele per l'assassinio del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh sul suo territorio: lo affermano tre alti funzionari iraniani, che sembrano ridimensionare l'intenzione che i raid vengano lanciati prima dei colloqui di giovedì. Lo riporta il Times of Israel

Sinwar vuole tregua, ma Idf lasci corridoio Filadelfia

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato al quotidiano saudita Asharq che Yahya Sinwar vuole fermare la guerra e raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Tuttavia, ha affermato che Israele lo sta impedendo. "Sinwar sostiene un cessate il fuoco, durante il quale le forze dell'Idf si ritirino dalla Striscia di Gaza, con particolare attenzione alla zona del corridoio Filadelfia. Vuole il ritorno dei profughi e la ricostruzione di Gaza", ha detto il funzionario

Un corriere di Hamas ha tradito il capo militare Deif

Un corriere dell'ala militare di Hamas ha tradito il numero due di Hamas, e amico di Yahya Sinwar, Mohammad Deif, e consegnato all'esercito israeliano informazioni che hanno contribuito alla sua eliminazione il 13 luglio. Come ha riferito Al-Arabiya, secondo cui  il corriere, che lavorava per il comandante del battaglione Rafih, ha confessato le sue azioni

Putin: "Dolore e ansia per quanto avviene in Palestina"

La Russia sta "osservando con grande dolore e ansia la catastrofe umanitaria che si è verificata in Palestina" e sta "facendo di tutto per sostenere il popolo palestinese". Lo ha detto il presidente Vladimir  Putin incontrando oggi a Mosca quello dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas). Lo riferisce l'agenzia Interfax

Israele: In caso di attacco, piano per spostare Ben-Gurion vicino Eilat'

Non ci sono piani per chiudere l'aeroporto ma, in caso di attacchi prolungati, in Israele è previsto un piano di emergenza - 'Silver Wings' - che prevede lo spostamento delle operazioni dell'aeroporto Ben Gurion allo scalo Ramon, vicino a Eilat. Lo riporta il Jerusalem Post ricordando che  in ogni attacco contro Israele, che sia da parte dell'Iran o di Hezbollah, il principale scalo del Paese, a Lod vicino a Tel Aviv, è considerato un potenziale obiettivo. L'aeroporto di Lod (Ben Gurion) è la principale porta d'accesso a Israele, attraverso la quale transitano ogni giorno circa 60.000 persone, anche se decine di compagnie aeree straniere hanno cancellato o sospeso i loro voli per la situazione contingente.  Il fatto che gli aerei da trasporto dell'aeronautica militare statunitense atterrino all'aeroporto civile carichi di munizioni e che la zona tra Yehud e Lod e l'autostrada 40 ospiti la sede centrale della Israel Aerospace Industries e alcuni dei suoi stabilimenti di produzione, - ricorda il media israeliano - rende la regione un obiettivo di primo piano nei file di intelligence di paesi e organizzazioni terroristiche. Durante la costruzione dell'aeroporto di Ramon, è stato deciso di estendere le piste a 3,6 chilometri e di ampliare le aree di parcheggio per ospitare aerei passeggeri più grandi che normalmente non atterrano lì, come i Boeing 787, i 777 e gli Airbus A350. In caso di attivazione della procedura, tutte le parti coinvolte hanno 12 ore - aggiunge il JP - per spostare le operazioni verso sud.  L'obiettivo è mantenere la connettività aerea tra Israele e il mondo anche durante un attacco su larga scala, in particolare per accogliere i voli internazionali delle compagnie aeree israeliane, piuttosto che dirottarli a Cipro come in passa

Hamas aggiorna bilancio Gaza, 39.929 morti 92.240 feriti

Il ministero della Sanità del governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha annunciato un nuovo bilancio di 39.929 morti nel territorio palestinese dall'inizio della guerra con Israele, giunta ormai all'undicesimo mese. Almeno 32 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, ha dichiarato il ministero in un comunicato, aggiungendo che 92.240 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.

Egitto preme perché Hamas partecipi a summit 15 agosto

L'Egitto sta tentando di convincere Hamas a partecipare summit di giovedì prossimo a Doha per confutare le accuse israeliane secondo cui il gruppo terroristico sta ostacolando gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco. Secondo una fonte egiziana citata dal quotidiano libanese Al-Akhbar, il Cairo sta spingendo per una sospensione temporanea dei combattimenti come opportunità per "prendere fiato e lavorare per prolungare il cessate il fuoco".

Meloni sente Netanyahu,serve de-escalation e cessate fuoco

Giorgia Meloni, nell'ambito dei continui contatti che sta intrattenendo sulla crisi in Medio Oriente, ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu durante la quale ha reiterato il forte auspicio che si possa trovare un accordo per un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e il rilascio degli ostaggi, in linea con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, in occasione del prossimo round negoziale del 15 agosto. La premier ha ribadito il convinto sostegno alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Nel riconoscere il diritto all'autodifesa di Israele, ha infine sottolineato l'importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni Unite, UNIFIL, in cui l'Italia gioca un ruolo di primo piano. 

1.400 coloni sulla Spianata delle Moschee, alta tensione

Circa 1.400 coloni ebrei hanno fatto irruzione sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, dove si trova la Moschea di Al Aqsa, il terzo luogo sacro dell'Islam. Lo riferisce Waqf, la fondazione religiosa a gestione giordana che amministra il sito ad alto rischio tensione. Alcuni coloni hanno innalzato bandiere israeliane e pregato in loco, nonostante il divieto di farlo. Secondo lo status quo dal 1967, quando Israele occupò la parte orientale di Gerusalemme, il sito è riservato esclusivamente al culto musulmano, mentre gli ebrei possono entrare solo come visitatori. Approfittando della festivita' religiosa di Tisha Bav, tra canti e grida di provocazione, centinaia di coloni - per lo più giovani, ma anche adulti e donne - sono avanzati sulla Spianata, nota tra gli ebrei come Monte del Tempio, dove sarebbe stato eretto il Secondo Tempio, il luogo più sacro dell'ebraismo. Sono entrati sul sito scortati dalla polizia e in modo organizzato, in gruppi da 100, ma le tensioni hanno portato gli agenti a ridurli a 50. Tra i presenti c'era anche il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, che per la terza volta si è recato sul luogo di culto, rivendicando il diritto di preghiera degli ebrei. "Abbiamo fatto progressi significativi nella sovranità di Israele qui. La nostra politica è di permettere la preghiera ebraica", ha detto dal sito Ben Gvir, in un messaggio postato su X. 

Fonte Hamas, 'Sinwar pronto per un cessate il fuoco'

Il leader dell'ufficio politico di Hamas “Yahya Sinwar è pronto per un cessate il fuoco”, ma il governo israeliano “ostacola e vuole sabotare (i negoziati) quando si avvicina ad un accordo”. Lo riferisce l’emittente all-news saudita Al-Sharq citando una fonte del movimento palestinese. La fonte sostiene che la posizione di Sinwar “gode del sostegno di tutti i membri dell'ufficio politico” che comprende “un accordo che garantisca il cessate il fuoco, il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, compresa la fascia di confine con l'Egitto, il ritorno degli sfollati, lo scambio di prigionieri e la ricostruzione di Gaza”.

Kiev, 'nostro grano già a Gaza, presto altre 6mila tonnellate'

Il  primo carico di grano, per un totale di 1.000 tonnellate, fornito alla  Palestina dall'Ucraina come aiuto umanitario, è già arrivato nella  Striscia di Gaza e Kiev prevede di inviare presto altre 6.000  tonnellate: lo ha reso noto su Telegram il ministero degli Esteri  ucraino. "Le 1.000 tonnellate di farina inviate dall'Ucraina nell'ambito  del programma umanitario 'Grain from Ukraine' con il sostegno del  Programma Alimentare Mondiale sono già state utilizzate per preparare il  pane e distribuirlo alle famiglie bisognose. Questo quantitativo è  sufficiente a sfamare 100.000 persone per un mese - si legge nel  messaggio -. L'Ucraina prevede di consegnare altre 6.000 tonnellate alla  Palestina nel prossimo futuro".

Lapid: "Ben Gvir mette in pericolo la sicurezza nazionale"

ll capo  dell'opposizione israeliana Yair Lapid, commentando la  salita del ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir sul Monte del Tempio (la Spianata delle Moschee per i musulmani), ha affermato che "la campagna elettorale di Ben Gvir  durante una guerra, mette in pericolo la sicurezza nazionale, la  vita dei cittadini israeliani e  dei soldati e dei poliziotti". E ha aggiunto: "Il gruppo di estremisti irresponsabili al governo sta facendo del suo meglio per trascinare Israele in una guerra regionale totale. Queste persone non possono governare un Paese."

Idf: uccisi terroristi che hanno lanciato razzo contro kibbutz

Un aereo dell'aeronautica militare ha attaccato il gruppo di terroristi che ieri ha lanciato un razzo contro il Kibbutz Ein Hashlosha dalla Striscia di Gaza. Lo ha detto il portavoce dell'Idf, aggiungendo che le forze della 98ma divisione continuano a combattere a Khan Yunis, nel sud della Striscia, e hanno localizzato e distrutto complessi di combattimento e infrastrutture terroristiche, eliminando operativi di Hamas.

Media "se Teheran attacca, Israele colpirà l'Iran"

Non importa quanto massiccio e riuscito sarà l'attacco iraniano su Israele: se il regime degli ayatollah colpirà lo Stato ebraico, la reazione sarà diretta sul territorio della repubblica islamica. E' il messaggio che Israele ha trasmesso negli ultimi giorni agli Stati Uniti e a diversi Paesi europei, secondo quanto riporta l'emittente radiofonica dell'Idf citata dal Times of Israel. Senza citare le fonti, la radio afferma che il governo israeliano ha chiarito di essere determinato ad attaccare l'Iran anche se un potenziale attacco di Teheran non causasse vittime.

Media: Sinwar scrive a mano gli ordini alle milizie

Secondo fonti di Hamas citate dal sito di notizie in lingua araba Asharq al-Aqsat, con sede a Londra, solo poche persone "fidate" sanno dove si trovi il leader di Hamas Yahya Sinwar, che trasmette messaggi al resto della milizia islamista attraverso una serie di intermediari per evitare di essere scoperto. Secondo il report, Sinwar è stato presente in molti luoghi di Gaza durante la guerra, impartendo istruzioni ai funzionari di Hamas una volta ogni due settimane e anche una volta alla settimana. In rari casi, scrive Asharq al-Aqsat, è stata organizzata una telefonata con protocolli di sicurezza speciali. Ma di solito, i suoi ordini e le sue posizioni vengono recapitati tramite messaggi scritti a mano o stampati e firmati da lui, trasferiti manualmente da persona a persona fino a quando non raggiungono la destinazione. 

Blinken spinge affinché Hamas partecipi ai colloqui

In una telefonata con il suo omologo turco Hakan Fidan di questa mattina, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha discusso dell'importanza che Hamas prenda parte al vertice di giovedì per un accordo di cessate il fuoco, afferma il Dipartimento di Stato. Lo riferisce Times of Israel. Hamas due giorni fa ha annunciato che non avrebbe partecipato, chiedendo ai mediatori di convincere Israele ad accettare la proposta aggiornata presentata a luglio. Un'offerta che ha visto Hamas cedere sulla sua richiesta che Israele si impegni per un cessate il fuoco permanente. I funzionari di Hamas risiedono regolarmente in Turchia. 

Iran respinge appelli su stop minacce a Israele

Teheran ha respinto gli appelli dei Paesi occidentali a rinunciare alla rappresaglia su Israele dopo l'uccisione del leader di Hamas mentre era ospite della Repubblica islamica. Secondo il ministero degli Esteri iraniano, citato dal Times of Israel, le richieste di moderazione nei confronti di Israele da parte di Francia, Germania e Regno Unito "mancano di logica politica e contraddicono i principi del diritto internazionale". 

Mar Rosso: attacchi contro due navi al largo dello Yemen

La Marina britannica ha rilevato almeno due attacchi contro navi nelle ultime 24 ore al largo della costa della città yemenita di Al Hodeida, porto vitale del Paese da dove i ribelli sciiti Houthi lanciano le loro azioni contro le navi nel Mar rosso. Il primo incidente è avvenuto ieri notte a 63 miglia a sud-ovest di Al Hodeida, quando l'equiupaggio di un mercantile ha segnalato due esplosioni molto vicino alla nave, che non è stata identificata. Il comandante ha aggiunto che "una piccola imbarcazione è stata vista muoversi in modo sospetto e puntare verso la nave". Sia la nave che l'equipaggio sono al sicuro e la nave si sta dirigendo verso il prossimo porto di scalo, secondo la Marina britannica. In un altro incidente, vicino al luogo precedente, 97 miglia a nord-ovest di Al Hodeida, c'è stata "un'esplosione nelle vicinanze" di un'altra nave senza causare danni. Il porto di Al Hodeida continuo bersaglio di attacchi lanciati dagli Stati Uniti e dal Regno Unito e di recente anche di un'azione lanciata da Israele, come rappresaglia per un attacco di droni degli Houthi che ha ucciso un civile nel centro di Tel Aviv. 

Usa: Turchia fiduciosa che non ci sarà escalation

La Turchia è fiduciosa che le tensioni Israele-Iran-Hezbollah non si trasformeranno in una guerra totale. Lo ha detto l'ambasciatore statunitense in Turchia Jeff Flake durante una tavola rotonda con i giornalisti a Istanbul mentre sta per concludere il suo incarico ad Ankara. "Stanno facendo il possibile per assicurarsi che non degeneri", ha detto degli interlocutori turchi, secondo quanto ri portato dal Times of Israel, aggiungendo che "sembrano piu' fiduciosi di noi che la situazione non degenerera'".


Hossein Salami, chi è il comandante militare iraniano pronto a guidare l’attacco a Israele

Nato nel 1960, ha combattuto nella guerra tra Iran e Iraq degli anni '80. Lì è iniziata una carriera militare che, nel 2019, lo ha visto diventare comandante capo del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Nelle grazie di Khamenei, maestro nell'uso della propaganda e della "guerra psicologica", è tra le voci più dure nei confronti dello Stato ebraico e del mondo occidentale. L'APPROFONDIMENTO

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